(Foto: Vincenzino Grasso – Infanzia e vecchiaia)

La Fondazione Enpam, Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri, è il riferimento per tutti i medici e gli odontoiatri fin dalla loro iscrizione all’Albo professionale: segue il loro iter previdenziale e assistenziale legato all’attività professionale esercitata e, al termine del percorso lavorativo, eroga le pensioni sia agli iscritti sia, eventualmente, ai familiari che ne abbiano diritto. 

Al 31 dicembre 2022 l’Enpam ha 371.038 iscritti attivi e 153.828 pensionati. 

 

L’identità e la natura giuridica della Fondazione 

L’ Enpam – Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri – è una Fondazione senza scopo di lucro con sede legale in Roma, Piazza Vittorio Emanuele II, n. 78. La Fondazione, nell’ambito dell’autonomia gestionale, organizzativa, amministrativa e contabile riconosciuta dalla legge e attraverso una gestione sana, prudente ed efficiente dei contributi versati, garantisce a favore degli iscritti l’erogazione di pensioni (ordinarie, di vecchiaia, di anzianità, supplementi di pensioni ordinarie, pensioni di invalidità, pensioni ai superstiti) e di prestazioni assistenziali. Inoltre, promuove l’attività professionale dei propri iscritti e l’erogazione di misure a sostegno del loro reddito. 

L’ Enpam, istituito nel 1937 come Cassa di assistenza del sindacato nazionale fascista medici, nel 1950 viene trasformato in Ente di diritto pubblico, per poi, a seguito del profondo processo di trasformazione delle Casse Previdenziali dei professionisti, ormai risalente a quasi trenta anni fa, ai sensi della Legge 24 dicembre 1993, n. 537 e del D.lgs. 30 giugno 1994, n. 509, viene trasformato da Ente pubblico in fondazione senza scopo di lucro, assumendo personalità giuridica di diritto privato (art. 1, comma 2, D.lgs. n. 509/94), con autonomia gestionale, organizzativa e contabile (art. 2, comma 1, d.lgs. n. 509/94). 

La predetta garanzia di autonomia gestionale, organizzativa, amministrativa e contabile degli enti privatizzati, che attiene non tanto e non solo alla struttura dell’ente, quanto soprattutto all’esercizio delle sue funzioni (Corte Costituzionale, sent. n. 15/1999) e, quindi, alla tutela degli iscritti per il tramite dell’erogazione delle prestazioni di previdenza e assistenza, è stata pienamente affermata, alla luce del chiaro dettato normativo, anche dall’interpretazione offerta sul punto dalla Giurisprudenza (Corte Costituzionale, sent. n. 248/1997- sent. n. 7/2017). Quest’ultima, infatti, interrogata sulle più varie questioni sorte in ragione delle caratteristiche delle casse privatizzate, ha affermato in capo ad esse, alla luce del mutato assetto istituzionale, la medesima potestà di autorganizzazione sussistente per qualsiasi persona giuridica privata ai sensi degli artt. 12 e ss. del codice civile. 

Il processo di privatizzazione rappresenta un caso di affidamento di funzioni di interesse pubblico di rango costituzionale alle comunità professionali, in un’ottica del tutto coerente con il principio di sussidiarietà codificato dall’art. 118 della Costituzione: l’affidamento della cura di detto interesse pubblico ad associazioni private dotate di personalità giuridica o a fondazioni è il modulo organizzativo prescelto dal Legislatore per assicurarne la gestione e la tutela, con tutto ciò che a questo consegue in termini di disciplina ad esse applicab ile. 

L’Enpam, dunque – ferma la missione istituzionale di cura dell’interesse pubblico alla garanzia delle prestazioni di previdenza e assistenza a favore dei professionisti – conserva, per ogni altro ambito della propria attività, la propria connotazione privatistica (Consiglio di Stato, sent. n. 4882/2014). 

L’iscrizione e la contribuzione all’Enpam sono obbligatorie per tutti i medici e gli odontoiatri iscritti all’Albo professionale. La contribuzione è conseguenza obbligatoria dell’iscrizione all’Albo per quanto riguarda il fondo di previdenza generale e del convenzionamento con il Servizio sanitario nazionale per quanto riguarda i fondi speciali. 

Non sono consentiti finanziamenti pubblici diretti o indiretti (articolo 1, comma 3, decreto legislativo n. 509/1994). 

Per la tipicità della funzione svolta e l’obbligatorietà della contribuzione dei professionisti, l’Enpam è soggetto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, di concerto con quello dell’Economia e delle Finanze, nonché al controllo generale da parte della Corte dei conti. Dal 2011 la Covip vigila altresì sugli investimenti finanziari e sulla composizione del patrimonio (decreto legge 6 luglio 2011, n. 98 convertito con modifiche dalla legge 15 luglio 2011, n.111). La sentenza n. 7 del 2017 della Corte costituzionale ha messo in evidenza come il compito dell’Enpam, al pari delle altre casse privatizzate, sia quello di gestire i contributi versati da ciascun professionista iscritto prima della quiescenza così che il lavoratore possa ritirare il proprio montante contributivo, cioè quanto versato sino al momento della pensione, maggiorato dai coefficienti di trasformazione. Il collegamento (proporzionalità) chiaro e indefettibile, fra volume dei contributi versati e livello delle prestazioni rese, comporta una importante responsabilità del gestore in ordine al loro impiego; dalla buona amministrazione dei contributi dipende in buona sostanza il mantenimento di questo sistema previdenziale che, per legge, non può avvantaggiarsi di contributi a carico dello Stato (cioè della fiscalità generale). Secondo la Corte costituzionale la scelta di “realizzare un assetto organizzativo autonomo basato sul principio mutualistico” non è l’unica opzione possibile, ma “una volta scelta tale soluzione, il relativo assetto organizzativo e finanziario deve essere preservato in modo coerente con l’assunto dell’autosufficienza economica, dell’equilibrio, della gestione e del vincolo di destinazione tra contributi e prestazioni”. Da ultimo, si evidenzia come la Corte di Cassazione con sentenza n. 4568/2021 abbia ribadito come “il principio fondamentale che determina l’obbligo di contribuzione è quello della oggettiva riconducibilità delle attività svolte alla professione con l’iscrizione all’albo di appartenenza”. 

La Fondazione, inoltre, controlla interamente la società In linea con i precedenti esercizi, la società Enpam Real Estate S.r.l. non rientra nel perimetro di rendicontazione del Bilancio Sociale 2023 (rendicontazione 2022).<span class=”Apple-converted-space, quale Socio Unico della stessa, alla quale ha affidato la manutenzione e la gestione del proprio patrimonio immobiliare, per il tramite di apposito contratto di servizio. Nel corso del 2022, il perimetro delle attività svolte dalla Enpam Real Estate è stato oggetto di un significativo ridimensionamento per effetto sia della dismissione del patrimonio immobiliare della Fondazione (“Project Dream”) che del perfezionamento della cessione del ramo d’azienda della stessa Enpam Real Estate preposto alla gestione delle attività di Property, Facility e Project Management. 

 

1. In linea con i precedenti esercizi, la società Enpam Real Estate S.r.l. non rientra nel perimetro di rendicontazione del Bilancio Sociale 2023 (rendicontazione 2022). 

