Gli Investimenti

 

La politica di investimento della Fondazione, punto cardine di declinazione della governance, ha come riferimento principale l’Asset allocation strategica (Aas), che è lo schema di sintesi degli obiettivi di investimento costruito in ottica Asset liability management (Alm). Essa traccia il quadro generale nell’ambito del quale si realizza un processo di investimento mirato a garantire l’equilibrio previdenziale in maniera solida, duratura, trasparente e controllabile. Lo schema vigente è stato definito nel corso del 2017 con il supporto dell’Investment advisor e del Risk advisor, partendo dalle effettive consistenze di patrimonio, ripartite nelle varie classi di attività, e dal rischio da esse rappresentato.

L’attività di gestione del patrimonio è guidata da un approccio di controllo del rischio che, fissato un limite massimo di perdita sopportabile dalla Fondazione (cosiddetta propensione al rischio) e determinato un budget di rischio che guidi l’ottimale allocazione nelle diverse macro-classi, misura con elevata frequenza l’effettivo rischio del patrimonio, gli scostamenti nelle macro classi e nel patrimonio complessivo rispetto alle attese, e indica gli interventi di ripristino – sia macro che micro – eventualmente necessari.

La politica degli investimenti rappresenta dunque la premessa per l’impostazione operativa di un sistema di Alm che, attraverso regole di selezione, monitoraggio e gestione dinamica, faccia sì che gli impieghi:

  1. si correlino nel tempo alle esigenze previdenziali verificandone le dinamiche (equilibrio);
  2. siano gestiti allo scopo di migliorare nel tempo il livello di copertura delle passività (redditività e copertura diretta);
  3. si dimostrino resistenti nel lungo termine agli andamenti negativi di mercato, garantendo stabilità di flussi (controllo dei rischi).

L’approccio Alm al quale ci si riferisce è quello degli “investimenti guidati dalle passività” (Liability Driven Investment – Ldi), che si sostanzia nella combinazione di due strategie di portafoglio, una che investe in strategie di immunizzazione e gestione del rischio passività (portafoglio di copertura delle passività), l’altra in soluzioni standard di asset management (portafoglio di performance).

Una volta impostato il portafoglio di copertura delle passività, il resto del patrimonio può essere investito in attività che perseguano adeguato rendimento, in base alla propensione al rischio e agli obiettivi di rendimento che garantiscono l’equilibrio a lungo termine. Questo rafforza la struttura di patrimonio: un portafoglio finalizzato a realizzare una corrispondenza dei flussi di cassa – in termini di priorità sui periodi dove è più opportuno – rende il patrimonio più resistente a movimenti avversi di mercato.

La corrispondenza nei flussi di cassa, infatti, consente di realizzare una copertura delle passività sterilizzando i rischi di mercato (e lasciando solo rischio controparte, idiosincratico) sulla quota di patrimonio a cui è dedicata, riducendo sensibilmente la rischiosità complessiva. Tanto più sarà possibile combinare i flussi attesi di patrimonio con i flussi certi dei pagamenti, tanto meno il patrimonio sarà esposto a rischi di mercato.

Con la duplice strategia Ldi si realizza un compromesso tra un approccio senza rischio di mercato, che garantisce i limiti delle passività, e un approccio a rischio che persegue un’ottimizzazione del rendimento, con un metodo di allocazione dinamica che combina investimenti a coperture, le tecniche di hedging di portafoglio trasposte in un contesto di Alm.

La governance negli investimenti

Il modello di governance del patrimonio riflette la centralità della missione previdenziale per Enpam, preciso obiettivo della consiliatura. Avendo infatti come priorità la tutela delle pensioni attuali e future, la Fondazione sente la responsabilità di compiere scelte prudenti ed evitare investimenti speculativi, che comportino costi di commissione e, soprattutto, rischi elevati.

In quest’ottica, il Consiglio di amministrazione assume il ruolo di garante della coerenza e della compatibilità di tutte le scelte rispetto agli obiettivi previdenziali. Inoltre, prima di giungere all’attenzione del Consiglio di amministrazione, tutte le proposte vengono vagliate dall’Unità di valutazione degli investimenti patrimoniali (Uvip) e dall’Investment advisor esterno, seguendo procedure su cui vigila il Comitato per il controllo interno di Enpam, presieduto da un magistrato della Corte dei conti.

