La Fondazione Enpam, Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri, è il riferimento per tutti i medici e gli odontoiatri fin dalla loro iscrizione all’Albo professionale: segue il loro iter previdenziale e assistenziale legato all’attività professionale esercitata e, al termine del percorso lavorativo, eroga le pensioni sia agli iscritti sia, eventualmente, ai familiari che ne abbiano diritto.

Al 31 dicembre 2021 l’Enpam ha 373.407 iscritti attivi e 143.210 pensionati.

 

L’identità e la natura giuridica della Fondazione

L’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri è una Fondazione senza scopo di lucro. La Fondazione, nell’ambito dell’autonomia gestionale, organizzativa, amministrativa e contabile riconosciuta dalla legge e attraverso una gestione sana, prudente ed efficiente dei contributi versati, garantisce a favore degli iscritti l’erogazione di pensioni (ordinarie, di vecchiaia, di anzianità, supplementi di pensioni ordinarie, pensioni di invalidità, pensioni ai superstiti) e di prestazioni assistenziali. Inoltre, promuove l’attività professionale dei propri iscritti e l’erogazione di misure a sostegno del loro reddito. L’Enpam è stato istituito nel 1937 come Cassa di assistenza del sindacato nazionale fascista medici.

Nel 1950 la Cassa è stata trasformata in ente di diritto pubblico (decreto del Presidente della Repubblica del 27 ottobre). A seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, l’Enpam si è costituito in Fondazione di diritto privato il 24 novembre 1995. La modifica della qualificazione pubblicistica dell’Ente e degli strumenti di gestione non ha fatto venire meno l’interesse di natura pubblica dell’attività di previdenza e di assistenza svolta (Corte costituzionale, sentenza n. 248 del 1997). L’Enpam è, quindi, un ente privato di interesse pubblico che esercita in forma privatistica una funzione pubblicistica (Corte dei conti, sezione controllo gestione enti, 23 ottobre 1995, n. 49). L’iscrizione e la contribuzione all’Enpam sono obbligatorie per tutti i medici e gli odontoiatri iscritti all’Albo professionale. La contribuzione è conseguenza obbligatoria dell’iscrizione all’Albo per quanto riguarda il fondo di previdenza generale e del convenzionamento con il Servizio sanitario nazionale per quanto riguarda i fondi speciali. Non sono consentiti finanziamenti pubblici diretti o indiretti (articolo 1, comma 3, decreto legislativo n. 509/1994).

Per la funzione pubblica svolta e l’obbligatorietà della contribuzione dei professionisti, l’Enpam è soggetto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, di concerto con quello dell’Economia e delle Finanze, nonché al controllo generale da parte della Corte dei conti. Dal 2011 la Covip vigila altresì sugli investimenti finanziari e sulla composizione del patrimonio (decreto legge 6 luglio 2011, n. 98 convertito con modifiche dalla legge 15 luglio 2011, n.111). La sentenza n. 7 del 2017 della Corte costituzionale ha messo in evidenza come il compito dell’Enpam, al pari delle altre casse privatizzate, sia quello di gestire i contributi versati da ciascun professionista iscritto prima della quiescenza così che il lavoratore possa ritirare il proprio montante contributivo, cioè quanto versato sino al momento della pensione, maggiorato dai coefficienti di trasformazione. Il collegamento (proporzionalità) chiaro e indefettibile, fra volume dei contributi versati e livello delle prestazioni rese, comporta una importante responsabilità del gestore in ordine al loro impiego; dalla buona amministrazione dei contributi dipende in buona sostanza il mantenimento di questo sistema previdenziale che, per legge, non può avvantaggiarsi di contributi a carico dello Stato (cioè della fiscalità generale). Secondo la Corte costituzionale la scelta di “realizzare un assetto organizzativo autonomo basato sul principio mutualistico” non è l’unica opzione possibile, ma “una volta scelta tale soluzione, il relativo assetto organizzativo e finanziario deve essere preservato in modo coerente con l’assunto dell’autosufficienza economica, dell’equilibrio, della gestione e del vincolo di destinazione tra contributi e prestazioni”. Da ultimo, si evidenzia come la Corte di cassazione con sentenza 4568/2021 abbia rimarcato la legittimità delle norme che regolano il pagamento dei contributi minimi agli enti previdenziali.

La Fondazione, inoltre, controlla interamente la società Enpam Real Estate Srl1, alla quale ha affidato la manutenzione e la gestione del proprio patrimonio immobiliare, per il tramite di apposito contratto di servizio.

 