 

Enpam nella Costituzione italiana 

L’Enpam assicura l’assistenza pensionistica e previdenziale ai medici e agli odontoiatri impegnati in prima persona a rendere effettivo, per ogni individuo, il godimento del diritto alla salute proclamato dall’articolo 32 della Costituzione, favorendo, allo stesso tempo, il dovere di ogni cittadino di concorrere al progresso della società (articolo 4, comma 2, della Costituzione). Le prestazioni previdenziali vengono erogate ai medici, agli odontoiatri e alle lor o famiglie in adempimento a quanto previsto dall’articolo 38 della Costituzione. Tali prestazioni non gravano sulla fiscalità generale ma vengono finanziate dalla comunità degli iscritti. Pur non essendo un ente pubblico, l’Enpam assicura un servizio di interesse per la collettività. Non è infatti necessario che interessi generali siano affidati (solo) alle cure di una pubblica amministrazione ben potendo, in applicazione del principio di sussidiarietà “orizzontale” (articolo 118, comma 4, della Costituzione), consentire ai professionisti destinatari delle prestazioni previdenziali di gestire direttamente, in modo prudente ed efficiente, le risorse del contributo obbligatorio che essi versano e che, in ragione della sua natura di salario differito, riavranno al termine dell’attività lavorativa o, in caso di bisogno proprio o della famiglia, sotto forma di assistenza. I medici e gli odontoiatri, pagando regolarmente le tasse sui proventi dell’attività professionale, a un tempo base del prelievo fiscale e della contribuzione previdenziale, concorrono ad accrescere le entrate dello Stato alle quali attingono per “le spese pubbliche” (articolo 53 della Costituzione). Le risorse amministrate dall’Enpam servono, inoltre, a realizzare, tra i professionisti, quell’uguaglianza sostanziale prevista dall’articolo 3 della Costituzione: attraverso tali risorse, infatti, è possibile prevedere una serie di aiuti in caso di difficoltà o di maggiore necessità dei professionisti e nelle situazioni in cui il reddito di questi diminuisce o è discontinuo. Si pensi alle pensioni di invalidità o a quelle per i familiari in caso di decesso dell’iscritto, all’indennità di maternità, di gravidanza a rischio (articolo 37 della Costituzione), e ai sussidi per nascita o adozione di un figlio (in coerenza con gli obiettivi dell’articolo 31 della Costituzione), al sostegno economico in caso di invalidità temporanea, agli aiuti per disagio o danni da calamità naturale (come il terremoto dell’agosto 2016) o ancora alle agevolazioni per l’acquisto della prima casa (articolo 47 della Costituzione). A queste prestazioni si aggiungono le iniziative del welfare integrativo che accompagnano i medici e gli odontoiatri durante la vita lavorativa come l’accesso al credito agevolato, la ricerca di forme assicurative per i rischi professionali e la tutela gratuita in caso di perdita dell’autosufficienza (long term care). Le risorse della Fondazione sono orientate anche al perseguimento di obiettivi di inter esse sociale generale (articolo 41 della Costituzione) e a promuovere lo sviluppo dell’economia del Paese, cominciando dai giovani che aspirano ad esercitare la professione medica. In coerenza con l’articolo 34 della Costituzione e realizzando un patto tra generazioni, è stata prevista l’estensione delle coperture previdenziali e assistenziali agli iscritti al V e VI anno della facoltà di Medicina e chirurgia consentendo loro, con una sorta di prestito d’onore, di non pagare subito i relativi contributi. L’Enpam investe, altresì, risorse per realizzare strutture sanitarie e sociosanitarie, ove i medici e gli odontoiatri possono trovare occasione di lavoro, accrescendo al contempo l’offerta di servizi sanitari e sociali nel Paese (articolo 41 della Costituzione: attività economica privata a fini sociali). Nella prospettiva di contribuire alla prevenzione della malattia e nel solco degli obiettivi di salute del Servizio sanitario nazionale, la Fondazione ha recentemente intrapreso iniziative che promuovono una sana alimentazione e stili di vita corretti, anzitutto tra i giovani, indirizzandoli all’attività sportiva (articolo 31 della Costituzione). 

 

L’Enpam tra i 300 più grandi enti pr evidenziali al mondo

C’è un’unica bandiera italiana nella classifica dei fondi pensione più grandi del mondo, ed è quella dell’ente di previdenza dei medici e degli odontoiatri. A certificare il posizionamento dell’Enpam come unico ente di previdenza italiano tra i giganti del campo dei fondi pensione, è, alla fine del 2021, il Thinking ahead institute, istituto di ricerca legato a Willis Towers Watson, società internazionale attiva nel campo della gestione del rischio. 

Il 185° gradino, quasi a metà del ranking mondiale, è stato raggiunto grazie alla sana e robusta costituzione della Fondazione. La ricerca del Thinking ahead institute “mette in evidenza le tendenze di alto livello nel settore dei fondi pensione e fornisce informazioni su come sono cambiate le caratteristiche di questi fondi di punta”, è spiegato sul sito dell’istituto di ricerca, che rileva come “nonostante l’incertezza sulla pandemia, gli asset dei principali fondi pensione crescono fortemente”. 

 

Autonomia Casse, quella spinta all’indietro che minaccia (anche) l’Enpam 

Dopo la privatizzazione del 1993, una deriva “pubblicistica” minaccia di erodere l’autonomia delle Casse previdenziali private, includendole sempre di più tra le rigidità e i vincoli cui sono soggetti gli enti pubblici. A rilevarlo è stato Sabino Cassese (nella foto), professore emerito, già giudice costituzionale ed ex ministro del governo Ciampi, che ha tenuto una lezione in occasione all’evento “Autonomia delle Casse di previdenza al servizio delle professioni per il Paese”, organizzato dall’Adepp lo scorso 14 giugno. 

Di seguito i principali passaggi del Suo intervento, che si è proposto “di mostrare l’erroneità dell’involuzione normativa in corso, alla luce della Costituzione e della norma di privatizzazione”. 

Nel descrivere il percorso normativo che ha portato alla riforma del 1993, il prof. Cassese ha evidenziato come “la privatizzazione delle Casse è stata ispirata all’idea di riconoscere i corpi intermedi; non riguardava imprese ma enti sociali; si allontanava dall’idea dello Stato come esclusivo fornitore della funzione di protezione sociale, fermo rimanendo il carattere pubblico di questa funzione, a cui corrispondono diritti dei privati”. 

Nel suo intervento, pubblicato integralmente sul Giornale della previdenza, il professore ha poi illustrato l’intricato percorso normativo di assimilazione della casse alla pubblica amministrazione e la loro definizione come organismi di diritto pubblico, evidenziando la mancanza di taluni requisiti ed esprimendo dubbi sulla legittimità del controllo pubblico sugli investimenti. 

Il professore Cassese, nella conclusione della propria relazione ha evidenziato come “a sostegno della ripubblicizzazione delle Casse che erano state privatizzate nel 1993 – 94, vengono adoperati due argomenti, che vanno qui considerati. Il primo argomento è quello che si trae dalla stessa legge delegante del 1993, la quale dispone che restano ferme le finalità istitutive e l’obbligatoria iscrizione e contribuzione agli enti degli appartenenti alle categorie di personale a favore dei quali essi risultano istituiti. Ma trarre dalla obbligatorietà dell’iscrizione e della contribuzione la conseguenza che il soggetto debba essere assimilato alla pubblica amministrazione non è solo contrario all’espressa disposizione della norma che prevede il carattere privato degli enti, ma anche alla logica. Infatti, per fare soltanto due altri esempi di obblighi, un vincolo urbanistico gravante su un edificio collocato in una zona urbana impone obblighi che vanno rispettati, ma non fa diventare l’edificio pubblico; né gli obblighi che gravano sui notai, per la funzione pubblica che essi svolgono, li fa diventare funzionari pubblici. Questo vale a maggior ragione per le Casse, perché il vincolo non è disposto nell’interesse pubblico, ma nell’interesse dei privati che beneficeranno delle prestazioni derivanti dalle contribuzioni obbligatorie e perché lo debbono far rispettare gli stessi amministratori delle Casse, che rappresentano la categoria assistita.

