Nel 2021 Enpam si conferma la più grande cassa pensionistica privata d’Italia, con un patrimonio totale pari a oltre 25 miliardi di euro e un utile di esercizio pari a oltre 1,1 miliardi di euro, che conferma, pur nell’emergenza pandemica, l’ottimo andamento registrato negli ultimi anni.

Gli investimenti del patrimonio da reddito (oltre 24 miliardi di euro) risultano ripartiti come segue:

oltre 18,992 miliardi di euro (77,29%) nel comparto finanziario;

oltre 5,579 miliardi di euro (22,71%) nel comparto immobiliare.

 

PATRIMONIO
DELLA
FONDAZIONE

VALORI CONTABILI
(miliardi di €)

PESO %
SUL PATRIMONIO TOTALE

PESO %
SUL PATRIMONIO
DA REDDITO

Totale patrimonio immobiliare (a)

5,58

22,30%

22,71%

gestito direttamente

1,14

4,4%

4,49%

gestito indirettamente

4,48

17,9%

18,21%

Totale patrimonio finanziario (b)

18,99

75,8%

77,29%

gestito direttamente

3,73

14,9%

15,19%

di cui: tesoreria

0,25

1,0%

1,01%

gestito indirettamente

15,26

60,9%

62,10%

Totale patrimonio da reddito (a+b)

24,57

98,0%

100,00%

Totale patrimonio operativo (c)

0,49

2,0%

– –

Totale patrimonio (a+b+c)

25,06

100,0%

– –

 

La riserva legale – cioè il rapporto tra patrimonio e prestazioni previdenziali erogate nell’anno – è pari a 10,74 volte il livello delle pensioni pagate nell’ultimo anno. La gestione previdenziale ha evidenziato un saldo positivo di 724 milioni di euro (al netto dei contributi e dell’indennità di maternità), registrando 3.227 milioni di euro di entrate contributive e 2.503 milioni di euro di prestazioni previdenziali erogate. La gestione finanziaria ha prodotto un risultato netto di 610 milioni di euro, mentre quella immobiliare un risultato netto negativo di -125 milioni di euro (quest’ultimo dato risente della minusvalenza degli immobili oggetto di dismissione).

L’Ente ha proseguito nel processo di revisione del portafoglio entro i limiti stabiliti dallo schema di Asset allocation di lungo periodo. In linea con il processo avviato negli scorsi esercizi, è proseguita l’attività volta a razionalizzare e migliorare il profilo del portafoglio, sia finanziario che immobiliare, attraverso l’ampliamento della componente in delega di gestione o in fondi. Enpam ha gestito il portafoglio finanziario nel rispetto dei criteri di prudenza, economicità e coerenza con gli obiettivi.

La politica degli investimenti

Il patrimonio della Fondazione è una riserva a protezione delle pensioni future, un salvadanaio di contributi a garanzia della tenuta del patto generazionale. Il modello di governance del patrimonio riflette la centralità della missione previdenziale. Avendo infatti come priorità la tutela delle pensioni attuali e future, la Fondazione sente la responsabilità di compiere scelte prudenti ed evitare investimenti speculativi, che comportino costi di commissione e, soprattutto, rischi elevati. In quest’ottica, il Consiglio di amministrazione assume il ruolo di garante della coerenza e della compatibilità di tutte le scelte rispetto agli obiettivi previdenziali. Inoltre, prima di giungere all’attenzione del Consiglio di amministrazione, tutte le proposte vengono esaminate dall’Unità di valutazione degli investimenti patrimoniali (Uvip) e dall’Investment advisor esterno, seguendo procedure su cui vigila il Comitato per il controllo interno dell’Enpam, presieduto da un magistrato della Corte dei conti. Ad ulteriore garanzia, tutti gli investimenti sono monitorati dal Risk advisor esterno e indipendente. È inoltre operativa, dalla fine del 2016, una struttura di Risk management e compliance degli investimenti quale presidio interno per il controllo e la gestione dell’intera gamma di rischi che insistono sul patrimonio e a supporto dell’implementazione della politica degli investimenti. La gestione prudenziale del portafoglio è, quindi, assicurata in primo luogo dal modello di governance del patrimonio.

La politica di investimento della Fondazione, punto cardine di declinazione della governance, ha come riferimento principale l’Asset allocation strategica (Aas), che è lo schema di sintesi degli obiettivi di investimento costruito in ottica Asset liability management (Alm). Essa traccia il quadro generale nell’ambito del quale si realizza un processo di investimento mirato a garantire l’equilibrio previdenziale in maniera solida, duratura, trasparente e controllabile. Lo schema vigente è stato definito nel corso del 2017 con il supporto dell’Investment advisor e del Risk advisor, partendo dalle effettive consistenze di patrimonio, ripartite nelle varie classi di attività, e dal rischio da esse rappresentato. L’attività di gestione del patrimonio è guidata da un metodo di controllo del rischio che, fissato un limite massimo di perdita sopportabile dalla Fondazione (cosiddetta propensione al rischio) e determinato un budget di rischio che guidi l’ottimale allocazione nelle diverse macro-classi, misura con elevata frequenza l’effettivo rischio del patrimonio, gli scostamenti nelle macro classi e nel patrimonio complessivo rispetto alle attese, e indica gli interventi di ripristino – sia macro che micro – eventualmente necessari. La politica degli investimenti rappresenta dunque la premessa per l’impostazione operativa di un sistema di Alm che, attraverso regole di selezione, monitoraggio e gestione dinamica, faccia sì che gli impieghi:

a) siano correlati nel tempo alle esigenze previdenziali verificandone le dinamiche (equilibrio);

b) siano gestiti allo scopo di migliorare nel tempo il livello di copertura delle passività (redditività e copertura diretta);

c) si dimostrino resistenti nel lungo termine agli andamenti negativi di mercato, garantendo stabilità di flussi (controllo dei rischi).

