La bussola dell’Enpam

 ALBERTO OLIVETI, PRESIDENTE 

La pandemia ci ha catapultato in uno scenario di incertezze che hanno reso ancora più evidenti inadeguatezze infrastrutturali del sistema sanitario, divario digitale e una generale debolezza dell’economia non solo per il nostro Paese ma per il mondo intero.

Nel vortice della crisi pandemica l’Enpam è intervenuta in soccorso degli iscritti in difficoltà con misure straordinarie. Come primo intervento di emergenza abbiamo sospeso gli adempimenti contributivi, abbiamo poi anticipato per conto dello Stato 90 milioni di euro di indennizzi statali destinati ai liberi professionisti, da cui peraltro i medici e gli odontoiatri erano stati dapprima irragionevolmente esclusi e poi riammessi proprio grazie all’intermediazione della Fondazione e delle altre casse dei professionisti. Abbiamo finanziato con le risorse della Fondazione prestazioni inedite di sostegno al reddito, con un bonus di mille euro per tre mesi, con sussidi specifici in caso di quarantena e di contagio e prestazioni riservate agli immunodepressi. Abbiamo inoltre ampliato le tutele per le famiglie dei colleghi in caso di morte prematura, portando da dieci a un massimo di vent’anni il bonus di anzianità previsto per le pensioni ai familiari, e prevedendo un sussidio per le spese funerarie.

In questa tempesta abbiamo saputo mantenere salda la rotta grazie alla nostra bussola istituzionale che è fatta di quattro punti cardinali: autonomia, contributi, prestazioni e patrimonio, ciascuno di questi con le proprie caratteristiche ma anche con delle potenziali criticità, che arrivano da venti contrari su cui dobbiamo vigilare e lavorare perché non diventino fragilità.

In questo senso il post Covid ci mette di fronte a un periodo di incertezza ma anche all’opportunità di ripartire con slancio dalla nostra bussola: uno strumento di orientamento calibrato in base a quello che l’Enpam ha fatto nel passato, sta facendo nel presente e si propone di fare nell’immediato futuro.

Il nord, il punto cardinale principale, è la nostra autonomia. Il rischio che ci arriva su questo quadrante è lo spettro di una progressiva ripubblicizzazione. La direzione che perseguiremo sarà coerente con la nostra missione costituzionale di garantire previdenza e assistenza utilizzando i contributi obbligatori e investendo in una logica circolare di welfare. Puntiamo a un “tagliando di controllo” della legge di privatizzazione (509/1994) per rafforzare la nostra natura giuridica privata e l’esercizio autonomo delle nostre funzioni nel rispetto delle regole. In prospettiva ci auguriamo che la fiscalità non sia tiranna e si punti a una razionalizzazione dei vari livelli di vigilanza e a una maggiore semplificazione burocratica. La complicazione in questo senso infatti molto spesso ci allontana dall’assolvimento dei nostri obiettivi dettati dalla Costituzione, divenendo così uno strumento anticostituzionale.

Dobbiamo trovare risposte adeguate sia sul versante fiscale sia su quello della tutela professionale, ma non è scontato che le soluzioni ci arrivino dall’Europa che, per esempio, per quanto riguarda le professioni ordinistiche, ha una visione “anti cartello”, in cui l’Ordine è considerato come uno strumento di difesa di interessi da parte di una lobby. Noi crediamo piuttosto il contrario e cioè che senza l’Ordine ci sia dequalificazione e diminuzione delle garanzie di qualità professionale al cittadino e che quindi sia necessario sostenere proprio il ruolo dell’Ordine assicurandoci che svolga appieno la sua funzione di tutela nei confronti della cittadinanza. Forti di questa garanzia chiederemo gli strumenti e le risorse necessarie per poter puntare sulla professione e su una riorganizzazione razionale del sistema di cure.