Ad ulteriore garanzia, tutti gli investimenti sono monitorati dal Risk advisor esterno e indipendente. È inoltre operativa, dalla fine del 2016, una struttura di Risk management e compliance degli investimenti quale presidio interno per il controllo e la gestione dell’intera gamma di rischi che insistono sul patrimonio e a supporto dell’implementazione della politica degli investimenti. La gestione prudenziale del portafoglio è, quindi, assicurata in primo luogo dal modello di governance del patrimonio.

 

Il patrimonio: una riserva a protezione delle pensioni future, un salvadanaio di contributi a garanzia della tenuta del patto generazionale

Anche nel 2019 Enpam si conferma la più grande cassa pensionistica privata d’Italia, con un patrimonio totale pari a oltre 22,7 miliardi di euro e un utile di esercizio record pari a oltre 1,7 miliardi di euro, che conferma l’ottimo andamento registrato negli ultimi anni.

Gli investimenti del patrimonio da reddito (oltre 22,1 miliardi di euro) risultano ripartiti come segue:

  • oltre 16,6 miliardi di euro (75,33%) nel comparto finanziario;
  • oltre 5,4 miliardi di euro (24,67%) nel comparto immobiliare.

La riserva legale – cioè il rapporto tra patrimonio e prestazioni previdenziali erogate nell’anno – è pari a 12,40 volte il livello delle pensioni pagate nell’ultimo anno.

La gestione previdenziale ha evidenziato un saldo positivo di 1,019 miliardi di euro (al netto dei contributi e dell’indennità di maternità), registrando 2,971 miliardi di euro di entrate contributive e 1,952 miliardi di euro di prestazioni previdenziali erogate.

La gestione finanziaria ha prodotto un risultato netto di 701,7 milioni di euro, mentre quella immobiliare un risultato netto di 86 milioni di euro.

PATRIMONIO
DELLA
FONDAZIONE

VALORI CONTABILI
(miliardi di €)

PESO %
SUL PATRIMONIO TOTALE

PESO %
SUL PATRIMONIO
DA REDDITO

Totale patrimonio immobiliare (a)

5,46

24,0%

24,67%

gestito direttamente

1,24

5,5%

5,62%

gestito indirettamente

4,21

18,5%

19,05%

Totale patrimonio finanziario (b)

16,67

73,3%

75,33%

gestito direttamente

2,44

10,7%

11,03%

di cui: tesoreria

0,31

1,4%

1,40%

gestito indirettamente

14,23

62,5%

64,30%

Totale patrimonio da reddito (a+b)

22,13

97,2%

100,00%

Totale patrimonio operativo (c)

0,63

2,8%

– –

Totale patrimonio (a+b+c)

22,76

100,0%

– –

L’Ente ha proseguito nel processo di revisione del portafoglio entro i limiti stabiliti dallo schema di Asset allocation di lungo periodo.

In linea con il processo avviato negli scorsi esercizi, è proseguita l’attività per razionalizzare e migliorare il profilo del portafoglio, sia finanziario che immobiliare, attraverso l’ampliamento della componente in delega di gestione o in fondi.

Enpam ha gestito il portafoglio finanziario nel rispetto dei criteri di prudenza, economicità e coerenza con gli obiettivi.

La Fondazione ha inoltre proseguito nella semplificazione e razionalizzazione del comparto immobiliare diretto: nel 2019 è proseguito il processo di vendita degli immobili ad uso residenziale di Roma, vendendo altri 5 complessi immobiliari, per un valore di oltre 70 milioni di euro, con una plusvalenza di oltre 14 milioni.

Ad oggi, il processo di dismissione del residenziale romano, avviato nel 2014, ha portato alla vendita di complessivi 43 immobili con una plusvalenza di oltre 214 milioni di euro. Sono state inoltre approvate le nuove offerte irrevocabili di acquisto per altri 6 complessi immobiliari.

 

La gestione dell’immobiliare

Il portafoglio immobiliare di Enpam è suddiviso in investimenti immobiliari diretti, gestiti attraverso Enpam Real Estate Srl (società a socio unico a cui la Fondazione ha affidato, a decorrere dal 2011, la manutenzione e la gestione del proprio patrimonio immobiliare), e indiretti, in fondi immobiliari gestiti da società di gestione del risparmio.