L’approccio Alm al quale ci si riferisce è quello degli “investimenti guidati dalle passività” (Liability Driven Investment – Ldi), che si sostanzia nella combinazione di due strategie di portafoglio, una che investe in strategie di immunizzazione e gestione del rischio passività (portafoglio di copertura delle passività), l’altra in soluzioni standard di asset management (portafoglio di performance). Una volta impostato il portafoglio di copertura delle passività, il resto del patrimonio può essere investito in attività che perseguano adeguato rendimento, in base alla propensione al rischio e agli obiettivi di rendimento che garantiscono l’equilibrio a lungo termine. Questo rafforza la struttura di patrimonio: un portafoglio finalizzato a realizzare una corrispondenza dei flussi di cassa – in termini di priorità sui periodi dove è più opportuno – rende il patrimonio più resistente a movimenti avversi di mercato. La corrispondenza nei flussi di cassa, infatti, consente di realizzare una copertura delle passività sterilizzando i rischi di mercato (e lasciando solo il rischio di controparte, idiosincratico) sulla quota di patrimonio a cui è dedicata, riducendo sensibilmente la rischiosità complessiva. Tanto più sarà possibile combinare i flussi attesi di patrimonio con i flussi certi dei pagamenti, tanto meno il patrimonio sarà esposto a rischi di mercato. Con la duplice strategia Ldi si realizza un compromesso tra un approccio senza rischio di mercato, che garantisce i limiti delle passività, e un approccio a rischio che persegue un’ottimizzazione del rendimento, con un metodo di allocazione dinamica che combina investimenti a coperture, le tecniche di hedging di portafoglio trasposte in un contesto di Alm.

 

Il modello di gestione del patrimonio

La Fondazione, nell’ambito del processo di revisione e aggiornamento del proprio modello organizzativo, al fine di disciplinare le attività di gestione del patrimonio, con la prospettiva di efficientarne la gestione in ottica ALM – LDI, ha adottato i seguenti documenti: Politica degli Investimenti, Asset Liability Management (ALM), Governance del Patrimonio. Ad integrazione di tale sistema documentale, denominato “Modello di Gestione del Patrimonio”, è stato approvato da ultimo, nella seduta del 17 giugno 2021, il “Manuale delle procedure operative e di controllo del patrimonio della Fondazione” (di seguito il Manuale).

L’adozione del Manuale risponde alla volontà della Fondazione di formalizzare il processo di gestione del patrimonio, descrivendo in modo dettagliato, nei documenti denominati “Procedura”, le modalità operative relative allo svolgimento dei processi caratteristici della gestione del patrimonio inerenti alla definizione della strategia, all’investimento e al disinvestimento.

 

Il paradosso del patrimonio bloccato

La riforma delle pensioni Fornero aveva imposto alla Fondazione di dimostrare la sostenibilità del sistema in un orizzonte temporale di almeno 50 anni, utilizzando il solo saldo corrente tra le entrate e le uscite senza attingere dal proprio patrimonio (ad eccezione delle plusvalenze generate). Il saldo corrente è la differenza tra i contributi previdenziali versati all’Enpam, sommati agli interessi generati dal patrimonio, e i costi delle prestazioni previdenziali e assistenziali pagate nel corso di un anno fiscale. Ad oggi Enpam, pur avendo dimostrato di poter garantire le pensioni e l’assistenza in un orizzonte temporale di oltre 50 anni, non può per legge utilizzare nemmeno in parte il proprio patrimonio, ossia i risparmi degli iscritti, per il pagamento delle pensioni e dei sussidi per l’assistenza tradizionale e strategica, ad eccezione del suo rendimento annuale generato, le plusvalenze. In altri termini, questa situazione è paragonabile a quella di una famiglia che, pur senza debiti, non può attingere ai propri risparmi, dovendo contare solo sullo stipendio, e che, anche nelle semplici previsioni di spesa, non può nemmeno virtualmente contabilizzarli.