Enpam nella Costituzione italiana

L’Enpam assicura l’assistenza pensionistica e previdenziale ai medici e agli odontoiatri impegnati in prima persona a rendere effettivo, per ogni individuo, il godimento del diritto alla salute proclamato dall’articolo 32 della Costituzione, favorendo, allo stesso tempo, il dovere di ogni cittadino di concorrere al progresso della società (articolo 4, comma 2, della Costituzione). Le prestazioni previdenziali vengono erogate ai medici, agli odontoiatri e alle loro famiglie in adempimento a quanto previsto dall’articolo 38 della Costituzione. Tali prestazioni non gravano sulla fiscalità generale ma vengono finanziate dalla comunità degli iscritti. Pur non essendo un ente pubblico, l’Enpam assicura un servizio di interesse per la collettività. Non è infatti necessario che interessi generali siano affidati (solo) alle cure di una pubblica amministrazione ben potendo, in applicazione del principio di sussidiarietà “orizzontale” (articolo 118, comma 4, della Costituzione), consentire ai professionisti destinatari delle prestazioni previdenziali di gestire direttamente, in modo prudente ed efficiente, le risorse del contributo obbligatorio che essi versano e che, in ragione della sua natura di salario differito, riavranno al termine dell’attività lavorativa o, in caso di bisogno proprio o della famiglia, sotto forma di assistenza. I medici e gli odontoiatri, pagando regolarmente le tasse sui proventi dell’attività professionale, a un tempo base del prelievo fiscale e della contribuzione previdenziale, concorrono ad accrescere le entrate dello Stato alle quali attingono per “le spese pubbliche” (articolo 53 della Costituzione). Le risorse amministrate dall’Enpam servono, inoltre, a realizzare, tra i professionisti, quell’uguaglianza sostanziale prevista dall’articolo 3 della Costituzione: attraverso tali risorse, infatti, è possibile prevedere una serie di aiuti in caso di difficoltà o di maggiore necessità dei professionisti e nelle situazioni in cui il reddito di questi diminuisce o è discontinuo. Si pensi alle pensioni di invalidità o a quelle per i familiari in caso di decesso dell’iscritto, all’indennità di maternità, di gravidanza a rischio (articolo 37 della Costituzione), e ai sussidi per nascita o adozione di un figlio (in coerenza con gli obiettivi dell’articolo 31 della Costituzione), al sostegno economico in caso di invalidità temporanea, agli aiuti per disagio o danni da calamità naturale (come il terremoto dell’agosto 2016) o ancora alle agevolazioni per l’acquisto della prima casa (articolo 47 della Costituzione). A queste prestazioni si aggiungono le iniziative del welfare integrativo che accompagnano i medici e gli odontoiatri durante la vita lavorativa come l’accesso al credito agevolato, la ricerca di forme assicurative per i rischi professionali e la tutela gratuita in caso di perdita dell’autosufficienza (long term care). Le risorse della Fondazione sono orientate anche al perseguimento di obiettivi di interesse sociale generale (articolo 41 della Costituzione) e a promuovere lo sviluppo dell’economia del Paese, cominciando dai giovani che aspirano ad esercitare la professione medica. In coerenza con l’articolo 34 della Costituzione e realizzando un patto tra generazioni, è stata prevista l’estensione delle coperture previdenziali e assistenziali agli iscritti al V e VI anno della facoltà di Medicina e chirurgia consentendo loro, con una sorta di prestito d’onore, di non pagare subito i relativi contributi. L’Enpam investe, altresì, risorse per realizzare strutture sanitarie e sociosanitarie, ove i medici e gli odontoiatri possono trovare occasione di lavoro, accrescendo al contempo l’offerta di servizi sanitari e sociali nel Paese (articolo 41 della Costituzione: attività economica privata a fini sociali). Nella prospettiva di contribuire alla prevenzione della malattia e nel solco degli obiettivi di salute del Servizio sanitario nazionale, la Fondazione ha recentemente intrapreso iniziative che promuovono una sana alimentazione e stili di vita corretti, anzitutto tra i giovani, indirizzandoli all’attività sportiva (articolo 31 della Costituzione).

 

Il ricordo per i colleghi caduti nella pandemia  

Il 20 febbraio – in occasione della prima Giornata nazionale dedicata al personale sanitario – l’Enpam e la FNOMCeO hanno voluto ricordare con una serie di iniziative i medici caduti per Covid-19.

L’ Enpam ha illuminato la facciata della sede con un enorme Tricolore listato a lutto dentro al quale sono scorsi i nomi di tutti i medici e gli odontoiatri deceduti nel corso della pandemia. Nella sede della FNOMCeO si è svolta una cerimonia alla quale sono interventui, tra gli altri, i presidenti del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati e della Camera, Roberto Fico, il ministro della Salute, Roberto Speranza e il presidente dell’Ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri, Alberto Oliveti, che ha presentato una stele elettronica permanente che proietta, all’ingresso della nuova area archeologica sotto la sede Enpam, i nomi dei camici bianchi scomparsi.
La Giornata nazionale del Personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato è stata istituita dal Parlamento con una legge approvata all’unanimità, il 4 novembre 2020, ed è pensata come un “momento per onorare il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio del personale medico, sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato nel corso della pandemia da Coronavirus nell’anno 2020″.

L’Enpam tra i 300 più grandi enti previdenziali al mondo


 

C’è un’unica bandiera italiana nella classifica dei fondi pensione più grandi del mondo, ed è quella dell’ente di previdenza dei medici e degli odontoiatri. A certificare il posizionamento dell’Enpam come unico ente di previdenza italiano tra i giganti del campo dei fondi pensione, è il Thinking ahead institute, istituto di ricerca legato a Willis Towers Watson, società internazionale attiva nel campo della gestione del rischio.
Il 185° gradino, quasi a metà del ranking mondiale, è stato raggiunto grazie alla sana e robusta costituzione della Fondazione. La ricerca del Thinking ahead institute “mette in evidenza le tendenze di alto livello nel settore dei fondi pensione e fornisce informazioni su come sono cambiate le caratteristiche di questi fondi di punta”, è spiegato sul sito dell’istituto di ricerca, che rileva come “nonostante l’incertezza sulla pandemia, gli asset dei principali fondi pensione crescono fortemente”.