L’incidenza del patrimonio immobiliare sul patrimonio da reddito della Fondazione è pari al 24,67 per cento (rispetto al 26,31 per cento del 2018), con il solo comparto della gestione diretta che pesa per un valore pari al 5,31 per cento.

La destinazione d’uso del patrimonio immobiliare è prevalentemente uffici/direzionale (stante anche la vendita del residenziale romano tuttora in corso), coerentemente con le strategie di investimento della Fondazione e una progressiva diminuzione del residenziale per effetto del processo delle dismissioni gestito da Enpam Real Estate.

È bene evidenziare Enpam Real Estate ha adottato, dal 2018, un nuovo modello di organizzazione, gestione e controllo, definito ai sensi del decreto legislativo n. 231/2001. In questo modo e con l’aggiornamento del Codice etico, Enpam Re ha rafforzato il proprio sistema di controllo interno, garantendo il rispetto dei requisiti di correttezza e di trasparenza e dotandosi di uno strumento di tutela in tema di responsabilità amministrativa d’impresa. Il modello adottato è il risultato di un’approfondita analisi relativa all’organizzazione e ai processi aziendali, in linea con le migliori pratiche e la dottrina prevalente nel mercato. Come previsto dalla normativa di riferimento, è stato anche nominato un Organismo di vigilanza.

In ottemperanza alla normativa vigente, la Fondazione ha approvato e trasmesso ai Ministeri competenti il piano triennale degli investimenti immobiliari per il triennio 2020-2022, indicando la previsione di operazioni:

  • di acquisto di asset immobiliari, unicamente attraverso la sottoscrizione di nuove quote di fondi immobiliari (più precisamente è previsto l’acquisto di quote di Fondi immobiliari per € 300 milioni nel 2020, € 700 milioni nel 2021 e € 300 milioni nel 2022);
  • di cessione di immobili (vendita di immobili residenziali in Roma, vendita diretta di immobili a privati e cessioni di quote in fondi immobiliari).

La necessità di una maggior flessibilità, unita a sempre maggiori obiettivi in termini di redditività, ha portato, all’inizio del 2019, a valutare un processo di riorganizzazione complessiva del patrimonio immobiliare. A tal fine, è stata avviata un’indagine, tramite avviso pubblico, mirata a individuare un numero congruo di soggetti interessati all’acquisto, totale o parziale, del patrimonio di proprietà diretta. A seguito dei primi approfondimenti è stato dunque definito il perimetro della vendita consistente nell’intero portafoglio immobiliare “diretto”, con esclusione degli edifici ad uso residenziale nel Comune di Roma, per i quali è in essere il citato processo di vendita alle diverse cooperative inquilini, e dei tre hotel nel centro storico di Roma (Hotel Raphael, Hotel delle Nazioni e Hotel Palazzo Navona) ritenuti strategici. Alla fine del 2019, è stato quindi dato avvio alla procedura pubblica di dismissione in blocco dell’intero suddetto patrimonio, che si prevede possa perfezionarsi nel corso del 2020.

La Fondazione premiata per la capacità di investire e gestire saggiamente

La Fondazione Enpam è stata premiata agli Ipe Real estate global awards 2018, la competizione che segnala le migliori pratiche mondiali nel settore degli investimenti immobiliari da parte di enti previdenziali e fondi pensione ed è stato l’unico investitore italiano a ricevere un riconoscimento.

Il premio viene organizzato da Investments & pensions Europe, associazione di studio dei fondi pensione europei specializzata nella pubblicazione di indagini di settore.

Nella motivazione che ha accompagnato la consegna del “palazzo d’argento”, relativo alla sezione “Other countries & regions”, la giuria ha definito la Fondazione “eccezionale rispetto a istituzioni italiane comparabili. Gestisce il portafoglio attivamente e sta facendo passi significativi per spostarsi da una strategia tradizionale verso una maggiore esposizione ai mercati internazionali”.

Ipe ha sottolineato la significativa presenza di Enpam nel settore immobiliare e la diversificazione della sua strategia, che poggia sia su investimenti diretti – gestiti tramite Enpam Real Estate – che su investimenti indiretti.