L’altro argomento è quello che viene definito della ‘garanzia implicita’ del Tesoro in caso di insolvenza delle Casse. Questo argomento chiaramente dimostra troppo, perché dovrebbe valere anche per le banche e per le assicurazioni, e quindi ne discenderebbe che anche le banche e le assicurazioni possono essere assimilate alle pubbliche amministrazioni. Per escludere conclusioni di questo tipo, il diritto europeo ha stabilito i ben noti criteri di ‘bail in’. 

Un noto studioso francese, Thomas Perroud, ha scritto di recente un articolo intitolato ‘Le droit privé est-il l’avenir de l’action public?’, illustrando il progressivo svuotamento dello Stato e del diritto pubblico, perché il diritto privato governa sempre di più l’azione pubblica, e occorre quindi ripensare il diritto privato come un diritto comune all’azione pubblica. C’è una penetrazione del diritto privato molto profonda nell’ambito del diritto pubblico. Di una tendenza di questo tipo si era reso conto il legislatore nel 1993 – 1994, compiendo la riforma delle Casse. In un quarto di secolo si stanno lentamente mettendo in dubbio i benefici di quella lungimirante riforma”. 

 

Organi della Fondazione 

Secondo quanto previsto dalla Statuto (art. 10), gli organi di governo della Fondazione sono: 

• l’Assemblea nazionale 

• il Consiglio di amministrazione 

• il Presidente 

• il Collegio dei sindaci. 

Le funzioni attribuite ai suddetti organi sono definite nello Statuto agli art. 11 e seguenti. 

Nella seguente tabella viene illustrata la composizione del Consiglio di amministrazione per genere e fascia di età al 31 dicembre 2022: 

 

COMPOSIZIONE DEL CDA

UNITÀ
DI MISURA

2020

2021

2022

<30

anni

30-50

anni

>50

anni

<30

anni

30-50

anni

30-50

anni

<30

anni

30-50

anni

30-50

anni

DONNE

%

--

--

6,2%

--

--

6,2%

--

--

6,2%

UOMINI

%

--

--

93,8%

--

--

93,8%

--

--

93,8%

Come si può evincere dalla tabella sopra riportata, nel 2022 la composizione del Consiglio di amministrazione della Fondazione non ha subito modifiche rilevanti rispetto ai precedenti esercizi, confermando anche per il 2022 una prevalenza di uomini tra i suoi componenti, pari al 93,8%. 

 

Il modello organizzativo della Fondazione e la sua evoluzione 

La Fondazione, nel perseguire una politica volta al continuo miglioramento della qualità dei servizi erogati ai propri iscritti, ha integrato in modo sempre più sistematico il proprio modello organizzativo al fine di garantire la massima efficienza ed operatività del sistema di controllo interno e di corporate governance. 

L’obiettivo principale è quello di definire nel tempo un sistema organico e strutturato di principi e procedure di controllo, quale fondamento di un apparato di governo incentrato su valori di correttezza, trasparenza e legalità e sulla loro effettiva implementazione all’interno della Fondazione. La Fondazione, a tale scopo, persegue un’attenta e continua analisi dei propri strumenti organizzativi, nelle diverse fasi di gestione e controllo, al fine di verificare la rispondenza delle procedure aziendali rispetto all’evoluzione del quadro giuridico di riferimento e alle scelte organizzative operate in regime di autoregolamentazione. 

La particolare attenzione, infatti, prestata dalla Fondazione alla progressiva definizione del proprio modello organizzativo ed alla sua successiva evoluzione, si fonda sulla convinzione che sia possibile realizzare un assetto stabile ed efficiente, nel rispetto degli equilibri di lungo periodo, solo attraverso una politica coerente e consapevole di gestione e controllo dei rischi a cui la Fondazione è sottoposta nel suo operare. 

A seguito della recente adozione degli ultimi organigramma e funzionigramma aziendali, tenuto conto dei rinnovati obiettivi strategici della Fondazione, delle nuove opportunità e del contesto normativo in costante evoluzione, in conformità a quanto stabilito dalle direttive e dai criteri definiti dal Consiglio di amministrazione, lo scorso esercizio si è provveduto, con l’apporto del Comitato di Controllo Interno all’aggiornamento integrale del medesimo, in continuità con quanto definito in precedenza e nell’ottica di una visione organica di insieme. Tale Modello è per l’appunto il risultato della sistematica integrazione di tutte le misure adottate dalla Fondazione (atti, provvedimenti, procedure etc.) che, a far data dall’adozione della precedente versione, hanno concorso a definire l’assetto organizzativo attuale. 

Tali cambiamenti, hanno inoltre determinato la necessità di una nuova e ulteriore analisi di tutte le attività/funzioni di competenza di ogni singola Area/Struttura, al fine di verificare, riguardo al nuovo assetto organizzativo approvato, quelle da considerarsi “sensibili”, non solo con riferimento alle nuove e diverse attività previste, ma anche ad una riclassificazione dei rischi già censiti. Una ricognizione della incidenza dei rischi sulle varie attività svolte dalla Fondazione e del grado di efficacia del sistema dei controlli non poteva prescindere dal coinvolgimento del personale preposto ed in particolare, dei responsabili delle varie Unità Organizzative. 

Il Modello Organizzativo che è venuto delineandosi rappresenta, pertanto, un indubbio valore aggiunto, che non è il risultato di mera attuazione normativa, ma di una stretta corrispondenza tra gli obiettivi istituzionali della Fondazione e le componenti relative all’intero assetto organizzativo, che concorrono, a vario titolo, a realizzarli. 

 

Il sistema di controlli della Fondazione 

La Fondazione Enpam è sottoposta a un complesso sistema di controlli atto a garantire la correttezza, la tracciabilità e la trasparenza delle attività svolte, tutelando gli interessi degli iscritti e monitorando l’efficienza e l’efficacia del modello organizzativo. Questo sistema è articolato in controlli interni, stabiliti dalla Fondazione e condotti da attori interni all’Ente, cui si affiancano i controlli esterni, previsti dalla normativa in vigore ed esercitati da organismi terzi. Il controllo interno è strutturato come segue: 

CONTROLLI  INTERNI

TIPOLOGIA
DI CONTROLLO

NATURA DEL CONTROLLO

ATTORI COINVOLTI

Controlli permanenti
di I livello

Controlli di completezza/conformità, 

eseguiti dal personale operativo nello svolgimento della propria attività e dai responsabili gerarchici 

Strutture/Aree Servizi

Controlli permanenti
di II livello

Controlli di corretta esecuzione e trasparenza eseguiti da funzioni specializzate indipendenti dalle strutture operative 

Struttura Programmazione,
Controllo e Processi
Servizio Controllo di Gestione

Controlli periodici
di III livello

Controlli che forniscono una assurance indipendente sul disegno e sul funzionamento del complessivo sistema, cui si affiancano piani di miglioramento definiti dal management 

Organi statutari
Comitato di Controllo Interno
Collegio sindacale

Il controllo permanente (sia di I che di II livello) riguarda la corretta applicazione di procedure operative che possono risultare: 

• trasversali, cioè comuni a tutta l’organizzazione (ad esempio: procedura sul rispetto della privacy, procedura sul conflitto di interessi); 

 

• verticali, cioè specifiche per determinati uffici dell’organizzazione (ad esempio: procedura di investimento in un particolare prodotto finanziario, procedura di dismissione di un dato immobile). 