 

Organi della Fondazione

Secondo quanto previsto dalla Statuto (art. 10), gli organi di governo della Fondazione sono:
• l’Assemblea nazionale
• il Consiglio di amministrazione
• il Presidente
• il Collegio dei sindaci.
Le funzioni attribuite ai suddetti organi sono definite nello Statuto (https://www.enpam.it/la-fondazione/lostatuto) agli art. 11 e seguenti.

Il modello organizzativo della Fondazione e la sua evoluzione

La Fondazione, nel perseguire una politica volta al continuo miglioramento della qualità dei servizi erogati ai propri iscritti, ha integrato in modo sempre più sistematico il proprio modello organizzativo al fine di garantire la massima efficienza ed operatività del sistema di controllo interno e di corporate governance. L’obiettivo principale è quello di definire nel tempo un sistema organico e strutturato di principi e procedure di controllo, quale fondamento di un apparato di governo incentrato su valori di correttezza, trasparenza e legalità e sulla loro effettiva implementazione all’interno della Fondazione.
La Fondazione, a tale scopo, persegue un’attenta e continua analisi dei propri strumenti organizzativi, nelle diverse fasi di gestione e controllo, al fine di verificare la rispondenza delle procedure aziendali rispetto all’evoluzione del quadro giuridico di riferimento e alle scelte organizzative operate in regime di autoregolamentazione.
La particolare attenzione, infatti, prestata dalla Fondazione alla progressiva definizione del proprio modello organizzativo ed alla sua successiva evoluzione, si fonda sulla convinzione che sia possibile realizzare un assetto stabile ed efficiente, nel rispetto degli equilibri di lungo periodo, solo attraverso una politica coerente e consapevole di gestione e controllo dei rischi a cui la Fondazione è sottoposta nel suo operare.
A seguito della recente adozione dei nuovi organigramma e funzionigramma aziendali, tenuto conto dei rinnovati obiettivi strategici della Fondazione, delle nuove opportunità e del contesto normativo in costante evoluzione, in conformità a quanto stabilito dalle direttive e dai criteri definiti dal Consiglio di Amministrazione si è provveduto, con l’apporto del Comitato di Controllo Interno all’aggiornamento integrale del medesimo, in continuità con quanto definito in precedenza e nell’ottica di una visione organica di insieme.
Tale Modello è per l’appunto il risultato della sistematica integrazione di tutte le misure adottate dalla Fondazione (atti, provvedimenti, procedure etc, …) che, a far data dall’adozione del precedente Modello, hanno concorso a definire l’assetto organizzativo attuale.
Tali cambiamenti, hanno inoltre determinato la necessità di una nuova e ulteriore analisi di tutte le attività/funzioni di competenza di ogni singola Area/Struttura, al fine di verificare, riguardo al nuovo assetto organizzativo approvato, quelle da considerarsi “sensibili”, non solo con riferimento alle nuove e diverse attività previste, ma anche ad una riclassificazione dei rischi già censiti.
Una ricognizione della incidenza dei rischi sulle varie attività svolte dalla Fondazione e del grado di efficacia del sistema dei controlli non poteva prescindere dal coinvolgimento del personale preposto ed in particolare, dei responsabili delle varie Unità Organizzative.
A tale scopo è stata condotta una fase di autovalutazione dei rischi e dei controlli secondo la metodologia CRSA (Control Risk Self Assessment), già utilizzata dalla Fondazione.
Il Modello Organizzativo che è venuto delineandosi rappresenta, pertanto, un indubbio valore aggiunto, che non è il risultato di mera attuazione normativa, ma di una stretta corrispondenza tra gli obiettivi istituzionali della Fondazione e le componenti relative all’intero assetto organizzativo, che concorrono, a vario titolo, a realizzarli.
Il sistema di controlli della Fondazione

La Fondazione Enpam è sottoposta a un complesso sistema di controlli atto a garantire la correttezza, la tracciabilità e la trasparenza delle attività svolte, tutelando gli interessi degli iscritti e monitorando l’efficienza e l’efficacia del modello organizzativo. Questo sistema è articolato in controlli interni, stabiliti dalla Fondazione e condotti da attori interni all’Ente, cui si affiancano i controlli esterni, previsti dalla normativa in vigore ed esercitati da organismi terzi.
Il controllo interno è strutturato come segue:

CONTROLLI  INTERNI

TIPOLOGIA
DI CONTROLLO

NATURA DEL CONTROLLO

ATTORI COINVOLTI

Controlli permanenti
di I livello

Controlli di completezza/conformità, eseguiti dal personale operativo nello svolgimento della propria attività e dai responsabili gerarchici

Strutture/Aree Servizi

Controlli permanenti
di II livello

Controlli di corretta esecuzione e trasparenza eseguiti da funzioni specializzate indipendenti dalle strutture operative

Struttura Programmazione,
Controllo e Processi
Servizio Controllo di Gestione

Controlli periodici
di III livello

Controlli che forniscono una assurance indipendente sul disegno e sul funzionamento del complessivo sistema, cui si affiancano piani di miglioramento definiti dal management

Organi statutari
Comitato di Controllo Interno
Collegio sindacale

Il controllo permanente (sia di I che di II livello) riguarda la corretta applicazione di procedure operative che possono risultare:

• trasversali, cioè comuni a tutta l’organizzazione (ad esempio: procedura sul rispetto della privacy, procedura sul conflitto di interessi);

verticali, cioè specifiche per determinati uffici dell’organizzazione (ad esempio: procedura di investimento in un particolare prodotto finanziario, procedura di dismissione di un dato immobile).