 

La gestione dell’immobiliare

Il portafoglio immobiliare dell’Enpam è suddiviso in investimenti immobiliari diretti, gestiti attraverso Enpam Real Estate Srl (società a socio unico a cui la Fondazione ha affidato, a decorrere dal 2011, la manutenzione e la gestione del proprio patrimonio immobiliare), e indiretti, in fondi immobiliari amministrati da società di gestione del risparmio. L’incidenza del patrimonio immobiliare su quello da reddito della Fondazione è pari al 22,71 per cento (rispetto al 23,11 per cento del 2020), con il solo comparto della gestione diretta che pesa per un valore pari al 4,25 per cento (nelle more della dismissione immobiliare avvenuta ad inizio 2022). La destinazione d’uso del patrimonio immobiliare è prevalentemente uffici/direzionale (stante anche la vendita del residenziale romano conclusa, cui poi si deve sommare anche la dismissione del project dream perfezionata però nel 2022), coerentemente con le strategie di investimento della Fondazione e una progressiva diminuzione del residenziale per effetto del processo delle dismissioni gestito da Enpam Real Estate. È bene evidenziare che Enpam Real Estate si è dotata, dal 2018, di un nuovo modello di organizzazione, gestione e controllo, definito ai sensi del decreto legislativo n. 231/2001. In questo modo e con l’aggiornamento del codice etico, la società ha rafforzato il proprio sistema di controllo interno, garantendo il rispetto dei requisiti di correttezza e di trasparenza e dotandosi di uno strumento di tutela in tema di responsabilità amministrativa d’impresa. Il modello adottato è il risultato di un’approfondita analisi relativa all’organizzazione e ai processi aziendali, in linea con le best practice e la dottrina prevalente nel mercato.

 

Gli investimenti reali

Con l’approvazione del nuovo organigramma, in vigore dal gennaio 2021, l’area che si occupa di gestire gli investimenti e i disinvestimenti del portafoglio beni reali, di proporre e gestire l’asset allocation tattica dei beni reali con il monitoraggio sulle attività di gestione, ha preso il nome di investimenti reali, in linea con l’asset allocation strategica che prevede non solo investimenti in immobili, ma anche in infrastrutture.

Il piano di investimenti approvato nel 2019 prevedeva per l’esercizio 2021 nuovi investimenti per 800 milioni di euro, suddivisi equamente tra real estate e infrastrutture.

Per il comparto immobiliare, a luglio il Consiglio di amministrazione ha deliberato la sottoscrizione di 161 milioni di euro di nuove quote del Fondo Antirion Global – Comparto Core; quest’ultimo ha provveduto all’acquisizione dell’immobile Saint-Gobain Tower localizzato a Parigi, nel distretto finanziario La Defense, in partnership con una società del Gruppo Generali.La Tour Saint-Gobain, grattacielo di 46 piani terminato nel dicembre 2019, è l’headquarter del Gruppo Saint-Gobain e rappresenta un esempio della capacità di innovare materiali e tecnologie a servizio del settore immobiliare; l’edificio ha ottenuto le principali certificazioni ambientali internazionali ai livelli più elevati: Hqe Niveau Exceptionel, High Energy Perfomance Label Effinergie+, Leed Platinum Certification e Breeam International Outstanding. Antirion SGR, sempre per il Comparto Core ha acquisito anche l’edificio HQ2, sede di Pirelli Tyre, situato a Milano, progettato da Vittorio Gregotti e inaugurato nel 2005. L’edificio è caratterizzato da ampie vetrate e occupa 5 piani fuori terra e due piani interrati, per una superficie totale di oltre 15.000 mq. HQ2 ha un ottimo profilo ambientale e ha ottenuto la certificazione Breeam In Use raggiungendo il livello “Very Good” per la Part 1 – Asset Performance.

Per il comparto infrastrutture, nel 2021, l’Area Investimenti Reali ha attuato una sollecitazione di mercato per l’Asset Class Infrastrutture Equity. Sono state invitate a presentare le proprie proposte di investimento 90 controparti potenzialmente in raccolta presenti nei database della Fondazione e dell’Investment Advisor. Al riguardo il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, a marzo 2021, ha approvato la proposta di investimento del Fondo F2i – Fondo per le infrastrutture sostenibili gestito da F2i Sgr, che investe in energia rinnovabile, trasporti e infrastrutture sociali. Il Consiglio di Amministrazione, in questa occasione, ha dato mandato all’Area Investimenti Reali “di effettuare un più ampio focus sui fondi dell’asset class infrastrutture con target di investimento in Italia”; dopo una ricerca di mercato e un’attenta analisi, in data 23 aprile 2021 con delibera n. 47, sono state approvate le proposte di investimento del Fondo Ania gestito da F2i Sgr, che investe in aeroporti, porti, ferrovie, energia rinnovabile e infrastrutture sociali, del Fondo Helios II gestito da Tages Capital Sgr, che investe in fotovoltaico e del Fondo Green Arrow Infrastructure of the future gestito da Green Arrow Capital Sgr che investe in energia rinnovabile e mobilità sostenibile.

 

Roma, storia di una dismissione epocale

 