L’emergenza sanitaria ha infatti messo drammaticamente al centro dell’attenzione mediatica e politica il ruolo del medico e le lacune del sistema di cure sul territorio su cui adesso aleggia l’ombra del passaggio dalla convenzione alla dipendenza dei medici di assistenza primaria. Un’ipotesi di intervento che sembra più un modo per tentare di contenere l’ansia delle incertezze del momento, piuttosto che la soluzione reale di un problema strutturale decennale di carenza di organizzazione e di investimenti sulla medicina del territorio, una lacuna che parte anche dalla formazione universitaria in cui non si incentivano i giovani a scegliere la professione del medico di famiglia.

Il passaggio alla dipendenza per la Fondazione rappresenta il vento di burrasca che sferza contro una delle fonti principali del flusso contributivo, l’altro punto cardine della nostra bussola, ma è anche un attacco mal celato all’autonomia. Volendo raccontarla con una metafora calcistica è come se l’arbitro che deve controllare gli enti previdenziali arrivi a bucarci il pallone.

Sul fronte della libera professione, l’attenzione è da porre sulle società di capitali che rischiano di impoverire le future pensioni dei professionisti disperdendo in rivoli la contribuzione legata alla prestazione professionale a tutto vantaggio di una medicina amministrata nella logica del profitto di altri.

Un altro campo su cui si sta giocando una partita importante riguarda i dati biometrici e sanitari. Anche in quest’ambito il rischio che corriamo sul piano professionale e come professionisti professionali è di venire estromessi dal valore intrinseco, sia economico che previdenziale, della gestione di questi dati dai grandi colossi (Facebook, Google, Apple per esempio).

Per quanto riguarda un altro punto cardinale della nostra bussola, le prestazioni, il concetto chiave rimane quello della circolarità e dello scambio generazionale. Nel momento storico attuale, dire a un giovane che chi lavora mantiene chi ha lavorato non è un messaggio che può essere recepito positivamente. Ai giovani dobbiamo dare risposte concrete garantendo prestazioni assistenziali e previdenziali già nella fase lavorativa. Questo rientra nella nostra visione di un welfare che non è solo passivo, cioè di sostegno al bisogno, ma è un welfare dell’opportunità, della ripresa, della resilienza anche in coerenza con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Poi c’è il patrimonio. Bisogna ribadire un concetto: noi frequentiamo i mercati perché col nostro borsello di contributi obbligatori dobbiamo finanziare le prestazioni previdenziali. Questo è l’unico motivo per il quale ci è permesso di accedere al mercato. Facciamo ciò in coerenza con la necessità di coniugare sostenibilità con sostegno. Per esemplificare questo concetto è utile la metafora del maratoneta che per ottenere un certo risultato cronometrico deve rispettare la tabella di marcia. Non possiamo infatti essere capitali pazienti e quindi maratoneti lenti, ma dobbiamo essere investitori lungimiranti e tempestivi. Tempestivi perché dobbiamo tenere il ritmo giusto, lungimiranti perché abbiamo stabilito una tabella di marcia coerente con i nostri obiettivi.

Vogliamo continuare a gestire la nostra autonomia in coerenza con il dettato costituzionale utilizzando i contributi obbligatori e investendo in una logica di welfare circolare. La rotta è dare pieno sostegno agli iscritti nella direzione tracciata dalla nostra bussola istituzionale. Seguendo i punti cardinali della nostra bussola.

 

Introduzione

 Domenico Pimpinella, direttore generale 

Il Bilancio Sociale è un documento volontario che ha l’obiettivo di comunicare all’esterno in modo chiaro, puntuale e dettagliato, le iniziative e i progetti di responsabilità sociale condotti dalla Fondazione Enpam e le ricadute di questi ultimi sulla collettività che ruota attorno all’ente. Il Bilancio Sociale negli anni è dunque diventato per la Fondazione un appuntamento istituzionale importante e centrale. Il Bilancio Sociale 2021 – Rendicontazione 2020 è stato costruito sulle stesse logiche dei precedenti e sulla base degli obiettivi che la Fondazione si era proposta di raggiungere, tenendo conto dei risultati conseguiti e, naturalmente, delle tempestive misure adottate a causa della pandemia da Covid-19 nel corso dell’anno 2020. 