I controlli esterni sono, in prima istanza, distinti secondo la loro natura (privatistica o pubblicistica).

Nel dettaglio, il controllo esterno risulta così organizzato:

 

CONTROLLI ESTERNI

ATTORI

FUNZIONE

Controlli privatistici

Società di revisione

Svolge revisione indipendente e certificazione dei bilanci della Fondazione

Controlli Pubblicistici

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Approva lo Statuto e i regolamenti della Fondazione e le delibere in materia di contributi e prestazioni

Formula rilievi motivati su bilanci preventivi e consuntivi, sui criteri di individuazione e di ripartizione dei rischi connessi alla scelta degli investimenti

Controlla la sussistenza dell’equilibrio del bilancio di gestione dei fondi amministrati

Ministero dell’Economia
e delle Finanze

Svolge attività di co-vigilanza di concerto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Corte dei Conti

Svolge un controllo periodico sulla gestione finanziaria dell’Ente

Covip
(Commissione di vigilanza sui fondi pensione)

Svolge un controllo sugli investimenti delle risorse finanziarie e sulla composizione del patrimonio dell’Ente

ANAC
(Autorità Nazionale
Anticorruzione)

Vigila sui processi di acquisto e sui contratti stipulati con i fornitori,verificando la trasparenza della spesa

Vigila sugli approvvigionamenti informatici effettuati al di fuori dell’ambito di Consip Spa

Garante
per la protezione
dei dati personali

Controlla che i trattamenti di dati personali siano conformi a leggi e regolamenti e, eventualmente, prescrive ai titolari o ai responsabili dei trattamenti le misure da adottare per svolgere correttamente il trattamento

Commissione parlamentare
di controllo
sulle attività

degli enti gestori
di forme di previdenza
e assistenza sociale

Vigila sull’efficienza del servizio in relazione alle esigenze degli utenti, sull’equilibrio delle gestioni e sull’utilizzo dei fondi disponibili, anche con finalità di finanziamento e sostegno del settore pubblico e con riferimento all’intero settore previdenziale e assistenziale

Vigila sulla programmazione dell’attività dell’ente e sui risultati di gestione in relazione alle esigenze dell’utenza

Vigila sull’operatività delle leggi in materia previdenziale e sulla coerenza del sistema previdenziale allargato con le linee di sviluppo dell’economia nazionale

AgID
(Agenzia per l’Italia
Digitale)

Esercita controlli in materia di firma digitale, posta elettronica certificata, fatturazione elettronica e trasparenza nella gestione della spesa

Per gli approvvigionamenti informatici effettuati al di fuori dell’ambito di Consip Spa, è destinataria delle medesime comunicazioni inviate all’Anac

Dipartimento
della Funzione
pubblica
della Presidenza

del Consiglio dei ministri

Effettua un controllo in materia di spesa per il personale e costo del lavoro

 

Il controllo analogo

La Fondazione, nell’esercizio della propria autonomia gestionale e organizzativa, in conformità con quanto previsto dalla normativa applicabile e con quanto disposto dallo Statuto, detta norme organizzative e regole comportamentali uniformi a valere per le società controllate, in particolare Enpam Real Estate (o anche di seguito Enpam RE), tenuto conto del carattere pubblicistico della propria attività istituzionale e nel rispetto dell’autonomia gestionale delle società controllate. A tal proposito l’Ente disciplina i rapporti con le Società Controllate, ivi incluse le modalità con cui esercita l’attività di direzione e coordinamento ai sensi degli articoli 2497 e seguenti del codice civile ovvero nell’ambito del controllo analogo; il tutto, in coerenza con i principi del proprio Codice Etico e con il proprio modello organizzativo, anche nell’ottica del recepimento delle best practice nazionali ed internazionali. A tale scopo sono state adottate delle “linee guida per la disciplina dei rapporti con le società controllate”, rispetto alle quali sono state definite Misure attuative e Policy per l’implementazione delle stesse nelle specifiche realtà societarie soggette al potere di indirizzo e coordinamento della Fondazione.

Elemento centrale nella gestione delle società cd. “in house”, quale Enpam RE, è il concetto del “controllo analogo”, che si caratterizza per la particolare incisività, effettività e concretezza del suo esercizio e che si sostanzia in una forma di controllo, analogo a quello esercitato sui propri servizi, che la società controllante esercita sulla società in house attraverso un’influenza determinante sia sugli obiettivi strategici che sulle decisioni significative della società, che si estrinseca in un potere assoluto di direzione, coordinamento e controllo dell’attività della società e che incide sui più importanti atti di gestione, determinando un modello organizzativo meramente interno qualificabile in termini di delegazione interorganica.

 

Il Comitato di Controllo Interno e il
Risk management

Nell’ambito del citato sistema dei controlli interni, è stato istituito un comitato di controllo interno che nasce come funzione esterna e indipendente, ausiliario agli organi della Fondazione, per il monitoraggio dei processi aziendali, nonché per l’adempimento degli obblighi informativi e per l’applicazione delle procedure operative. È composto da tre membri, dei quali uno con funzioni di presidente. Il comitato, nell’ambito dell’attività propria di verifica delle procedure interne, dal 2020 è anche coinvolto nelle procedure di gestione del conflitto di interesse. Specificatamente, è intervenuto nella fase di individuazione delle attività particolarmente rilevanti ai fini del potenziale accadimento di ipotesi di conflitti di interesse, nell’individuazione dei soggetti interessati e dei presidi da applicare.