on la firma dell’ultimo rogito, avvenuta il 21 aprile 2021 a Roma, l’Enpam ha completato un processo durato 10 anni che sancisce la vendita dell’intero patrimonio residenziale della Capitale del più grande ente previdenziale privato italiano. Una straordinaria operazione di dismissione, di carattere epocale, che ha portato alla vendita diretta agli inquilini di più di 4.500 unità immobiliari, senza che neanche una di esse rimanesse invenduta. Nel corso di questi anni, sono stati messi sul mercato esattamente 4.540 appartamenti e 255 unità immobiliari ad uso diverso dall’abitativo come uffici, negozi, magazzini e autorimesse. Un patrimonio distribuito su ben 56 complessi residenziali dislocati in vari quartieri di Roma: dalla Balduina al Nuovo Salario, dal Portuense al Tiburtino fino al Torrino, solo per citarne alcuni. La vendita ha fruttato complessivamente circa 813 milioni di euro, con una plusvalenza di circa 270 milioni di euro, superiore di ben il 50 per cento al valore di libro degli stessi immobili. La plusvalenza è impiegata per le pensioni dei medici e degli odontoiatri. “Questi immobili che mediamente hanno circa 40 anni – ha spiegato il presidente Oliveti -, avevano concluso la loro potenziale capacità di generare reddito con una gestione ordinaria. Implicavano infatti l’esigenza di una manutenzione straordinaria, in ragione della loro vetustà, ed erano gravati da una tassazione penalizzante. È stato quindi individuato un percorso di dismissione iniziato nel 2011, con le prime vendite avvenute poi nel 2013, con l’idea di mettere sul mercato tutti i nostri 56 complessi residenziali, vendendoli in blocco, ossia con la formula del cosiddetto cielo-terra”. E in effetti è stata congegnata una procedura di dismissione del tutto originale, non solo sul panorama immobiliare romano, ma anche a livello nazionale. Non si è infatti proceduto con la vendita a singoli inquilini, ma responsabilizzando i futuri acquirenti: l’Enpam, di volta in volta, ha chiesto loro di mettersi insieme per formare dei soggetti giuridici collettivi, cioè delle cooperative, e trattando con esse per la vendita di ogni stabile nel suo complesso.
La stragrande maggioranza degli inquilini ha potuto così acquistare il proprio appartamento direttamente. Nel caso in cui qualcuno non sia stato nelle condizioni economiche di comprare o magari ha scelto di non farlo, Enpam ha stabilito delle clausole di salvaguardia prevedendo, per quanti non si sono potuti permettere di comprare casa, il diritto a rimanere in affitto o, se di età superiore a 67 anni, di acquistare il solo diritto vitalizio di abitazione. L’onere è stato assunto dagli altri acquirenti. Questi ultimi infatti, con modalità diverse, si sono fatti carico dell’acquisto anche di quegli appartamenti rimasti invenduti. “Scopo dell’Enpam, infatti, – sottolinea il presidente Oliveti – era di evitare di rimanere proprietaria di pertinenze condominiali o di singoli appartamenti invenduti. Trattando la vendita non con migliaia di inquilini ma con le cooperative da loro formate, la Fondazione è riuscita nell’intento”.
L’Enpam ha venduto a un prezzo alla portata degli inquilini, in base però ad accordi collettivi che prevedevano che gli stessi inquilini si mettessero tutti in regola con i versamenti dei canoni di locazione arretrati. A questo fine Enpam ha anche fatto degli accordi per l’aggiornamento e l’adeguamento degli stessi canoni, salvaguardando i soggetti con Isee al di sotto di una certa soglia. L’Enpam ha concluso il processo di vendita una volta che tutti gli inquilini sono risultati in regola con i pagamenti degli affitti.
Il prezzo che è stato stabilito per le diverse abitazioni ha sempre tenuto conto dello stato di manutenzione e dello stato di vetustà dell’immobile. Nello specifico, la procedura messa a punto da Enpam ha previsto di utilizzare come base per il prezzo di vendita i valori di zona rilevati dall’Agenzia delle Entrate applicando poi uno sconto ulteriore in quanto la vendita veniva effettuata sull’intero stabile e agli stessi occupanti. Per garantire inoltre la massima trasparenza, l’Enpam ha scelto di far valutare le offerte da un soggetto terzo, esterno all’Ente stesso. Una volta validata da quest’ultimo, l’offerta definitiva veniva sottoposta al Consiglio di amministrazione della Fondazione per l’approvazione e il via libera al rogito.
“Da questo straordinario processo di dismissione – ha fatto notare ancora il presidente Oliveti – l’Ente ha ottenuto di sicuro un buon risultato economico, facendo in modo però che gli inquilini accedessero alla proprietà dell’appartamento in cui vivevano. In sostanza l’Enpam è riuscito a mettere insieme il diritto costituzionale alla pensione, che è quello delle migliaia di medici e odontoiatri che pagano i propri contributi alla Fondazione, con il diritto alla casa dei tanti inquilini che hanno voluto e potuto acquistarla”.