Anche il 2019 ha visto premiare le capacità di gestione immobiliare di Enpam Real Estate per aver dimostrato “una profonda conoscenza delle dinamiche legate agli appalti pubblici, ambito nel quale ha introdotto una gestione telematica e uno stringente sistema di verifiche sui fornitori”, motivazione per cui è giunto il premio In House Team dell’Anno Real Estate.

 

Investimenti Socialmente Responsabili ed Esg

La Fondazione ritiene che una gestione finanziaria efficace dei rischi Esg possa contribuire a proteggere i rendimenti, generando contestualmente un impatto positivo sulla creazione di valore nel lungo termine, il tutto nel pieno rispetto dei criteri di prudenza, salvaguardia e garanzia delle prestazioni future ai propri iscritti.

Come sottolineato dalla Covip, l’adozione di strategie di investimento Esg appare coerente con il dovere fiduciario che fondi pensione e casse previdenziali hanno nei confronti dei propri iscritti, senza però andare a inficiare gli obiettivi di carattere finanziario.

La Fondazione, sin dal 2014, ha avviato un percorso interno volto a integrare, nel proprio portafoglio, elementi di analisi che le potessero consentire di esercitare, con maggior consapevolezza, il ruolo di investitore attento agli effetti delle proprie decisioni di investimento, andando oltre la mera valutazione finanziaria.

Il portafoglio istituzionale (cosiddetto “mission related”), di cui parliamo nel successivo paragrafo, risponde specificamente a quanto sopra ed è finalizzato a garantire, attraverso gli investimenti correlati allo sviluppo delle professioni sanitarie e dell’ecosistema di riferimento (Ssn e sistema economico italiano), la sostenibilità dell’equilibrio intergenerazionale tra gli aderenti di oggi e quelli di domani: questo non è altro che il patto che sta alla base dei principi istituzionali della Fondazione.

La Fondazione inoltre, al fine di definire una policy formale per gli investimenti responsabili, ha intrapreso un percorso di approfondimento e di valutazione del proprio portafoglio in base a criteri Esg, data l’importanza

sempre maggiore che tali aspetti stanno assumendo tra gli investitori e le istituzioni internazionali.

Il percorso di studio delle tematiche in oggetto vede la partecipazione attiva a eventi e seminari organizzati dagli asset manager, nonché dal Pri (1) e dal Forum Finanza sostenibile (2), realtà associative specializzate in materia.

 

  1. I Principles for responsible investment (o Pri) sono stati lanciati dalle Nazioni Unite nel 2006 con l’intento di favorire la diffusione dell’investimento sostenibile e responsabile tra gli investitori istituzionali; l’adesione ai Pri comporta il rispetto e l’applicazione dei seguenti principi:
    a) incorporare parametri ambientali, sociali e di governance (Esg) nell’analisi finanziaria e nei processi di decisione riguardanti gli investimenti;
    b) essere azionisti attivi e incorporare parametri Esg nelle politiche e pratiche di azionariato;
    c) esigere la rendicontazione su parametri Esg da parte delle aziende oggetto di investimento;
    d) promuovere l’accettazione e implementazione dei principi nell’industria finanziaria;
    e) collaborare per migliorare l’applicazione dei principi;
    f) rendicontare periodicamente sulle attività e progressi compiuti nell’applicazione dei principi.
    I PRI ad oggi sono stati sottoscritti da più di 1600 entità tra investitori istituzionali, società di gestione del risparmio e fornitori di servizi.

  2. Il Forum per la Finanza sostenibile è un’associazione senza scopo di lucro nata nel 2001. È un’organizzazione multi-stakeholder: ne fanno parte operatori del mondo finanziario e altri soggetti interessati dagli effetti ambientali e sociali dell’attività finanziaria: è uno dei membri fondatori di Eurosif (European Sustainable Investment Forum). La missione è promuovere l’integrazione di criteri ambientali, sociali e di governance nelle politiche e nei processi di investimento.