 

Il codice etico

I valori che ispirano l’operatività di Enpam sono riportati nel suo codice etico, documento adottato dal 2013 e che impegna i componenti del Consiglio di amministrazione, i dirigenti e tutto il personale dipendente, i collaboratori esterni e i fornitori a “favorire il buon funzionamento, l’affidabilità e la reputazione della Fondazione”. L’Enpam, nell’esercizio delle sue attività e nelle relazioni con i portatori di interesse, si interfaccia con realtà complesse e deve necessariamente affrontare, in via preventiva, temi importanti quali anticorruzione, antiriciclaggio, protocolli di legalità, scelta e verifica dei fornitori e collaboratori, etc. Il codice etico affronta e norma, al di là della cogenza legislativa, queste e altre fattispecie. Per garantire la conformità al codice etico anche da parte dei fornitori di Enpam, è presente una specifica clausola nelle condizioni generali di fornitura.

 

Il codice della trasparenza e la sua evoluzione in Enpam

Nell’ambito della normativa in materia di prevenzione e contrasto della corruzione, rilevante è il concetto di trasparenza amministrativa, che costituisce il livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera m, della Costituzione ed a cui, in prosecuzione con l’opera intrapresa dalla L.190/2012, viene data attuazione mediante il d. lgs. n. 33/2013, recante il “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”.

Negli anni si sono succedute modifiche normative e la stessa Anac ha emanato numerose delibere in materia, in funzione delle quali la Fondazione Enpam ha adottato tutte le azioni necessarie a rendere il proprio operato conforme al mutato quadro normativo.

Si è reso inoltre necessario un aggiornamento del vigente Codice della Trasparenza al fine di renderlo conforme alle nuove prescrizioni normative, salvaguardandone, ove possibile, la coerenza anche con le “Linee guida per l’adozione di un codice per la trasparenza” già adottate da Adepp nel maggio 2015.

Il nuovo Codice della Trasparenza, in vigore dal 2020, indica puntualmente tutti i dati e le informazioni alla cui pubblicazione la Fondazione Enpam è tenuta, in virtù di obblighi normativi con riferimento alle attività di pubblico interesse svolte, nonché gli ulteriori atti e informazioni ai quali ritiene volontariamente di dare pubblicità, in ossequio al principio di trasparenza, in via generale e nei confronti degli iscritti, come anche sancito nello Statuto.

A dicembre 2020, Enpam ha definito e approvato un disciplinare recante le modalità di accesso agli atti, che si pone come riferimento giuridico-regolamentare di tutte le forme di accesso a documenti, informazioni e dati, oggetto di istanza presso la Fondazione medesima.

 

La Carta dei Servizi

La Carta dei servizi è stata predisposta in ossequio a quanto emerso in sede giurisprudenziale per effetto della sentenza del TAR Lazio 35/2022 in ordine alla circostanza che la qualifica di concessionari di pubblici servizi possa essere estensivamente applicata anche alla Fondazione, in virtù delle finalità di interesse pubblico insite nell’attività istituzionale di previdenza e assistenza. A seguito della redazione di tale documento, ne è stata disposta la pubblicazione sul sito istituzionale di Enpam nella sezione “Fondazione Trasparente”.

In particolare, essa si compone dei seguenti capitoli:

premessa;

• informazioni generali;

• modalità di erogazione dei servizi;

• le prestazioni ed i servizi dell’Enpam;

• i procedimenti amministrativi dell’Enpam;

• strumenti di tutela dell’iscritto e della Fondazione;

• qualità dei servizi offerti e attenzione al rapporto con gli iscritti.

Il documento Carta dei Servizi si caratterizza per la declinazione dell’impegno della Fondazione ad assicurare standard di qualità dei servizi erogati, che garantiscano adeguati livelli di efficienza ed efficacia delle prestazioni, in un’ottica di continuo e progressivo miglioramento finalizzato alla soddisfazione dei propri iscritti.

A tal riguardo, sono stati definiti i parametri che consentono la quantificazione dei livelli standard qualitativi che la Fondazione si impegna a garantire.

Nel documento sono espresse “le dimensioni qualitative” che caratterizzano, conformemente alla disciplina di riferimento, l’erogazione dei servizi della Fondazione, definite in:

• accessibilità intesa come capacità di garantire l’accesso ai servizi erogati a tutti gli utenti potenzialmente interessati;

• efficacia, intesa come capacità dei servizi di raggiugere gli obiettivi prefissati in termini di rispondenza ai bisogni e alle esigenze individuate dalla Fondazione;

• tempestività intesa quale tempo intercorrente fra la richiesta del servizio da parte dell’utente (o la promessa del servizio da parte della Fondazione) e l’effettiva erogazione dello stesso;

• trasparenza della gestione, intesa quale semplicità per l’utente e per gli stakeholders di reperire, acquisire e comprendere le informazioni necessarie per poter usufruire al meglio del servizio di proprio interesse.

Sono espresse, altresì, “le dimensioni qualitative accessorie”, utili a garantire la qualità effettiva dei servizi erogati. Il documento contiene altresì paragrafi dedicati alla trasparenza nei suoi diversi aspetti, all’accesso agli atti ed alla privacy.