Project dream, riuscito il piano di vendita dell’Enpam

Nel corso del 2021, il Consiglio di amministrazione dell’Enpam ha accettato l’offerta del gestore statunitense Apollo Global Management per l’acquisto dell’intero patrimonio immobiliare di proprietà diretta dell’ente di previdenza dei medici e degli odontoiatri.
Gli immobili saranno venduti a 842 milioni (l’atto si è perfezionato nel mese di marzo 2022), permettendo all’ente di incassare anche una plusvalenza destinata a rafforzare la sostenibilità del sistema previdenziale dei camici bianchi.
L’Enpam aveva lanciato nel 2019 l’operazione denominata Project Dream, mettendo sul mercato un pacchetto di 68 immobili, principalmente direzionali dislocati a Roma e in Lombardia, ma anche abitativi (in prevalenza a Milano e hinterland), oltre che ricettivi e logistici. Si trattava, per la maggioranza, di immobili acquistati tra gli anni Sessanta e l’inizio degli anni Novanta, e dunque ben prima che l’Ente previdenziale venisse privatizzato nel 1995. In gara per l’acquisto dei circa 759mila metri quadri commerciali si sono presentati 43 operatori italiani e internazionali, mentre tre sono arrivati alla fase finale sottoponendo un’offerta vincolante, con Apollo che l’ha spuntata grazie all’offerta più alta.
La conclusione di Project Dream rappresenta per Enpam il coronamento di una strategia che ha puntato a dismettere la proprietà diretta di immobili, diventata ormai sempre meno conveniente per un ente previdenziale. “In linea con l’obiettivo primario dell’Enpam, che è quello di mettere efficacemente a reddito il patrimonio per pagare pensioni agli iscritti, abbiamo deciso di dismettere gli immobili di diretto possesso per reimpiegare le risorse ricavate in investimenti più redditizi e diversificati”, commenta il presidente Oliveti.
Con la dismissione l’Enpam realizza anche importanti risparmi. Già dal 2022, tra Imu, Tasi e costi vari di gestione legati agli stabili venduti, si prevede che l’ente possa avere 40 milioni di euro in meno di spese all’anno.
“Ricordiamo che nel giro di un paio d’anni toccheremo l’apice dei pensionamenti e il saldo tra contributi incassati e pensioni pagate si assottiglierà – aggiunge Oliveti –. Grazie a quest’operazione guardiamo al futuro con tranquillità ancora maggiore, potendo contare su un patrimonio che offrirà riserve adeguate e rendimenti tali da garantire il rispetto degli impegni presi nei confronti degli iscritti”.
La complessa procedura di Project Dream, una delle più importanti e imponenti operazioni immobiliari di mercato realizzate in Italia negli ultimi anni, si è potuta svolgere rapidamente grazie all’autonomia di cui è dotata l’Enpam.
L’acquirente selezionato, Apollo Global Management, che agisce per conto di un fondo di investimento dallo stesso gestito, è un leader globale nella gestione di investimenti alternativi con un patrimonio di circa 461 miliardi di dollari al 31 Marzo 2021, ripartito in fondi di private equity, credito e real asset.

Gli investimenti “mission related”

Forte della convinzione che la tenuta nel lungo periodo del sistema pensionistico dipenda anche dalla crescita dei contributi previdenziali, collegata allo sviluppo del lavoro medico e odontoiatrico, a partire dal 2014 Enpam ha deciso d’includere all’interno della propria Asset allocation strategica (Aas) una quota fino al 5 per cento in investimenti correlati e a supporto della propria missione. Si tratta di investimenti in ambiti di interesse strategico che, nell’assolvere l’obiettivo primario di gestione del patrimonio a supporto delle prestazioni previdenziali e assistenziali offrendo un rendimento sul capitale impegnato, contestualmente sono volti a sostenere la crescita delle professioni mediche e odontoiatriche, supportando quindi anche il Sistema sanitario nazionale con conseguente positiva ricaduta sulla solidità finanziaria del sistema Italia. La Fondazione, infatti, per dovere istituzionale, sceglie di perseguire solo investimenti che abbiano un rapporto tra rischio e rendimento atteso coerente con un profilo prudente e protettivo dell’impegno di capitale, nella consapevolezza però che, se il mondo del lavoro va in difficoltà, è lo stesso flusso di contributi ad andare in crisi. In virtù di queste ragioni vengono effettuate, in parallelo, valutazioni di sistema e di professione. Gli investimenti “mission related” che rientrano nel cosiddetto portafoglio istituzionale sono stati indirizzati a supporto della ricerca nel settore biotecnologico/biomedicale, dell’edilizia ospedaliera, clinica e residenziale sanitaria assistita, della nutrizione e della salute.
Al 31 dicembre 2021, il totale versato in investimenti “mission related” è risultato pari a oltre 552 milioni di euro, a fronte di un impegnato pari a oltre 626 milioni di euro, così come descritto nella seguente tabella.

 

PATRIMONIO ISTITUZIONALE
MISSION RELATED

IMPORTI VERSATI
AL 31/12/2020

IMPORTI DELIBERATI
(impegnati)

RESIDUO DELIBERATO/
VERSATO

Fondo Principia III
– Health

122.880.636

150.000.000

27.119.364

Eurocare*

10.500.000

10.500.000

0

Spazio Sanità

49.948.985

50.000.000

51.015

Fondo Pai (Parchi agroalimentari italiani) Comparto A e B

13.961.633

14.000.000

0

Banca d’Italia

225.000.000

225.000.000

0

Fondo Aesculapius
(Complesso Ospedaliero 
Fatebene fratelli)

87.000.000

87.000.000

0

Obbligazioni "Gemelli"

30.000.000

30.000.000

0

Campus Biomedico

9.995.000

9.995.000

0

Fondo Antirion
Casa delle Professioni

3.400.000

50.000.000

46.600.000

TOTALE

552.686.254

626.495.000

73.719.364

(*) relativamente al fondo Eurocare si precisa che la percentuale di investimento in Italia è pari al 55%.

 

Enpam intende inoltre valutare nei prossimi anni altre opportunità in ambiti d’interesse per i propri iscritti e per la collettività da cui è possibile trarre profitti etici, tra cui social housing, istruzione universitaria, promozione di stili di vita sani e progetti in favore dell’ambiente, non solo per fronteggiare gli effetti diretti dell’inquinamento, ma anche per l’adattamento ai cambiamenti climatici che, uniti a un’urbanizzazione non controllata, stanno comportando dissesti idrogeologici.