 

Gli investimenti “mission related”

Forte della convinzione che la tenuta nel lungo periodo del sistema pensionistico dipende anche dalla crescita dei contributi previdenziali collegata allo sviluppo del lavoro medico e odontoiatrico, nel 2014 Enpam ha deciso d’includere all’interno della propria Asset allocation strategica (Aas) una quota fino al 5 per cento, pari a circa 1 miliardo di euro del proprio patrimonio, in investimenti correlati e a supporto della propria missione. Si tratta di investimenti in ambiti di interesse strategico che, nell’assolvere l’obiettivo primario di gestione del patrimonio a supporto delle prestazioni previdenziali e assistenziali offrendo un rendimento sul capitale impegnato, contestualmente sono volti a sostenere la crescita delle professioni mediche e odontoiatriche, supportando quindi anche il Sistema sanitario nazionale con conseguente positiva ricaduta anche sulla solidità finanziaria del sistema Italia. La Fondazione, infatti, per dovere istituzionale, sceglie di perseguire solo investimenti che abbiano un rapporto tra rischio e rendimento atteso coerente con un profilo prudente e protettivo dell’impegno di capitale, nella consapevolezza però che, se il mondo del lavoro va in difficoltà, è lo stesso flusso di contributi ad andare in crisi. In virtù di queste ragioni vengono effettuate, in parallelo, valutazioni di sistema e di professione. Gli investimenti “mission related” che rientrano nel cosiddetto portafoglio istituzionale sono stati indirizzati a supporto della ricerca nel settore biotecnologico/biomedicale, dell’edilizia ospedaliera, clinica e residenziale sanitaria assistita, della nutrizione e della salute.

Al 31 dicembre 2019, il totale versato in investimenti “mission related” è risultato pari a quasi 527 milioni di euro, a fronte di un impegnato pari a circa 646 milioni di euro, così come descritto nella seguente tabella.


PATRIMONIO ISTITUZIONALE
MISSION RELATED

IMPORTI VERSATI
AL 31/12/2019

IMPORTI DELIBERATI
(impegnati)

RESIDUO DELIBERATO/
VERSATO

Fondo Principia III
– Health

80.800.672

150.000.000

69.199.328

Spazio Sanità

49.948.985

50.000.000

51.015

Fondo Pai (Parchi agroalimentari italiani) Comparto A e B

13.961.633

14.000.000

38.367

Banca d’Italia

225.000.000

225.000.000

0

Campus Biomedico

9.995.000

9.995.000

0

Fatebenefratelli
(fondo Aesculapius)

87.000.000

87.000.000

0

Gemelli

30.000.000

30.000.000

0

Eurocare

30.000.000

30.000.000

0

Casa delle professioni

– –

50.000.000

50.000.000

TOTALE

526.706.290

645.995.000

119.288.710

Enpam intende inoltre valutare nei prossimi anni altre opportunità in ambiti d’interesse per i propri iscritti e per la collettività da cui è possibile trarre profitti etici, tra cui social housing, istruzione universitaria, promozione di stili di vita sani e progetti in favore dell’ambiente, non solo per fronteggiare gli effetti diretti dell’inquinamento, ma anche per l’adattamento ai cambiamenti climatici che, uniti a un’urbanizzazione non controllata, stanno comportando dissesti idrogeologici.

 

Gli investimenti nel settore della nutrizione e salute

Nel 2016 Enpam aveva concluso il versamento di 14 milioni di euro impegnati sul Fondo Pai, Parchi agroalimentari italiani, uno tra i primi progetti di collaborazione pubblico-privato italiani, operativo nel settore alimentare.

L’impegno è stato preso sui due comparti del fondo: il comparto A, di cui la Fondazione è tra i primi quotisti insieme al Consorzio agro-alimentare di Bologna (Caab), è relativo a “Fico Eataly World”, la Fabbrica italiana contadina sorta alle porte di Bologna sugli l’oggetto del comparto B è il mercato ortofrutticolo, contiguo al Fico.

Fico Eataly World vuole diventare la struttura di riferimento per la divulgazione e la conoscenza dell’agroalimentare, il luogo di incontro per tutti coloro che amano il cibo e che vogliono conoscerne segreti e tradizioni. Inaugurato e aperto al pubblico il 15 novembre 2017, Fico Eataly World è tra i vincitori dei Mipim Awards 2018, gli Oscar del settore immobiliare creati nel 1991 e assegnati ogni anno dal più importante salone internazionale del real estate.

L’investimento di Enpam sul tema della qualità della vita ha l’obiettivo, da un lato, di supportare il welfare e, dall’altro, di favorire risparmi su alcune delle attuali voci della spesa sanitaria collegate al tema della nutrizione e degli stili di vita.