 

Transizione digitale

All’interno di un quadro normativo complesso e in continua evoluzione, con particolare attenzione alla privacy e alla sicurezza delle informazioni, Enpam ha avviato un ampio progetto di studio e lavoro finalizzato all’adeguamento del sistema di gestione documentale alla normativa vigente, nonché ai più recenti standard tecnologici internazionali, coerentemente con il percorso già intrapreso di progressiva estensione del sistema di qualità ai differenti ambiti di operatività della Fondazione. A tal riguardo si tenga conto anche di quanto disposto dall’AgID, che definisce la dematerializzazione come “progressivo incremento della gestione documentale informatizzata – all’interno delle strutture amministrative pubbliche e private – e la conseguente sostituzione dei supporti tradizionali della documentazione amministrativa in favore del documento informatico”, specificando che “la normativa vigente riconosce pieno valore giuridico al documento informatico”. Le attività progettuali avviate dalla Fondazione fanno dunque leva sulla dematerializzazione con il fine di perseguire obiettivi di efficacia ed efficienza sia nel funzionamento interno che nei rapporti con gli iscritti, massimizzando così anche la qualità e sicurezza del dato.

 

Privacy e sicurezza delle informazioni

Nel corso degli ultimi anni, in considerazione della rapida e incessante evoluzione tecnologica e sociale e della crescente digitalizzazione dei servizi, la governance del patrimonio informativo gestito dalla Fondazione è  cresciuta in importanza e complessità, divenendo sempre più centrale anche nell’adempiere alla propria missione istituzionale di previdenza e assistenza in favore degli iscritti; la mole e la criticità delle informazioni sono aumentate in maniera considerevole, analogamente ai potenziali rischi di sicurezza dovuti a eventi avversi, accidentali o intenzionali, che possono avere impatto sulla confidenzialità, integrità e disponibilità delle informazioni.

Il Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali 679-2016 (Gdpr) richiede a sua volta l’implementazione di misure tecniche, organizzative e procedurali idonee per garantire un livello di sicurezza adeguato al rischio.

Riuscire dunque a trattare i dati personali garantendone privacy e sicurezza è diventato imprescindibile per rispettare il diritto fondamentale degli iscritti alla protezione dei dati che li riguardano.

In tale contesto e nel rispetto del principio di responsabilizzazione introdotto dal Gdpr, considerato che la norma internazionale ISO 27001 fornisce le linee guida per implementare, monitorare e aggiornare un Sistema di Gestione della Sicurezza delle Informazioni (SGSI) e che tale sistema ha l’obiettivo di gestire i rischi di sicurezza, la Fondazione, ha deciso di certificarsi ISO 27001 nel 2019 e ha rafforzato le attività di presidio e di audit sulla sicurezza delle informazioni proteggendo i dati personali nonché quelli strategici da minacce e rischi di diversa natura.

Nel corso del 2021, per assicurare inoltre agli iscritti il corretto adempimento degli obblighi di legge, sono state effettuate attività di controllo interno e audit sull’attuazione delle politiche e delle procedure relative ai principi cardine della protezione dei dati personali, nonché attività di prevenzione e monitoraggio degli incidenti di sicurezza (data breach). Nel 2021 non si sono verificati casi di perdita o violazioni di dati personali riferiti agli iscritti.

 

Attenzione alla sicurezza: prevenzione e protezione al tempo del Covid

Nel 2021, così come nel 2020, è stata data la massima attenzione alle misure anti-Covid.

Per evitare che il virus contagiasse personale ed eventuali visitatori, è stata adottata ogni possibile misura di difesa a norma di legge: ad esempio sono stati previsti termoscanner e termometri digitali per monitorare la temperatura corporea all’entrata. Sono stati evitati inutili e pericolosi assembramenti con la creazione di specifiche vie di sicurezza all’interno della Fondazione utili ad offrire un’entrata e un’uscita il più possibile sicura a dipendenti e ad eventuali visitatori (medici, fornitori, etc). In ogni piano degli uffici, sono stati collocati sanificatori d’aria, in funzione 24h su 24h, accompagnati da appositi dispenser automatici utili a disinfettare le mani. Ogni ambiente di lavoro risulta, in questo modo, sanificato e salubre. Una precisa segnaletica anti Covid è stata esposta dove necessario (ascensori, toilette, aree comuni). Su richiesta, sono a disposizione dei dipendenti, mascherine a norma di legge. Sull’intranet aziendale, dove è stata creta una specifica sezione dedicata, sono stati pubblicati numerosi avvisi destinati a sensibilizzare il personale a tenere un comportamento corretto nel seguire le regole anti-contagio.

Sono stati installati, su tutti i piani, dispositivi per la sanificazione degli ambienti interni “Beyond guardian air”, studiati appositamente per la disinfezione continua dell’aria e la decontaminazione dell’ambiente e delle superfici esposte. Tali dispositivi utilizzano la tecnologia Active pure per una qualità purissima dell’aria ed attaccano gli agenti contaminanti sulle superfici; infatti, sono dispositivi testati nei laboratori universitari che hanno dimostrato un’efficacia senza precedenti contro batteri, virus, polveri e funghi nell’aria e sulle superfici. Sono gli unici ad essere stati premiati con la certificazione Certified space technology dalla Space foundation; lo Space certification program è stato creato in collaborazione con la Nasa.