 

Gli investimenti nel settore della nutrizione e salute

Nel 2016 Enpam ha concluso il versamento di 14 milioni di euro impegnati sul Fondo Pai, Parchi agroalimentari italiani, uno tra i primi progetti di collaborazione pubblico-privato italiani, operativo nel settore alimentare. L’impegno è stato preso sui due comparti del fondo: il comparto A, di cui la Fondazione è tra i primi quotisti insieme al Consorzio agro-alimentare di Bologna (Caab), è relativo a “Fico Eataly World”, la Fabbrica italiana contadina sorta alle porte di Bologna, il comparto B è il mercato ortofrutticolo, contiguo al Fico. Fico Eataly World vuole diventare la struttura di riferimento per la divulgazione e la conoscenza dell’agroalimentare, il luogo di incontro per tutti coloro che amano il cibo e che vogliono conoscerne segreti e tradizioni. Inaugurato e aperto al pubblico il 15 novembre 2017, Fico Eataly World è tra i vincitori dei Mipim Awards 2018, gli Oscar del settore immobiliare creati nel 1991 e assegnati ogni anno dal più importante salone internazionale del real estate. L’investimento di Enpam sul tema della qualità della vita ha l’obiettivo, da un lato, di supportare il welfare e, dall’altro, di favorire risparmi su alcune delle attuali voci della spesa sanitaria collegate al tema della nutrizione e degli stili di vita.

 

Gli investimenti nel settore delle biotecnologie

Enpam, nel corso degli ultimi anni, ha portato avanti una strategia di investimento, per il tramite del fondo Principia III – Health, nella ricerca e sviluppo di soluzioni in ambito biomedicale e life science, con uno stanziamento di 150 milioni di euro, di cui circa quasi 123 già investiti. Di particolare rilievo diverse operazioni avviate e/o start-up nelle quali il fondo ha investito, che vanno dai settori della medicina nucleare e degenerativa all’attività di scouting e testing su molecole e farmaci per la terapia del dolore, dallo sviluppo di prodotti farmaceutici e diagnostici per combattere le malattie gastrointestinali, autoimmuni e metaboliche allo sviluppo di anticorpi ad uso terapeutico, dalla progettazione di device e strumentazione per il monitoraggio di parametri fisici in ambito sportivo alla ricerca sulle cellule staminali.

 

Gli investimenti in Residenze sanitarie assistenziali

L’aumento della vita media in tutta Europa sta contribuendo allo sviluppo di una nuova economia orientata alle necessità sanitarie, chiamata white economy, settore in forte crescita e assetato di nuovi investimenti per realizzare le strutture in grado di fornire i servizi richiesti dai cittadini. La Fondazione Enpam ha scelto di investire nella white economy, il settore dei servizi sanitari e di cura rivolti alle persone, in particolare alla terza età, contribuendo a realizzare nuove residenze sanitarie con l’obiettivo duplice di ottenere buoni rendimenti, con cui finanziare nuove opportunità di welfare per gli iscritti e garantire il pagamento delle pensioni, e di gettare le fondamenta per aumentare i posti di lavoro per la categoria. Un impegno, quest’ultimo, che Enpam considera correlato alla propria missione, cioè legato indissolubilmente al patto generazionale tra chi lavora oggi e chi lavorerà domani, per continuare ad alimentare il flusso di contributi necessario per assicurare le pensioni: infatti, se si creano nuove Rsa, ci saranno anche nuove richieste di personale sanitario. Uno dei veicoli con cui la Fondazione investe nelle Rsa è il fondo Spazio Sanità, di cui l’Enpam è il quotista principale con circa il 40 per cento. Nel corso degli anni sono stati impegnati nel fondo 50 milioni di euro, che hanno finanziato l’acquisizione di 22 residenze in tutto il centro-nord Italia. Spazio Sanità ha così raggiunto 2.622 posti letto complessivi.

 

Gli investimenti nelle strutture ospedaliere

Enpam ha confermato la sua politica di investimento, resa ancor più attuale nella contingenza coronavirus,  nei confronti delle più importanti strutture ospedaliere italiane che l’ha condotta, a partire dal 2015, a investire una quota pari a 30 milioni di euro di un prestito obbligazionario decennale in favore del Policlinico Gemelli di Roma, una delle più importanti strutture ospedaliere del Paese in un momento particolarmente delicato che riguarda l’attività professionale di circa 5300 risorse, di cui 988 medici. Sempre nel 2015, la Fondazione ha sottoscritto la totalità delle quote del fondo Antirion Aesculapius, che ha consentito l’acquisto del complesso dell’Ospedale S. Giuseppe dall’Ordine religioso Fatebenefratelli di Milano. L’attività di investimento del fondo – che rientra negli investimenti di interesse strategico della Fondazione, legati alla crescita delle professioni mediche e odontoiatriche – è focalizzata sul settore health-care in senso ampio e, quindi, sulla gestione di cespiti con destinazione d’uso assistenziale sanitaria, graduata in base all’autosufficienza personale, che va dal residenziale assistito, a cliniche, poli geriatrici e strutture per la gestione acuti, ospedali e centri di riabilitazione. Ad oggi il portafoglio del Fondo si è ampliato con l’acquisto di una clinica ospedaliera ad Arezzo e una RSA a Bologna.  In quest’ambito, si riporta anche la partecipazione di Enpam nell’Università Campus Bio-Medico di Roma, operativa nei campi dell’assistenza con il Policlinico universitario, della didattica con l’Università, della ricerca con i laboratori, e della formazione continua. La Fondazione detiene una partecipazione pari a circa il 9 per cento del totale del capitale sociale, per un valore a bilancio di circa 10 milioni di euro.