I controlli esterni sono, in prima istanza, distinti secondo la loro natura (privatistica o pubblicistica). Nel dettaglio, il controllo esterno risulta così organizzato: 

 

CONTROLLI ESTERNI


ATTORI

FUNZIONE

Controlli privatistici

Società di revisione

Svolge revisione indipendente e certificazione dei bilanci della Fondazione

Controlli Pubblicistici

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Approva lo Statuto e i regolamenti della Fondazione e le delibere in materia di contributi e prestazioni

Formula rilievi motivati su bilanci preventivi e consuntivi, sui criteri di individuazione e di ripartizione dei rischi connessi alla scelta degli investimenti

Controlla la sussistenza dell’equilibrio del bilancio di gestione dei fondi amministrati

Ministero dell’Economia
e delle Finanze

Svolge attività di co-vigilanza di concerto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Corte dei Conti

Svolge un controllo periodico sulla gestione finanziaria dell’Ente

Covip
(Commissione di vigilanza sui fondi pensione)

Svolge un controllo sugli investimenti delle risorse finanziarie e sulla composizione del patrimonio dell’Ente

ANAC
(Autorità Nazionale
Anticorruzione)

Vigila sui processi di acquisto e sui contratti stipulati con i fornitori,verificando la trasparenza della spesa

Vigila sugli approvvigionamenti informatici effettuati al di fuori dell’ambito di Consip Spa

Garante
per la protezione
dei dati personali

Controlla che i trattamenti di dati personali siano conformi a leggi e regolamenti e, eventualmente, prescrive ai titolari o ai responsabili dei trattamenti le misure da adottare per svolgere correttamente il trattamento

Commissione parlamentare
di controllo
sulle attività

degli enti gestori
di forme di previdenza
e assistenza sociale

Vigila sull’efficienza del servizio in relazione alle esigenze degli utenti, sull’equilibrio delle gestioni e sull’utilizzo dei fondi disponibili, anche con finalità di finanziamento e sostegno del settore pubblico e con riferimento all’intero settore previdenziale e assistenziale

Vigila sulla programmazione dell’attività dell’ente e sui risultati di gestione in relazione alle esigenze dell’utenza

Vigila sull’operatività delle leggi in materia previdenziale e sulla coerenza del sistema previdenziale allargato con le linee di sviluppo dell’economia nazionale

AgID
(Agenzia per l’Italia
Digitale)

Esercita controlli in materia di firma digitale, posta elettronica certificata, fatturazione elettronica e trasparenza nella gestione della spesa

Per gli approvvigionamenti informatici effettuati al di fuori dell’ambito di Consip Spa, è destinataria delle medesime comunicazioni inviate all’Anac

Dipartimento
della Funzione
pubblica
della Presidenza

del Consiglio dei ministri

Effettua un controllo in materia di spesa per il personale e costo del lavoro

 

Il controllo analogo 

La Fondazione, nell’esercizio della propria autonomia gestionale e organizzativa, in conformità con quanto previsto dalla normativa applicabile e con quanto disposto dallo Statuto, detta norme organizzative e regole comportamentali uniformi a valere per le società controllate, in particolare Enpam Real Estate (o anche di seguito Enpam RE), tenuto conto del carattere pubblicistico della propria attività istituzionale e nel rispetto dell’autonomia gestionale delle società controllate. 

A tal proposito l’Ente disciplina i rapporti con le Società Controllate, ivi incluse le modalità con cui esercita l’attività di direzione e coordinamento ai sensi degli articoli 2497 e seguenti del codice civile ovvero nell’ambito del controllo analogo; il tutto, in coerenza con i principi del proprio Codice Etico e con il proprio modello organizzativo, anche nell’ottica del recepimento delle best practice nazionali ed internazionali. 

A tale scopo sono state adottate delle “linee guida per la disciplina dei rapporti con le società controllate”, rispetto alle quali sono state definite Misure attuative e Policy per l’implementazione delle stesse nelle specifiche realtà societarie soggette al potere di indirizzo e coordinamento della Fondazione. 

A seguito del perfezionamento dell’operazione di vendita da parte di Fondazione del portafoglio immobiliare in titolarità diretta e la formalizzazione della cessione del ramo d’azienda preposto allo svolgimento delle attività di “Property, facility e project management”, è stato aggiornato il documento “Policy attuative delle Linee Guida per la disciplina dei rapporti con la società controllata Enpam Real Estate”, volto a disciplinare i rapporti tra la Fondazione ed EnpamRE, rendendolo maggiormente coerente con il nuovo contesto venutosi a creare. 

In particolare, si sono determinate delle modifiche nell’assetto di Governance di EnpamRE in ragione del venir meno della qualifica della stessa quale società “in-house”, rendendo di conseguenza superate le previsioni statutarie connesse alle modalità concrete di esercizio del controllo analogo. 

In ogni caso, in logica di snellezza operativa e di responsabilità della controllata, rimane preservato un adeguato livello dei presidi di controllo al fine di garantire un efficiente ed efficace esercizio dei poteri di direzione e coordinamento propri della Fondazione in qualità di socio unico, anche mediante l’istituzione di un “Comitato per la direzione ed il coordinamento”, di recente nomina. 

 

Il Comitato di Controllo Interno e il risk management 

Nell’ambito del citato sistema dei controlli interni, è stato istituito un comitato di controllo interno che nasce come funzione esterna e indipendente, ausiliario agli organi della Fondazione, per il monitoraggio dei processi aziendali, nonché per l’adempimento degli obblighi informativi e per l’applicazione delle procedure operative. È composto da tre membri, dei quali uno con funzioni di presidente. Il comitato, nell’ambito dell’attività propria di verifica delle procedure interne, dal 2020 è anche coinvolto nelle procedure di gestione dei conflitti di interesse. Specificatamente, è intervenuto nella fase di individuazione delle attività particolarmente rilevanti ai fini del potenziale accadimento di ipotesi di conflitti di interesse, nell’individuazione dei soggetti interessati e dei presidi da adottare. 

Al fine di prevenire e mitigare il verificarsi di conflitti di interesse, all’interno del proprio Codice, l’Ente impone l’obbligo ai soggetti con cui si relaziona di dichiarare formalmente di non essere coinvolto in situazioni, anche potenziali, di conflitto d’interesse e di darne tempestiva comunicazione in caso di accadimento al responsabile di riferimento e al comitato di controllo interno. A dimostrazione dell’efficacia dei presidi posti in essere dalla Fondazione, nel corso del 2022 l’Ente non ha registrato alcun caso di conflitti di interesse. 

Per quanto concerne l’attività di risk management, la Fondazione, considerata l’evoluzione della normativa in materia, e la sempre maggior centralità ed importanza della tematica della gestione per processi e della corretta gestione dei rischi ad essi associati, al fine di potenziare e migliorare l’attuale sistema di controllo interno in ottica di gestione del rischio, ha intrapreso a luglio 2022 un progetto volto alla definizione della mappatura dei processi della Fondazione, all’individuazione e valutazione dei rischi con il fine ultimo di valutare l’adeguatezza del sistema. Gli esiti di tale progettualità potrebbero costituire la base di ulteriori futuri sviluppi in tema di rischi aziendali, per iniziative di “set up” di sistemi di controlli interni e di gestione dei rischi rispondenti ad eventuali future esigenze regolatorie e organizzative, e di valutazione di altre tipologie di rischio (es. rischi di compliance, rischi di cyber security…). 

Le attività di progetto, nelle differenti fasi di lavorazioni prevedono, la rappresentazione dei processi della Fondazione, individuati sulla base di un’analisi desk della documentazione ufficiale della Fondazione, l’individuazione e valutazione dei rischi e dei controlli associati. 

La mappatura dei processi è stata effettuata sulla base delle attività indicate nel funzionigramma della Fondazione, mediante il raggruppamento di attività omogenee, per singolo processo. In particolare, tale raggruppamento in “cluster” omogenei è stato effettuato attraverso l’aggregazione di attività che afferiscono ad uno stesso processo, in termini di output finale e/o alla stessa sfera di competenza di una funzione. 