Il documento, redatto secondo le linee guida di rendicontazione GRI (Global Reporting Initiative) conformemente agli standard “GRI Sustainability Reporting Standards”, è giunto oggi alla sua nona edizione e ha visto, come di consueto, coinvolta nella predisposizione tutta l’organizzazione della Fondazione. I lavori sono stati condotti da un comitato guida, composto oltre che dai direttori di area/struttura – con compiti di supervisione – da un gruppo di lavoro deputato al coordinamento e alla gestione delle attività di raccolta dati, interviste e redazione del documento, strutturato nel modo che segue: 

  • Enpam

Inquadramento d’insieme della Fondazione, ne descrive la mission, l’organizzazione, i valori, i princìpi, l’assetto dei controlli e gli standard di qualità che ispirano l’operato della Fondazione. Contiene importanti cenni al processo storico e normativo che ha interessato la storia di Enpam, il cui operato viene anche contestualizzato con riferimento ai principi cardine della Costituzione italiana. Presenti focus dedicati alla straordinaria risposta della Fondazione alla emergenza Covid-19. 

 

  • La Previdenza

Riporta una rappresentazione delle principali iniziative in materia di previdenza intraprese dalla Fondazione per andare incontro alle esigenze degli iscritti, mettendo in evidenza le principali misure previdenziali adottate per far fronte all’emergenza Covid-19. All’interno del capitolo, viene esaminato anche il rapporto tra previdenza e giovani, in particolare studenti, con la copertura per gli universitari dal V anno e il connesso sistema di welfare. 

 

  • L’Assistenza

Rappresenta la sfida che la Fondazione si è proposta di realizzare nel settore delle prestazioni assistenziali, riconoscendone il carattere strategico, volto non solo a garantire un aiuto economico in caso di situazioni di disagio, ma a sostenere gli iscritti nell’attività professionale e nella salute. Il capitolo, che va dall’attività assistenziale tradizionale agli obiettivi raggiunti in tema di assistenza strategica (previdenza complementare, assistenza sanitaria integrativa, accesso al credito agevolato), illustra le novità assistenziali e di sostegno al reddito, con particolare rifermento a quelle introdotte nell’anno per far fronte all’emergenza pandemica. 

 

  • Gli Investimenti

Oltre ad analizzare l’andamento della gestione del patrimonio della Fondazione, il capitolo descrive le iniziative che, per loro natura, rappresentano un sostegno alla categoria degli iscritti e più in generale al sistema Italia. Tali azioni si sostanziano in investimenti ricompresi nel cosiddetto portafoglio “mission related” della Fondazione, nei settori della nutrizione e della salute, delle biotecnologie, delle residenze sanitarie assistenziali e delle strutture ospedaliere.

Il capitolo è completato da un’analisi del valore economico che Enpam ha generato (ricchezza economica misurabile prodotta nell’anno dalla Fondazione) e distribuito (distribuzione di tale ricchezza tra i suoi portatori di interesse) nell’esercizio 2020. 

 

  • Sostenibilità e Futuro

Nel capitolo sono descritte le azioni a impatto sociale, ambientale, territoriale che la Fondazione ha intrapreso nel corso dell’anno e contestualmente, nel solco della sostenibilità, sono sintetizzate le linee guida per il futuro. 

 

  • Appendice

A corredo della nota metodologica sulla redazione del Bilancio Sociale 2021 – Rendicontazione 2020, si riportano la tabella di correlazione tra indicatori GRI e contenuti del documento e le tabelle di dati per armonizzare al meglio le informazioni presenti nel bilancio; sono inoltre individuati gli stakeholder della Fondazione e le relative modalità di coinvolgimento. 

 

Le informazioni contenute nel documento, che si riferiscono al periodo di rendicontazione chiuso al 31 dicembre 2020, provengono principalmente dalla contabilità generale, dalla relazione di bilancio consuntivo e dalle altre fonti informative ufficiali della Fondazione.

Indice

Capitolo 0 Lettera del Presidente e introduzione

 

Capitolo 1 Enpam

 

Capitolo 2 La Previdenza

 

Capitolo 3 L’Assistenza

 

Capitolo 4 Gli Investimenti

 

Capitolo 5 Sostenibilità e Futuro

 

                               

                                 Appendice