 

Con Banca d’Italia

La strategia di investimenti da parte dell’Enpam a sostegno dell’Italia trova conferma nell’operazione effettuata nel novembre 2015: la Fondazione ha infatti acquisito il 3 per cento delle quote del patrimonio di Banca d’Italia, il livello massimo consentito, contribuendo a rendere gli enti previdenziali privati il terzo azionista più importante di Palazzo Koch con oltre il 10 per cento. L’investimento nella Banca d’Italia consente la corresponsione di un dividendo annuo stabile di gran lunga superiore ai rendimenti dei titoli di stato a lungo termine (nel 2021, come negli anni precedenti, è stato pari a 10.200.000 euro).

Pur non rientrando nel periodo oggetto del presente bilancio, si rappresenta che a fine febbraio 2022 Enpam ha aumentato la propria partecipazione nella compagine azionaria di Banca d’Italia, passando dal precedente 3 per cento all’attuale 4,93 per cento.

L’operazione è stata possibile in seguito all’approvazione di un emendamento dell’ultima Legge di bilancio, che ha consentito l’innalzamento del tetto massimo di partecipazione nell’Istituto di Palazzo Koch fino al 5 per cento. Un provvedimento che, tra l’altro, ha spinto altre Casse di previdenza private ad acquisire quote di Bankitalia. “Come presidente di Adepp, l’Associazione che riunisce le Casse di previdenza private – ha dichiarato Alberto Oliveti, che guida anche l’Enpam – sono contento innanzitutto che si sia aperto il ventaglio della partecipazione delle Casse che, dalle iniziali tre sono ora 11 nel capitale sociale di Banca d’Italia. Inoltre, alcune di esse hanno anche utilizzato la possibilità, offerta dagli ultimi provvedimenti di legge, di salire nella percentuale di partecipazione nell’Istituto di Via Nazionale. Si tratta di uno scenario che avevamo discusso già a suo tempo insieme al ministro dell’Economia Daniele Franco, quando era direttore generale a Palazzo Koch. Credo che la scelta convinta da parte delle Casse di previdenza private – ha aggiunto Oliveti – sia un segnale al mercato economico e finanziario nazionale, che va nel senso del sostegno al sistema bancario e del riconoscimento dell’autorità di vigilanza di Bankitalia”. Sono 14 gli enti previdenziali entrati a far parte del capitale di Bankitalia, di cui 11 Casse che fanno capo all’Adepp, detenendo un totale del 26,33 per cento del capitale dell’Istituto.

Casa delle professioni

 

Nel 2019 l’Enpam ha deciso di investire in un fondo, denominato “Casa delle professioni”, destinato alle casse di previdenza e assistenza dei professionisti italiani e caratterizzato dalla presenza di immobili a prevalente destinazione d’uso direzionale, localizzati a Roma, Milano e nelle principali città, con una offerta di servizi di co-working in favore dei professionisti iscritti alle suddette casse previdenziali. Per ciascun asset si prevede di riservare una parte degli spazi, pari al 20%, alle attività di co-working, concedendo tali spazi in locazione a un canone agevolato, scontato di una percentuale compresa tra il 50 e il 70% rispetto al prezzo medio delle postazioni lavoro tipiche del co-working; la restante parte delle superfici è destinata a locazioni di mercato.
Date le caratteristiche del progetto sopra illustrate, l’investimento rientrerà tra quelli cosiddetti mission related e, quindi, sarà inserito nel portafoglio istituzionale della Fondazione, in ragione del correlato interesse strategico legato alla crescita delle professioni mediche e odontoiatriche. L’investimento è stato deliberato per un importo massimo di € 50 milioni.
Il co-working è una modalità di lavoro innovativa che sta riscontrando sempre più successo a livello nazionale e internazionale, attraendo tipicamente professionisti che lavorano a casa, liberi professionisti o persone che viaggiano frequentemente, in cerca di un appoggio più istituzionale e temporaneo e che spesso finiscono per lavorare in relativo isolamento.
Scopo del Fondo, sottoscritto anche da altre rilevanti casse di previdenza (come Cassa Forense, Inpgi, Enpav e Cnpr), è anche quello di cogliere le opportunità offerte dal nuovo contesto in cui si trova il mercato del lavoro, comprendendo ed anticipando le nuove esigenze dei liberi professionisti, riconducibili ad un profondo mutamento del mercato del lavoro anche in conseguenza della crisi, alle crescenti barriere all’entrata nel mercato del lavoro e della libera professione, ad uffici tradizionali che rispettano sempre meno le esigenze dei lavoratori, a liberi professionisti con redditi bassi fino alla soglia dei 40 anni. Il Fondo si prefigge la realizzazione di un progetto che, sull’intero territorio nazionale, sia di supporto ai professionisti delle Casse quotiste del Fondo, sia che questi siano conduttori degli spazi dati in locazione, sia che siano professionisti che esercitano altrove; la sgr, infatti, dovrà rendere questi luoghi punti di incontro e di aggregazione multidisciplinari. Di seguito gli obiettivi principali:
• creare e mettere in rete spazi di lavoro condivisi, funzionali ed economicamente vantaggiosi per le diverse tipologie di professioni;
• diffondere il progetto sull’intero territorio nazionale aprendo una «Casa delle Professioni» nelle principali città;
• far divenire le Case punti di riferimento nel tessuto sociale cittadino aprendole a dibattiti, incontri, momenti formativi, con il conseguente volano economico-professionale a vantaggio dei professionisti coinvolti, con particolare focus ai giovani;
• creare un contatto costante e centralizzato tra professionisti aderenti al progetto e le rispettive Casse quotiste del Fondo, al fine di gestire informazioni attinenti la Previdenza e l’Assistenza erogate dalle stesse Casse e di esaminare strumenti di welfare allargato e integrato;
• sviluppare momenti formativi, finalizzati agli stessi professionisti di cui sopra.
Dunque, oltre ai servizi di base tipici del co-working, quali una segreteria centrale, i supporti tecnologici, i servizi di pulizia e logistica connessi alle esigenze delle singole professioni, il progetto ha come obiettivo anche quello di erogare servizi attinenti all’assistenza dei professionisti delle Casse di previdenza che aderiscono.
Si stima la creazione, per i professionisti destinatari del progetto in questione, di 900 postazioni fisse per tutto il portafoglio; ipotizzando poi un modello a rotazione/alternanza della presenza del 50%, si stima un numero di utenti finali di circa 1.500 unità.
Alla fine del 2020, la società di gestione ha provveduto ad avviare l’operatività del Fondo e la Fondazione ha finalizzato il proprio impegno per un importo di 34 milioni di euro, con una partecipazione del 50% delle quote sottoscritte.