Al fine dell’identificazione preliminare dei rischi da associare, è stata analizzata la documentazione esistente con lo scopo di approfondire le singole attività che caratterizzano i diversi processi di ENPAM, e, in secondo luogo, si è svolta un’attività di benchmarking con le best practice di riferimento per ciascun processo standard (e.g. Acquisti, Risorse Umane, etc.), intendendosi come tali i processi tipici, riscontrabili nelle differenti organizzazioni. 

I rischi sono stati classificati sulla base delle seguenti 4 tipologie in coerenza con il “CoSO ERM Framework”: 

1. strategici: rischi che hanno un effetto sugli obiettivi di lungo termine, strategici e strettamente legati alla mission della Fondazione il cui avvenimento può avere degli impatti rilevanti anche ai fini della continuità operativa della Fondazione stessa; 

2. operativi: rischi strettamente collegati allo svolgimento delle attività operative della Fondazione nonché ravvisabili nei processi posti in essere dalle varie Strutture; 

3. compliance: rischi relativi alla mancata adeguatezza al contesto normativo di livello nazionale, comunitario e internazionale, nonché ai regolamenti applicabili specificatamente alla Fondazione; 

4. finanziari (Reporting): rischi relativi alla performance finanziaria e alle attività contabili della Fondazione. 

Questa fase è stata effettuata in modo tale da consentire l’allineamento delle specifiche componenti ai principi definiti dall’”Enterprise risk management framework – Integrating with Strategy and Performance” (CoSO Erm Framework) , pubblicato nel 2017 dal “Committee of Sponsoring Organizations (CoSO)”, il quale evolve il precedente Framework del 2004 attestando la circostanza che il rischio è pienamente integrato nel processo di pianificazione strategica e nel contesto della performance di un’organizzazione sulla base delle migliori prassi esistenti. 

 

Il codice etico 

I valori che ispirano l’operatività di Enpam sono riportati nel suo codice etico, documento in origine adottato dal 2013, oggetto di aggiornamento nel 2022, che impegna i componenti degli Organi Statutari e Collegiali, il personale dirigente e non dirigente, i collaboratori interni e quelli terzi destinatari, tutti i collaboratori esterni (ad esempio fornitori, gestori finanziari, realtà controllate, collegate e chiunque altro operi in nome e per conto della Fondazione). 

L’Enpam, nell’esercizio delle sue attività e nelle relazioni con i portatori di interesse, si interfaccia con realtà complesse e tratta, in via preventiva, temi importanti quali anticorruzione, antiriciclaggio, protocolli di legalità, meccanismi di selezione e verifica dei requisiti dei fornitori e collaboratori, etc.. Il codice etico affronta e disciplina in termini valoriali ed a prescindere dalle cogenze di legge anche questi ulteriori aspetti, unitamente ad altre tematiche. 

La Fondazione impronta la propria condotta a princìpi di trasparenza, onestà, correttezza e libera concorrenza, adottando comportamenti virtuosi nello svolgimento delle proprie attività al fine di garantire una condotta etica e responsabile del business. 

Per garantire la conformità al codice etico anche da parte dei fornitori di Enpam e la tutela dei principi in tema di forniture, le controparti contrattuali sono tenute a sottoscrivere dichiarazioni di conoscenza dei princìpi di questo Codice, impegnandosi a non adottare alcuncomportamento che induca in qualsiasi modo la Fondazione o i suoi destinatari a violare i princìpi in esso previsti. 

Il Codice Etico racchiude il complesso di diritti, doveri e responsabilità che l’Enpam assume espressamente nei confronti di ogni portatore di interesse con il quale interagisce nell’ambito dello svolgimento della propria attività. Si traduce in regole e princìpi che devono ispirare l’attività di tutti coloro che operano nella Fondazione e per la Fondazione con livelli di responsabilità proporzionali a funzioni e ruoli ricoperti ed a quanto previsto da legge, Statuto e Regolamenti orientando al contempo, insieme a procedure e disposizioni aziendali, i comportamenti dei destinatari. 

Tutto ciò, con l’obiettivo di delineare nel tempo un sistema organico e strutturato di principi idoneo a porsi come fondamento di un apparato di governo incentrato su valori di correttezza, trasparenza e legalità e di garantirne l’effettiva implementazione all’interno dell’organizzazione aziendale. 

Nel 2022, con l’apporto del Comitato di Controllo Interno, si è conclusa l’attività di aggiornamento del Codice Etico. 

Le lavorazioni sono state organizzate principalmente nelle seguenti fasi: 

1. analisi del contesto aziendale e delle relative evoluzioni dal 2013 ad oggi: è stata svolta una verifica del quadro giuridico di riferimento e delle scelte organizzative operate negli anni dalla Fondazione, anche in regime di autodeterminazione; 

2. attività di monitoraggio e mappatura delle tematiche affrontate dal Codice: è stata attuata un’analisi testuale-comparativa delle informazioni contenute nei Codici etici di altre realtà pubbliche e private, al fine di individuare le tematiche oggetto di possibile rivisitazione dei contenuti del Codice; 

3. proposte di aggiornamento: sono state formulate le proposte di modifiche/integrazioni testuali apportate al testo vigente; 

4. condivisione con il Comitato di controllo interno: sono stati condivisi con il Comitato di controllo interno i contenuti oggetto di revisione e/o di nuova introduzione; 

5. revisione linguistica: l’intero documento è stato revisionato dalla Struttura Comunicazione e Ufficio Stampa da un punto di vista di semplificazione linguistica, in linea con quanto definito dalle Linee guida nazionali, al fine di migliorar ne la leggibilità. 

Il Codice, così aggiornato, si pone quale fondamento di un apparato di governo incentrato sui principi etico-valoriali riconosciuti dalla Fondazione, nel protendersi al raggiungimento dei suoi obiettivi istituzionali. 

 

Trasparenza e aspetti evolutivi 

Nell’ambito della normativa in materia di prevenzione e contrasto della corruzione, rilevante è il concetto di trasparenza amministrativa, che costituisce il livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera m, della Costituzione ed a cui, in linea con gli interventi previsti dalla L. 190/2012, ne è stata data attuazione tramite il D.lgs. 33/2013, recante il “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”. 

La Fondazione conferisce alla trasparenza ampio rilievo e centralità anche a livello statutario, avendo attuato nel tempo molteplici iniziative e adempimenti in regime di autodeterminazione, oltre le previsioni normative. 

La Fondazione attua la trasparenza essenzialmente nei rapporti con gli iscritti, mediante la diffusione delle informazioni relative all’andamento amministrativo, gestionale e finanziario. Ciò anche al fine di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’uso delle risorse. 

Nel quadro normativo di riferimento, anche l’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione) è intervenuta attraverso l’emanazione di molteplici delibere in materia, per effetto delle quali la Fondazione ha adottato tutte le azioni necessarie a rendere il proprio operato conforme al mutato assetto normativo. 

Il Codice della Trasparenza della Fondazione, così aggiornato nel 2020, indica i dati e le informazioni alla cui pubblicazione la Fondazione Enpam è tenuta, in virtù di obblighi normativi da riferirsi alle attività istituzionali di pubblico interesse, in particolare legate alle attività di previdenza ed assistenza. A dicembre 2020, Enpam ha altresì definito e approvato un Disciplinare in tema di accesso che si pone come riferimento giuridico-regolamentare di tutte le forme di accesso ai documenti, informazioni e dati oggetto di richieste/istanze specifiche, differenziate per tipologia. 

La Fondazione pubblica in una sezione dedicata del proprio sito istituzionale le informazioni, i dati e i documenti la cui pubblicazione è obbligatoria, assicurando che siano di facile accesso e consultazione, monitorati e aggiornati secondo i termini e le modalità pr escritte. In aggiunta a questa sezione, essa pubblica ulteriori informazioni e dati di interesse nell’area riservata agli iscritti. 