Al fine di evitare la presenza di un numero eccessivo di persone contemporaneamente nella stessa stanza, è in uso un programma finalizzato ad autorizzare gli accessi a un numero predefinito di dipendenti per ciascuna giornata lavorativa. Infine, per favorire accessi ed uscite dalla Sede, sono stati individuati e segnalati appositi percorsi, così da evitare che dipendenti e visitatori possano incrociarsi durante la loro permanenza nei locali della Fondazione.

Sono state pubblicate 71 comunicazioni di servizio, di cui 17 relativamente alla situazione emergenziale ed allo smart working, in modo da coinvolgere il personale sulle scelte e sulle novità che lo ha riguardato, mantenendo vivo il legame aziendale, garantendo una presenza costante a fianco dei dipendenti. A tal riguardo, al fine di facilitare e velocizzare la consultazione dei materiali presenti nella Intranet aziendale relativi alla Prevenzione e Protezione ed alle Comunicazioni del Medico Competente, sono state realizzate due nuove apposite Sezioni a ciò dedicate, visualizzabili nella home page.

 

Attenzione strategica alle risorse umane

L’attività della Fondazione è svolta da 506 risorse assunte con contratto di lavoro dipendente, tutte a tempo indeterminato (Ccnl Adepp).

Da gennaio 2021, è divenuto operativo il nuovo funzionigramma aziendale, correlato al nuovo organigramma.

 

La gestione del personale ha continuato a ruotare fondamentalmente intorno ai concetti di “people care” e di “people strategy”, paradigmi che esprimono entrambi un modo moderno di fare azienda, nell’accezione di benessere del lavoratore, inteso sia come fonte di competenza che come persona. L’impatto ė stato positivo sul coinvolgimento partecipativo del personale, migliorandone la motivazione, il senso di appartenenza e la fidelizzazione all’organizzazione in un rapporto fiduciario ad alto valore aggiunto. Nell’anno 2021, come di consueto, si è effettuato il monitoraggio delle attività formative svolte con conseguente analisi quali-quantitativa dei risultati elaborati. In generale, in merito ai programmi formativi, nel 2021 si è raggiunta una sempre maggiore strutturazione della formazione come leva strategica per il personale della Fondazione, con monitoraggio dell’efficienza e dell’efficacia della formazione stessa.

L’attività di formazione, a seguito di audit specifici, ha ottenuto anche nel 2021 il riconoscimento di piena conformità ai requisiti standard delle norme e quindi il certificato ISO 9001:2015 emesso dalla SQS, Società di certificazione esterna della qualità.

Nel dettaglio, il numero dei Corsi di formazione svolti nel 2021 è stato pari a n 85, di cui n. 4 con 7 edizioni tramite formazione finanziata. Ai Corsi di formazione hanno partecipato 429 risorse umane, di cui 100 per la formazione finanziata. Rispetto al 2020 il numero dei corsi è relativamente aumentato (85 a fronte di 69), con una riduzione del numero dei partecipanti (429 a fronte di 1896), frutto di una scelta che ha dato priorità ad un maggior ventaglio di interventi formativi. Anche la formazione finanziata è aumentata (4 a fronte di 3), con una minima riduzione dei partecipanti (100 a fronte di 106).

Per quanto riguarda i tirocini (stage), sono stati proficuamente mantenuti i rapporti con le Università di Roma La Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre, Luiss Guido Carli, Lumsa.

Inoltre, nel settembre 2021 si è proceduto a stipulare un’ulteriore convenzione, con il Centro per l’impiego di Roma – Cinecittà, per agevolare l’inserimento/reinserimento nel mercato del lavoro di lavoratori disoccupati, inoccupati, sospesi in regime di cassa integrazione, mobilità, iscritti al Centro per l’impiego. Tale ulteriore convenzione ha permesso alla Fondazione di accogliere n. 1 tirocinante extracurriculare.

 

Lo smart working, una nuova opportunità di lavoro


 
La crisi e lo stato di emergenza da pandemia nazionale e mondiale che hanno continuato a caratterizzare l’anno 2021 e che, in ambito lavorativo, hanno da subito rivoluzionato il mondo del lavoro, inducendo l’adozione massiva della modalità “lavoro agile” o smart working per la quasi totalità del personale, ha visto nel 2021 il cementificarsi dell’utilizzo dello smart working, diventato una delle modalità ordinarie di svolgimento della prestazione lavorativa e delle relative procedure.
Sicuramente gli eventi hanno forzatamente stimolato la creatività e il cambiamento, obbligando tutte le aziende a ragionare sulle priorità per fronteggiare l’emergenza, costringendole a ragionare come se fossero delle start up. Il concetto di smart working implica, infatti, la capacità di innovazione, di utilizzo di nuove tecnologie, di coltivare una cultura della decisione rapida, che normalmente riguarda proprio le start up ma che, invece, nelle aziende tradizionali richiede un profondo cambiamento di mentalità, accelerato nel corso delle emergenze, di creare una cultura e una sensibilità basate anche sulla consapevolezza di come l’innovazione digitale stia cambiando il lavoro sia in termini di contenuti che di competenze e professionalità richieste.
La trasformazione imposta dal digitale ha a sua volta forti implicazioni organizzative in termini di processi e modelli di organizzazione del lavoro, per questo è stato necessario implementare nuove iniziative e processi di change management con l’obiettivo di coinvolgere e motivare i lavoratori al cambiamento.
Nel 2021 l’impatto che ne è derivato è stato notevole, avendo comportato una rivoluzione lavorativa. Coordinare e attivare i dipendenti a distanza è divenuto improvvisamente un compito prioritario e molti processi si sono dovuti tempestivamente gestire e riadattare a distanza.
L’anno 2021 si è dunque caratterizzato per il consolidamento del grande cambiamento organizzativo e della cultura aziendale. Ciò si è tradotto in una messa a punto delle modalità manageriali di coordinamento e di relazione, ed in generale dei rapporti con i collaboratori e tra colleghi, nonché dell’approccio e della mentalità lavorativi, improntati ad una maggiore autoregolazione e fiducia, unitamente ad un più marcato senso di responsabilizzazione.
Sono state instaurate nuove pratiche e modalità di misurazione del lavoro ed a tal fine sono stati realizzati questionari e schede valutative ad hoc per il personale dirigenziale e non, con elaborazione dei relativi report mensili alla Direzione generale sul monitoraggio dello smart working.