 

Gli investimenti nel settore delle biotecnologie

Enpam, nel corso degli ultimi anni, ha portato avanti una strategia di investimento, per il tramite del fondo Principia III – Health, nella ricerca e sviluppo di soluzioni in ambito biomedicale e life science, con uno stanziamento di 150 milioni di euro, di cui circa 81 milioni già investiti.

Di particolare rilievo diverse operazioni avviate e/o start-up nelle quali il fondo ha investito, che vanno dai settori della medicina nucleare e degenerativa all’attività di scouting e testing su molecole e farmaci per la terapia del dolore, dallo sviluppo di prodotti farmaceutici e diagnostici per combattere le malattie gastrointestinali, autoimmuni e metaboliche allo sviluppo di anticorpi ad uso terapeutico, dalla progettazione di device e strumentazione per il monitoraggio di parametri fisici in ambito sportivo alla ricerca sulle cellule staminali.

 

Gli investimenti in Residenze sanitarie assistenziali

L’aumento della vita media in tutta Europa sta contribuendo allo sviluppo di una nuova economia orientata alle necessità sanitarie, chiamata white economy, settore in forte crescita e assetato di nuovi investimenti per realizzare le strutture in grado di fornire i servizi richiesti dai cittadini.

La Fondazione Enpam ha scelto di investire nella white economy, il settore dei servizi sanitari e di cura rivolti alle persone, in particolare alla terza età, contribuendo a realizzare nuove residenze sanitarie con l’obiettivo duplice di ottenere buoni rendimenti, con cui finanziare nuove opportunità di welfare per gli iscritti e garantire il pagamento delle pensioni, e di gettare le fondamenta per aumentare i posti di lavoro per la categoria.

Un impegno, quest’ultimo, che Enpam considera correlato alla propria missione, cioè legato indissolubilmente al patto generazionale tra chi lavora oggi e chi lavorerà domani, per continuare ad alimentare il flusso di contributi necessario per assicurare le pensioni: infatti, se si creano nuove Rsa, ci saranno anche nuove richieste di personale sanitario.

Uno dei veicoli con cui la Fondazione investe nelle Rsa è il fondo Spazio Sanità, di cui l’Enpam è il quotista principale con circa il 45 per cento. Nel corso degli anni sono stati impegnati nel fondo 50 milioni di euro, che hanno finanziato l’acquisizione di 17 residenze in tutto il centro-nord Italia. Spazio Sanità ha così superato la quota di 2mila posti letto complessivi, presentandosi come uno dei principali operatori del settore.

Le strutture sono gestite principalmente dal gruppo Kos e da Sereni Orizzonti. Queste società pagano affitti che permettono di ottenere un rendimento di circa il 6,7 per cento annuo rispetto all’investimento fatto. Inoltre, il fondo ha acquisito tre Rsa a Torre di Mosto (in provincia di Venezia), Percoto (Udine) e San Mauro Torinese, presso il capoluogo piemontese, che possono ospitare in totale 260 anziani non autosufficienti. Il portafoglio comprende nel complesso due strutture in Friuli (in provincia di Udine), quattro in Lombardia (in provincia di Milano e Brescia), sei in Piemonte (Torino, Biella e Cuneo), due in Emilia-Romagna (Parma e Modena), e una rispettivamente in Toscana (Firenze), Marche (Ancona) e Lazio (Roma).

Parallelamente al settore italiano, Enpam ha diversificato il proprio investimento acquisendo con 30 milioni di euro il 18,6 per cento delle quote del fondo Tsc-Gefcare, che opera nel mercato delle Rsa in Germania.

 

Gli investimenti nelle strutture ospedaliere

Enpam ha confermato la sua politica di investimento, resa ancor più attuale nella contingenza coronavirus,  nei confronti delle più importanti strutture ospedaliere italiane che l’ha condotta, a partire dal 2015, a investire 30 milioni di euro in un prestito obbligazionario decennale in favore del Policlinico Gemelli di Roma, una delle più importanti strutture ospedaliere del Paese in un momento particolarmente delicato che riguarda l’attività professionale di circa 5300 risorse, di cui 988 medici.

Sempre nel 2015, la Fondazione ha sottoscritto la totalità delle quote del fondo Antirion Aesculapius, che ha consentito l’acquisto, per un importo di 87 milioni di euro, del complesso dell’Ospedale S. Giuseppe dall’Ordine religioso Fatebenefratelli di Milano.