Conformemente alle previsioni del Codice della Trasparenza, si sta peraltro delineando un percorso evolutivo della funzione, in rispondenza alla valenza strategica che essa riveste anche in termini reputazionali. 

 

La Carta dei Servizi 

La Carta dei servizi è stata predisposta in ossequio a quanto emerso in sede giurisprudenziale per effetto della sentenza del TAR Lazio 35/2022, suffragata dal Consiglio di Stato con sentenza 5089/2022, in ordine alla circostanza che la qualifica di concessionari di pubblici servizi possa essere estensivamente applicata anche alla Fondazione, in virtù delle finalità di interesse pubblico insite nell’attività istituzionale di previdenza e assistenza. 

A seguito della redazione di tale documento, ne è stata disposta la pubblicazione sul sito istituzionale di Enpam nella sezione “Fondazione Trasparente”. 

In particolare, essa si compone dei seguenti capitoli: 

• premessa; 

• informazioni generali; 

• modalità di erogazione dei servizi; 

• le prestazioni ed i servizi dell’Enpam; 

• i procedimenti amministrativi dell’Enpam; 

• strumenti di tutela dell’iscritto e della Fondazione; 

• qualità dei servizi offerti e attenzione al rapporto con gli iscritti. 

Il documento Carta dei Servizi si caratterizza per la declinazione dell’impegno della Fondazione ad assicurare standard di qualità dei servizi erogati, che garantiscano adeguati livelli di efficienza ed efficacia delle prestazioni, in un’ottica di continuo e progressivo miglioramento finalizzato alla soddisfazione dei propri iscritti. 

A tal riguardo, sono stati definiti i parametri che consentono la quantificazione dei livelli standard qualitativi che la Fondazione si impegna a garantire. 

Nel documento sono espresse “le dimensioni qualitative” che caratterizzano, conformemente alla disciplina di riferimento, l’erogazione dei servizi della Fondazione, definite in: 

• accessibilità, intesa come capacità di garantire l’accesso ai servizi erogati a tutti gli utenti potenzialmente interessati; 

• efficacia, intesa come capacità dei servizi di raggiugere gli obiettivi prefissati in termini di rispondenza ai bisogni e alle esigenze individuate dalla Fondazione; 

• tempestività, intesa quale tempo intercorrente fra la richiesta del servizio da parte dell’utente (o la promessa del servizio da parte della Fondazione) e l’effettiva erogazione dello stesso; 

• trasparenza della gestione, intesa quale semplicità per l’utente e per gli stakeholders di reperire, acquisire e comprendere le informazioni necessarie per poter usufruire al meglio del servizio di proprio interesse. 

Sono espresse, altresì, “le dimensioni qualitative accessorie”, utili a garantire la qualità effettiva dei servizi erogati. Il documento contiene altresì paragrafi dedicati alla trasparenza nei suoi diversi aspetti, all’accesso agli atti ed alla privacy. 

Il documento attesta inoltre il percorso della Fondazione volto ad individuare le dimensioni della qualità e assicurare il raggiungimento degli standard individuati attraverso dinamiche operative interne che saranno oggetto di affinamento e monitoraggio periodico, garantite da un modello organizzativo orientato al miglioramento continuo delle prestazioni e da metodologie adeguate al relativo raggiungimento. 

 

Privacy e sicurezza delle informazioni 

Nel corso degli ultimi anni, in considerazione della rapida e incessante evoluzione tecnologica e sociale e della crescente digitalizzazione dei servizi, è stata riscontrata una crescita sia qualitativa che quantitativa delle minacce e dei potenziali rischi per la sicurezza delle informazioni e di conseguenza la sempre maggior centralità ed importanza della tematica della gestione della sicurezza e della privacy. 

La Fondazione, pienamente consapevole della problematica, aveva già intrapreso un percorso per gestire al meglio i rischi connessi, ottenendo nel 2019 la certificazione del proprio Sistema di Gestione della Sicurezza delle Informazioni secondo la norma Uni Cei En Iso/Iec 27001:2017. 

D’altra parte, il Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali 679-2016 (Gdpr) richiede a sua volta l’implementazione di misure tecniche, organizzative e procedurali idonee per garantire un livello di sicurezza adeguato al rischio. Riuscire dunque a trattare i dati personali garantendone privacy e sicurezza è diventato imprescindibile per rispettare il diritto fondamentale degli iscritti alla protezione dei dati che li riguardano. 

Pertanto, seguendo le medesime logiche attuate in ambito sicurezza, la Fondazione ha deciso di estendere il proprio Sistema di Gestione della Sicurezza ai requisiti privacy previsti dal nuovo standard Iso/Iec 27701, che costituisce un’estensione dello standard Iso/Iec 27001 e che fornisce una guida per le organizzazioni che desiderano implementare sistemi per supportare la conformità alla normativa privacy, ottenendone la certificazione nel mese di giugno 2022. 

Nel corso del 2022 sono stati effettuati tutti gli audit necessari a verificare il corretto adempimento degli obblighi di legge e dei requisiti di sicurezza e privacy definiti dalle norme ISO/IEC 27001 e 27701 a tutela degli iscritti. 

 

Attenzione strategica alle risorse umane 

La Fondazione Enpam nutre da sempre un’attenzione strategica nei confronti delle proprie persone. Il rispetto dei diritti umani, l’imparzialità di trattamento, le pari opportunità, la diversità e l’inclusione rappresentano i valori fondamentali che la Fondazione coltiva nell’ambito delle attività che svolge e delle relazioni che instaura. A tal fine, all’interno del proprio Codice Etico la Fondazione si impegna a condannare ogni forma di discriminazione, con riguardo in particolare all’età, al sesso, alla sessualità, allo stato di salute, allo stato civile, alle opinioni politiche e sindacali, alle credenze religiose, alla nazionalità e all’origine etnica o sociale. 

L’attività della Fondazione è svolta da 503 risorse assunte con contratto di lavoro dipendente, tutte a tempo indeterminato (Ccnl Adepp), in lieve diminuzione rispetto al 2021 dello 0,6%. In particolare, il 49,5% dei dipendenti risultano uomini, mentre il restante 50,5% donne. 

Come si può evincere dalla tabella di seguito riportata, la maggior parte della forza lavoro risulta assunta con contratto a tempo pieno, mentre solo una minima percentuale con contratto a tempo parziale (0,6%). 

FORZA  DI LAVORO

UNITÀ
DI MISURA

2020

2021

2022

LAVORATORI DIPENDENTI (UOMINI)

n.

255

252

249

LAVORATORI DIPENDENTI (DONNE)

n.

254

254

254

TOTALE

n.

509

506

503

LAVORATORI DIPENDENTI
PER TIPOLOGIA
DI CONTRATTO

UNITÀ
DI MISURA

2020

2021

2022

A TEMPO INDETERMINATO (UOMINI)

n.

255

252

249

A TEMPO INDETERMINATO (DONNE)

n.

254

254

254

A TEMPO DETERMINATO (UOMINI)

n.

0

0

0

A TEMPO DETERMINATO (DONNE)

n.

0

0

0

A TEMPO PIENO (UOMINI)

n.

253

249

247

A TEMPO PIENO (DONNE)

n.

253

253

253

A TEMPO PARZIALE (UOMINI)

n.

2

3

2

A TEMPO PARZIALE (DONNE)

n.

1

1

1

La percentuale più significativa dell’organico, pari al 50,9% dei dipendenti, risulta avere un’età superiore ai 50 anni, il 46,7% si colloca nella fascia d’età tra i 30 e i 50 anni ed il restante 2,4% ha un’età inferiore o uguale ai 30 anni. 

PERSONALE DIPENDENTE

PER FASCIA

DI ETÀ

UNITÀ
DI MISURA

2020

2021

2022

UOMINI

DONNE

UOMINI

DONNE

UOMINI

DONNE

Età < 30 anni

n.