 

L’innovazione tecnologica e i nuovi scenari organizzativi

L’emergenza pandemica ha comportato necessariamente un radicale cambiamento delle metodologie di lavoro e dei modelli organizzativi aziendali. In questo particolare scenario, il mondo digitale e dell’information technology offrono sicuramente un valido supporto nell’individuare le migliori soluzioni tramite lo sfruttamento delle grandi infrastrutture informatiche e degli strumenti tecnologici. La progressiva digitalizzazione dei processi aziendali e le attività di lavoro agile hanno anche dato forte impulso alla spinta alla dematerializzazione, tema quanto mai attuale anche se intrapreso già da tempo e teso a rendere digitale e accessibile da qualsiasi device ogni documento, a prescindere dal formato del documento. Collegato a ciò, un progetto molto innovativo a cui è stato dato avvio alla fine del 2020 è la sperimentazione di una nuova metodologia a supporto del remote working denominata “virtualizzazione del desktop” o virtual desktop infrastructure (vdi), che  consente ai singoli utenti di una rete aziendale di visualizzare i contenuti sul proprio client (un computer o un tablet), senza che le risorse a cui essi fanno riferimento (file, immagini, programmi, driver, preferenze) siano fisicamente presenti sul client stesso. Tale progetto risponde in maniera innovativa all’idea di trasformare l’attuale modalità lavorativa di smart working verso un concetto di smart office multifunzionale, più interattivo e tecnologico, un ambiente di lavoro moderno in cui le persone, i processi e i servizi si uniscono in uno spazio “intelligente”. Tramite il sistema vdi, anziché utilizzare i pc portatili in sostituzione delle postazioni fisiche aziendali, si potrà disporre del proprio computer da qualunque dispositivo, senza essere privato delle funzionalità desktop a cui l’utente è abituato, con indubbi vantaggi di flessibilità e scalabilità, il tutto garantendo al massimo i requisiti di sicurezza richiesti.

Oltre a ciò, la virtualizzazione del desktop dà la garanzia e la sicurezza di un controllo centralizzato, semplificando la gestione tecnico-sistemistica. Non ultimo aspetto in ordine di importanza, in Fondazione la piattaforma individuata si integra perfettamente con le infrastrutture già presenti, garantendo uniformità tecnologica e ottimizzazione nelle acquisizioni hardware e software collegate. Tutte le attività di innovazione delle infrastrutture hanno comportato necessariamente il costante monitoraggio e potenziamento dei protocolli e dei sistemi di sicurezza IT aziendali come le soluzioni di web-filtering, dark web e di intelligenza artificiale.

 

Spariscono i moduli di carta. Dopo i modelli D e i riscatti, presto molte altre domande si faranno solo online


 
Dal primo di ottobre 2021 le domande di riscatti e ricongiunzioni possono essere presentate solamente online, attraverso la propria Area riservata. A fare da apripista è stato il modello D, visto che ormai le dichiarazioni dei redditi libero professionali si fanno solo nell’area riservata. Progressivamente anche le domande di pensione si cominceranno a presentare online.
Iniziata vent’anni fa con la progressiva informatizzazione della gestione dei rapporti con gli iscritti e dei servizi dedicati – attraverso la costituzione dell’Area riservata – la transizione ha subito un’accelerata nell’ultimo anno.
Ai tradizionali servizi di consultazione e stampa già disponibili, quali ad esempio la possibilità di verificare la propria situazione anagrafica e contributiva, di elaborazione della propria ipotesi pensionistica, del reperimento delle certificazioni fiscali e delle prestazioni fruite, si sono aggiunte quelle collegate alla pandemia.
In questo percorso di progressiva digitalizzazione, la Fondazione negli anni si è comunque preoccupata di mantenere la possibilità di inoltrare anche in modalità cartacea le dichiarazioni obbligatorie e le domande pur in presenza del servizio informatico.
Questo per andare incontro agli iscritti e ai loro familiari che con lo strumento non avevano dimestichezza.
È il caso, ad esempio, delle pratiche di riscatto, ricongiunzione e soprattutto del Modello D.
Negli anni, coloro che sceglievano la carta sono andati via via diminuendo mentre la crescita degli utenti che prediligono i servizi online è stata progressiva e costante.
Un traguardo che ha reso i processi interni più efficienti e tempestivi nell’acquisire le comunicazioni obbligatorie e le domande presentate dagli iscritti, velocizzando le pratiche e migliorando i rapporti con gli utenti.
E che, insieme al protrarsi dell’emergenza sanitaria, ha indotto il consiglio di amministrazione dell’Enpam a fare l’ultimo, decisivo, passo per completare la transizione digitale.