L’attività di investimento del fondo – che rientra negli investimenti di interesse strategico della Fondazione, legati alla crescita delle professioni mediche e odontoiatriche – è focalizzata sul settore health-care in senso ampio e, quindi, sulla gestione di cespiti con destinazione d’uso assistenziale sanitaria, graduata in base all’autosufficienza personale, che va dal residenziale assistito, alle cliniche, poligeriatrici e strutture per la gestione acuti, ospedali e centri di riabilitazione.

In quest’ambito, si riporta anche la partecipazione di Enpam nell’Università Campus Bio-Medico di Roma, operativa nei campi dell’assistenza con il Policlinico universitario, della didattica con l’Università, della ricerca con i laboratori, e della formazione continua. La Fondazione detiene una partecipazione pari a circa il 9 per cento del totale del capitale sociale, per un valore a bilancio (al 30 giugno 2019) di circa 10 milioni di euro.

 

Con Banca d’Italia

La strategia di investimenti da parte di Enpam a sostegno dell’Italia trova conferma nell’operazione effettuata nel novembre 2015: la Fondazione ha infatti acquisito il 3 per cento delle quote del patrimonio di Banca d’Italia, il livello massimo consentito, contribuendo a rendere gli enti previdenziali privati il terzo azionista più importante di Palazzo Koch con oltre il 10 per cento.

L’investimento nella Banca d’Italia consente la corresponsione di un dividendo annuo stabile di gran lunga superiore ai rendimenti dei titoli di stato a lungo termine (nel 2019, come negli anni precedenti, è stato pari a 10.200.000 euro).

 

Casa delle professioni

Nel 2019 Enpam ha deciso di investire in un fondo, denominato “Casa delle professioni”, destinato alle casse di previdenza e assistenza dei professionisti italiani e caratterizzato dalla presenza di immobili a prevalente destinazione d’uso direzionale, localizzati a Roma, Milano e nelle principali città, con una offerta di servizi di co-working in favore dei professionisti iscritti alle suddette casse previdenziali.

Per ciascun asset si prevede di riservare una parte degli spazi, pari al 20%, alle attività di co-working, concedendo tali spazi in locazione a un canone agevolato, scontato di una percentuale compresa tra il 50 e il 70% rispetto al prezzo medio delle postazioni lavoro tipiche del co-working; la restante parte delle superfici è destinata a locazioni di mercato.

Date le caratteristiche del progetto sopra illustrate, l’investimento rientrerà tra quelli cosiddetti mission related e, quindi, sarà inserito nel portafoglio istituzionale della Fondazione, in ragione del correlato interesse strategico legato alla crescita delle professioni mediche e odontoiatriche. L’investimento, che si prevede si perfezioni nel 2020, è stato deliberato per un importo massimo di € 50 milioni.

Il co-working è una modalità di lavoro innovativa che sta riscontrando sempre più successo a livello nazionale e internazionale, attraendo tipicamente professionisti che lavorano a casa, liberi professionisti o persone che viaggiano frequentemente, in cerca di un appoggio più istituzionale e temporaneo e che spesso finiscono per lavorare in relativo isolamento.

Scopo del Fondo è anche quello di cogliere le opportunità offerte dal nuovo contesto in cui si trova il mercato del lavoro, comprendendo e anticipando le nuove esigenze dei liberi professionisti, riconducibili ad un profondo mutamento del mercato del lavoro anche in conseguenza della crisi, alle crescenti barriere all’entrata nel mercato del lavoro e della libera professione, ad uffici tradizionali che rispettano sempre meno le esigenze dei lavoratori, a liberi professionisti con redditi bassi fino alla soglia dei 40 anni.

Il Fondo si prefigge la realizzazione di un progetto che, sull’intero territorio nazionale, sia di supporto ai professionisti delle Casse quotiste del Fondo, sia che questi siano conduttori degli spazi dati in locazione, sia che siano professionisti che esercitano altrove; la sgr, infatti, dovrà rendere questi luoghi punti di incontro e di aggregazione multidisciplinari. Di seguito gli obiettivi principali:

  • creare e mettere in rete spazi di lavoro condivisi, funzionali ed economicamente vantaggiosi per le diverse tipologie di professioni;
  •  diffondere il progetto sull’intero territorio nazionale aprendo una «Casa delle Professioni» nelle principali città;
  •  far divenire le Case punti di riferimento nel tessuto sociale cittadino aprendole a dibattiti, incontri, momenti formativi, con il conseguente volano economico-professionale a vantaggio dei professionisti coinvolti, con particolare focus ai giovani;
  •  creare un contatto costante e centralizzato tra professionisti aderenti al progetto e le rispettive Casse quotiste del Fondo, al fine di gestire informazioni attinenti la Previdenza e l’Assistenza erogate dalle stesse Casse e di esaminare strumenti di welfare allargato e integrato;
  • sviluppare momenti formativi, finalizzati agli stessi professionisti di cui sopra.