9

13

5

10

5

7

Età 30 - 50 anni

n.

147

127

138

125

117

235

Età > 50 anni

n.

99

114

109

119

126

130

TOTALE

n.

255

254

252

254

249

254

 

Relativamente alla distinzione dell’organico per tipologia di qualifica professionale, il 79,7% dei dipendenti risulta assunto come impiegato, di questi il 78,7% risultano uomini e l’80,7% donne. 

La restante parte della forza lavoro è assunta rispettivamente come quadro (14,9%) e come dirigente (5,4%). 

INQUADRAMENTO PROFESSIONALE
E GENERE

UNITÀ
DI MISURA

2020

2021

2022

DIRIGENTI (UOMINI)

n.

21

23

23

DIRIGENTI
(DONNE)

n.

4

4

4

QUADRI
(UOMINI)

n.

33

30

30

QUADRI
(DONNE)

n.

45

45

45

IMPIEGATI (UOMINI)

n.

201

199

196

IMPIEGATI (DONNE)

n.

205

205

205

INQUADRAMENTO PROFESSIONALE
E GENERE

UNITÀ
DI MISURA

2020

TOTALE

<30 anni

30-50 anni

30-50 anni

DIRIGENTI (UOMINI)

n.

21

0

9

12

DIRIGENTI
(DONNE)

n.

4

0

0

4

QUADRI
(UOMINI)

n.

33

0

19

14

QUADRI
(DONNE)

n.

45

0

15

30

IMPIEGATI (UOMINI)

n.

201

9

119

73

IMPIEGATI (DONNE)

n.

205

13

112

80

INQUADRAMENTO PROFESSIONALE
E GENERE

UNITÀ
DI MISURA

2021

TOTALE

<30 anni

30-50 anni

30-50 anni

DIRIGENTI (UOMINI)

n.

23

0

7

16

DIRIGENTI
(DONNE)

n.

4

0

0

4

QUADRI
(UOMINI)

n.

30

0

16

14

QUADRI
(DONNE)

n.

45

0

14

31

IMPIEGATI (UOMINI)

n.

199

5

115

79

IMPIEGATI (DONNE)

n.

205

10

111

84

INQUADRAMENTO PROFESSIONALE
E GENERE

UNITÀ
DI MISURA

2022

TOTALE

<30 anni

30-50 anni

30-50 anni

DIRIGENTI (UOMINI)

n.

23

0

6

117

DIRIGENTI
(DONNE)

n.

4

0

0

4

QUADRI
(UOMINI)

n.

30

0

11

19

QUADRI
(DONNE)

n.

45

0

13

32

IMPIEGATI (UOMINI)

n.

196

5

101

90

IMPIEGATI (DONNE)

n.

205

7

111

94

Nella seguente tabella si riporta, per ciascun inquadramento professionale, la ripartizione in termini percentuali dei dipendenti distinti per genere. 

INQUADRAMENTO PROFESSIONALE
E GENERE

UNITÀ
DI MISURA

2020

2021

2022

DONNE

UOMINI

DONNE

UOMINI

DONNE

UOMINI

DIRIGENTI

%

16%

84%

15%

85%

15%

85%

QUADRI

%

58%

42%

60%

40%

60%

40%

IMPIEGATI

%

50%

50%

51%

49%

51%

49%

 

Dal 2021, è divenuto operativo il nuovo funzionigramma aziendale, correlato al nuovo organigramma. 

La gestione del personale ha continuato a ruotare fondamentalmente intorno ai concetti di “people care” e di “people strategy”, paradigmi che esprimono entrambi un modo moderno di fare azienda, nell’accezione di benessere del lavoratore, inteso sia come fonte di competenza che come persona. L’impatto ė stato positivo sul coinvolgimento partecipativo del personale, migliorandone la motivazione, il senso di appartenenza e la fidelizzazione all’organizzazione in un rapporto fiduciario ad alto valore aggiunto. In merito ai programmi formativi, nel 2022 si è raggiunta una sempre maggiore strutturazione della formazione come leva strategica per il personale della Fondazione, con monitoraggio dell’efficienza e dell’efficacia della formazione stes sa. 

L’attività di formazione, a seguito di audit specifici, ha ottenuto anche nel 2022 il riconoscimento di piena conformità ai requisiti standard delle norme e quindi il certificato ISO 9001:2015 emesso dalla SQS, Società di certificazione esterna della qualità. 

Nell’anno 2022, come di consueto, si è effettuato il monitoraggio delle attività formative svolte con conseguente analisi quali-quantitativa dei risultati elaborati. 

Rispetto al 2021 il numero dei corsi è relativamente aumentato (122 a fronte di 85), con un notevole aumento del numero dei partecipanti (1221 a fronte di 429), frutto di una scelta che ha dato priorità ad un maggior ventaglio di interventi formativi. Anche la formazione finanziata è aumentata (18 a fronte di 4), con un rilevante incremento dei partecipanti (173 a fronte di 100). 

Accanto alla formazione tradizionale in aula, si è collocata la formazione/autoformazione/autoaggiornamento on-line capillarmente distribuita al personale, grazie alla piattaforma e-learning Noienpam, con notevoli ricadute in termini di risparmio economico, essendo la stessa, oltre che progettata e tenuta internamente da personale in forza alle Risorse Umane, fruita direttamente dalle postazioni lavorative (anche da remoto) senza necessità di costi aggiunti per docenze esterne e per spostamenti. 

La piattaforma e-learning ha messo a disposizione attività formative, informative, spazi di rivisitazione e di aggiornamento culturale, per stimolare i processi di apprendimento autodiretto, in modo continuo, interattivo e dinamico via web, in un’ottica di life long learning e di miglioramento culturale e professionale continuo e costante, il tutto nella funzione del DRU come designer del processo formativo permanente. 

Durante l’anno, infatti, è stata utilizzata costantemente l’Intranet aziendale, come leva importante per il senso di appartenenza alla comunità per il personale. Sono stati pubblicati 76 comunicati, di cui 13 relativamente alla situazione pandemica ed allo smart working, in modo da coinvolgere il personale sulle scelte e sulle novità che lo hanno riguardato, mantenendo vivo il legame aziendale, garantendo una “presenza” costante “a fianco” dei dipendenti. 

Nelle seguenti tabelle si riporta il dettaglio delle ore di formazione erogate al personale dipendente distinte per tipologia di corso (interno-esterno) e area tematica. 

 

ORE TOTALI DI FORMAZIONE

PER CATEGORIA (corsi esterni)

UNITÀ
DI MISURA

2020

2021

2022

DIRIGENTI

Ore

27

22

10

QUADRI

Ore

48

43

8

IMPIEGATI

Ore

86

68

48

ORE TOTALI DI FORMAZIONE

Ore

161

133

66

 

ORE MEDIE
PRO-CAPITE
DI FORMAZIONE PER CATEGORIA

(corsi esterni)

UNITÀ
DI MISURA

2020

2021

2022

DIRIGENTI

ore
pro-capite

1,1

0,81

0,37

QUADRI

ore
pro-capite

0,6

0,57

0,11

IMPIEGATI

ore
pro-capite

0,2

0,17

0,12

ORE MEDIE
PRO-CAPITE DI FORMAZIONE

(su totale Dipendenti)

ore
pro-capite

0,3

0,26

0,13

ORE TOTALI
DI FORMAZIONE PER CATEGORIA
(corsi interni)

UNITÀ
DI MISURA

2020

2021

2022

DIRIGENTI

Ore

935

1309

596,5

QUADRI

Ore

2492

1580

1435,3

IMPIEGATI

Ore

7942

2902

9084,3

ORE TOTALI DI FORMAZIONE

Ore

11369

5791

11116,1

ORE MEDIE PRO-CAPITE
DI FORMAZIONE PER CATEGORIA 
(corsi interni)