Il valore economico generato e distribuito

Alcuni aspetti del contributo di Enpam al sistema Italia si evidenziano dall’analisi della distribuzione del valore economico generato, calcolato riclassificando le voci dello schema di conto economico del bilancio di esercizio. Quest’analisi consente di ottenere una valutazione quantitativa dell’impatto economico-sociale diretto della Fondazione, misurando le diverse voci che compongono la ricchezza creata e distribuita sotto forma di costi.

 

VALORE ECONOMICO GENERATO E DISTRIBUITO

2019

2020

2021

Valore economico generato (A)

4.025

3.868

4.168

Ricavi e proventi contributivi

2.987

3.236

3.244

Risultato della gestione finanziaria e patrimoniale
(al lordo delle imposte)

1.038

632

924

Valore economico distribuito (B)

2.210

2.632

2.824

Iscritti

1.972

2.386

2.525

Costi operativi

12

12

22

Dipendenti

41

41

42

Organi sociali

4

3

3

Remunerazione della Pubblica Amministrazione

182

190

232

Valore economico trattenuto (A-B)

1.815

1.236

1.344

Ammortamenti, svalutazioni

77

16

202

Accantonamenti per rischi

0

0

1

Utile di esercizio

1.739

1.222

1.141

 

Il valore economico generato rappresenta la ricchezza economica misurabile, prodotta nell’anno dalla Fondazione. Le principali voci che contribuiscono alla formazione di tale valore sono:

• le entrate contributive, cioè i contributi versati dagli iscritti;

• i proventi derivanti dalla gestione finanziaria e patrimoniale dell’Ente, al netto dei relativi oneri;

• il valore economico distribuito permette di quantificare la ricchezza prodotta da Enpam e come questa è distribuita ai suoi portatori d’interesse (stakeholder);

• gli iscritti, che ricevono valore sotto forma di prestazioni previdenziali e assistenziali. La rilevanza di tale importo sottolinea la centralità degli iscritti per la Fondazione e l’orientamento alla soddisfazione delle loro esigenze;

• lo Stato (remunerazione della pubblica amministrazione), che riceve imposte dirette e indirette;

• la struttura organizzativa, che necessita di risorse per l’acquisto di beni e servizi necessari alla sua attività;

• gli organi sociali e le risorse umane, che ricevono un compenso adeguato al loro contributo alla missione della Fondazione.

Nel 2021 la Fondazione ha versato allo Stato o agli Enti locali oltre 232 milioni di euro sotto forma di imposte dirette e indirette. La tabella seguente mostra il dettaglio delle voci che compongono il gettito nell’ultimo triennio:

 

IL DETTAGLIO DEL GETTITO FISCALE
2019-2021

2019

2020

2021

Oneri diversi di gestione (Imu, TASI, tassa, rifiuti, altri tributi locali e altre imposte e tasse)

19.060.246

12.690.995

11.538.528

Imposte ritenute
alla fonte

140.227.221

155.973.876

197.264.946

Imposte sul reddito d'esercizio

21.569.948

20.393.214

22.867.606

Spese di registrazione contratto di affitto

835.328

688.821

603.499

TOTALE

181.692.743

189.746.906

232.274.579