Dunque, oltre ai servizi di base tipici del co-working, quali una segreteria centrale, i supporti tecnologici, i servizi di pulizia e logistica connessi alle esigenze delle singole professioni, il progetto ha come obiettivo anche quello di erogare servizi attinenti all’assistenza dei professionisti delle Casse di previdenza che aderiscono.

Si stima la creazione, per i professionisti destinatari del progetto in questione, di 900 postazioni fisse per tutto il portafoglio; ipotizzando poi un modello a rotazione/alternanza della presenza del 50%, si stima un numero di utenti finali di circa 1.500 unità.

 

Il valore economico generato e distribuito

Alcuni aspetti del contributo di Enpam al sistema Italia si evidenziano dall’analisi della distribuzione del valore economico generato, calcolato riclassificando le voci dello schema di conto economico del bilancio di esercizio. Quest’analisi consente di ottenere una valutazione quantitativa dell’impatto economico-sociale diretto della Fondazione, misurando le diverse voci che compongono la ricchezza creata e distribuita sotto forma di costi.

VALORE ECONOMICO GENERATO E DISTRIBUITO

2018

2019

Valore economico generato (A)

3.292

4.025

Ricavi e proventi contributivi

2.933

2.987

Risultato della gestione finanziaria e patrimoniale
(al lordo delle imposte)

359

1.038

Valore economico distribuito (B)

1.943

2.210

Iscritti

1.771

1.972

Costi operativi

14

12

Dipendenti

38

41

Organi sociali

4

4

Remunerazione della Pubblica Amministrazione

116

182

Valore economico trattenuto (A-B)

1.349

1.815

Ammortamenti, svalutazioni

26

77

Accantonamenti per rischi

0

0

Utile di esercizio

1.324

1.739

Il valore economico generato rappresenta la ricchezza economica misurabile, prodotta nell’anno dalla Fondazione. Le principali voci che contribuiscono alla formazione di tale valore sono:

  • le entrate contributive, cioè i contributi versati dagli iscritti;
  • i proventi derivanti dalla gestione finanziaria e patrimoniale dell’Ente, al netto dei relativi oneri;
  • il valore economico distribuito permette di quantificare la ricchezza prodotta da Enpam e come questa è distribuita ai suoi portatori d’interesse (stakeholder);
  • gli iscritti, che ricevono valore sotto forma di prestazioni previdenziali e assistenziali. La rilevanza di tale importo sottolinea la centralità degli iscritti per la Fondazione e l’orientamento alla soddisfazione delle loro esigenze;
  • lo Stato (remunerazione della pubblica amministrazione), che riceve imposte dirette e indirette;
  • la struttura organizzativa, che necessita di risorse per l’acquisto di beni e servizi necessari alla sua attività;
  • gli organi sociali e le risorse umane, che ricevono un compenso adeguato al loro contributo alla missione della Fondazione.

Nel 2019 la Fondazione ha versato allo Stato o agli Enti locali quasi 182 milioni di euro sotto forma di imposte dirette e indirette. La tabella seguente mostra il dettaglio delle voci che compongono il gettito nell’ultimo triennio:

IL DETTAGLIO DEL GETTITO FISCALE
2017-2019

2017

2018

2019

Oneri diversi di gestione (Imu, TASI, tassa, rifiuti, altri tributi locali e altre imposte e tasse)

19.889.370

18.376.845

19.060.246

Imposte ritenute
alla fonte

73.956.317

75.032.173

140.227.221

Imposte sul reddito d'esercizio

21.653.811

21.523.510

21.569.948

Spese di registrazione contratto di affitto

977.281

921.566

835.328

TOTALE

116.476.779

115.854.094

181.692.743