UNITÀ
DI MISURA

2020

2021

2022

DIRIGENTI

ore
pro-capite

37

48,48

22,09

QUADRI

ore
pro-capite

32

21,06

19,13

IMPIEGATI

ore
pro-capite

20

7,18

22,65

ORE MEDIE
PRO-CAPITE DI FORMAZIONE

(su totale Dipendenti)

ore
pro-capite

22

11,44

22,09

ORE TOTALI
DI FORMAZIONE PER TEMATICA

UNITÀ
DI MISURA

2020

2021

2022

BASE

Ore

2567

647

5884

MANAGERIALE

Ore

698

2994

2767,1

SPECIALISTICA

Ore

8265

2283

2531

ORE TOTALI DI FORMAZIONE

Ore

11530

5924

11182,1

ORE TOTALI
DI FORMAZIONE PER GENERE

UNITÀ
DI MISURA

2020

2021

2022

UOMINI

Ore

5692

3395

5655,2

DONNE

Ore

5838

2529

5526,9

UOMINI

Ore
pro-capite

22

13,47

22,71

DONNE

Ore
pro-capite

23

9,95

21,75

NUMERO
DI CORSI

n.

69

85

122

NUMERO
DI PARTECIPANTI

n.

1896

429

1221

Come si può osservare dalla tabella sopra riportata, nel corso del 2022 il numero totale di ore di formazione erogate ai dipendenti risulta significativamente aumentato al rispetto al 2021, raggiungendo un valore pari 11.182 ore; di cui il 50,6% sono state er ogate agli uomini e il 49,4% alle donne. 

In conseguente aumento risulta anche il numero medio di ore di formazione erogate nel corso dell’anno a ciascun dipendente, il quale nel 2022 risulta pari a 22,2; in particolare, le ore medie di formazione erogate agli uomini sono state pari a 22,71 contro 21,75 quelle erogate alle donne. 

Nell’ambito delle politiche di welfare per il personale, tra i dispositivi organizzativi di monitoraggio del clima presente in azienda e per favorire il benessere dei singoli e dell’organizzazione, contrastare il rischio dello stress lavoro-correlato e supportare attivamente il singolo dipendente nella soluzione di problemi e criticità collegate al contesto lavorativo senza lasciarlo da solo con i disagi, in particolare nel momento storico di emergenza sanitaria da Covid-19, si è concluso il progetto di formazione personalizzata per tutelare la sfera emotiva e quindi la salute psicosociale, oltre che fisica, dei lavoratori, fornendo informazione, consulenza e sostegno al consolidamento dell’identità personale e professionale. 

Si è trattato di una formazione di orientamento emotivo come strumento sensibile per facilitare il processo di adattamento, inserito in un percorso più ampio di crescita, personale e professionale, volto all’acquisizione di alcuni strumenti per aumentare la propria capacità di resilienza, fronteggiando situazioni difficili e potenziando le proprie capacità di adattamento. Il progetto ha riguardato in totale 30 risorse. 

Nel 2022 è stato dato avvio ad un piano di incentivazione all’esodo e contestuale ricambio generazionale. 

L’obiettivo è stato quello di ottimizzare le risorse economiche scaturenti, valorizzando il personale già in forza e procedendo alle selezioni di personale esterno, con lo scopo di realizzare un ricambio generazionale verso un incremento degli standard produttivi e qualitativi aziendali. 

Pertanto, nel 2022 si è dato avvio all’analisi, alla progettazione ed alla realizzazione della prima fase del Piano per l’incentivazione all’esodo finalizzato al ricambio generazionale del personale della Fondazione, con conseguente staffetta tra cessazioni ed assunzioni di risorse umane, che si protrarrà nel 2023, quando è prevista la realizzazione della seconda fase e quindi la conclusione del piano. 

A fronte dell’attuazione del Piano per l’incentivazione all’esodo, nel corso del 2022 si è registrato un incremento del numero di cessazioni, pari a 7 unità rispetto al 2021, per un totale di 10 dipendenti cessati; di cui 5 donne e 5 uomini. Quest’ultimi si classificano prevalentemente nella fascia d’età superiore ai 50 anni. 

Rispetto al 2021 è tornato ad aumentare anche il numero di assunzioni, per un totale di 7 dipendenti assunti nel 2022. 

Nello specifico, le assunzioni hanno riguardato prevalentemente il personale femminile (5) appartenente alla fascia d’età tra i 30 e i 50 anni. 

PERSONALE DIPENDENTE IN USCITA PER FASCIA DI ETÀ

UNITÀ
DI

MISURA

2020

2021

2022

DONNE

UOMINI

TOTALE

DONNE

UOMINI

TOTALE

DONNE

UOMINI

TOTALE

Età < 30 anni

n.

0

0

0

0

0

0

1

0

1

Età 30 - 50 anni

n.

0

1

1

0

0

0

0

0

0

Età > 50 anni

n.

23

12

35

23

0

3

4

5

9

TOTALE

n.

23

13

36

0

3

3

5

5

10

PERSONALE DIPENDENTE

IN ENTRATA PER FASCIA

DI ETÀ

UNITÀ
DI MISURA

2020

2021

2022

DONNE

UOMINI

TOTALE

DONNE

UOMINI

TOTALE

DONNE

UOMINI

TOTALE

Età < 30 anni

n.

9

9

18

0

0

0

0

0

0

Età 30 - 50 anni

n.

8

17

25

0

0

0

5

2

7

Età > 50 anni

n.

1

0

1

0

0

0

0

0

0

TOTALE

n.

18

26

44

0

0

0

5

2

7

TASSO DI CESSAZIONE

UNITÀ
DI MISURA

2019

2020

2021

DONNE

UOMINI

DONNE

UOMINI

DONNE

UOMINI

Età < 30 anni

%

0

0

0

0

0

0

Età 30 - 50 anni

%

0

0,7

0

0,6

0

0

Età > 50 anni

%

3,2

0

23

12,1

0

2,7

TASSO DI ASSUNZIONE

UNITÀ
DI MISURA

2020

2021

2022

DONNE

UOMINI

DONNE

UOMINI

DONNE

UOMINI

Età < 30 anni

%

69,2

100

0

0

0

0

Età 30 - 50 anni

%

6,2

11,5

0

0

4

1,6

Età > 50 anni

%

0,8

0

0

0

0

0

Nelle seguenti tabelle si riportano ulteriori dati riguardanti il personale dipendente relativi alla provenienza regionale dei lavoratori, alla percentuale di scolarizzazione all’interno dell’organico e al numero di persone che nel corso del periodo di rendicontazione hanno usufruito del congedo parentale. 

FORZA LAVORO TOTALE

PER PROVINCIA DI RESIDENZA

UNITÀ
DI MISURA

2020

2021

2022

ROMA (UOMINI)

n.

225

221

219

ROMA (DONNE)

n.

241

243

245

ALTRE (UOMINI)

n.

30

31

30

ALTRE (DONNE)

n.

13

11

9

PERCENTUALE DI SCOLARIZZAZIONE

UNITÀ
DI MISURA

2020

2021

2022

LAUREA

%

40

41

41,75

DIPLOMA

%

47

46

46,12

VARIE

%

13

13

12,13

CONGEDO PARENTALE
(Chi ne ha usufruito)

UNITÀ
DI MISURA

2020

2021

2022

UOMINI

n.

11

6

4

GIORNATE
DI PERMESSO (Uomini)

n.

102

100

40

DONNE

n.

11

10

14

GIORNATE
DI PERMESSO (Donne)

n.

166

405

246

Tasso di rientro al lavoro
dopo il congedo parentale

%

100

100

100