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Enpam

La Fondazione Enpam, Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri, è il riferimento per tutti i medici e gli odontoiatri fin dalla loro iscrizione all’Albo professionale: segue il loro iter previdenziale e assistenziale legato all’attività professionale esercitata e, al termine del percorso lavorativo, eroga le pensioni sia agli iscritti sia, eventualmente, ai familiari che ne abbiano diritto.
Al 31 dicembre 2019 l’Enpam ha 371.465 iscritti attivi e 124.417 pensionati.

L’identità e la natura giuridica della Fondazione

L’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri è una Fondazione senza scopo di lucro.
La Fondazione, nell’ambito dell’autonomia gestionale, organizzativa, amministrativa e contabile riconosciuta dalla legge e attraverso una gestione sana, prudente ed efficiente dei contributi versati, garantisce a favore degli iscritti l’erogazione di pensioni (ordinarie, di vecchiaia, di anzianità, supplementi di pensioni ordinarie, pensioni di invalidità, pensioni ai superstiti) e di prestazioni assistenziali. Inoltre, promuove l’attività professionale dei propri iscritti e l’erogazione di misure a sostegno del loro reddito.
L’Enpam è stato istituito nel 1937 come Cassa di assistenza del sindacato nazionale fascista medici.

Nel 1950 la Cassa è stata trasformata in ente di diritto pubblico (decreto del Presidente della Repubblica del 27 ottobre).
A seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, l’Enpam si è costituito in Fondazione di diritto privato il 24 novembre 1995. La modifica della qualificazione pubblicistica dell’Ente e degli strumenti di gestione non ha fatto venire meno l’interesse di natura pubblica dell’attività di previdenza e di assistenza svolta (Corte Costituzionale, sentenza n. 248 del 1997).
L’Enpam è, quindi, un ente privato di interesse pubblico che esercita in forma privatistica una funzione pubblicistica (Corte dei Conti, sezione controllo gestione enti, 23 ottobre 1995, n. 49). L’iscrizione e la contribuzione a Enpam sono obbligatorie per tutti i medici e gli odontoiatri iscritti all’Albo professionale. La contribuzione è conseguenza obbligatoria dell’iscrizione all’Albo per quanto riguarda il fondo di previdenza generale e del convenzionamento con il Servizio sanitario nazionale per quanto riguarda i fondi speciali.
Non sono consentiti finanziamenti pubblici diretti o indiretti (articolo 1, comma 3, decreto legislativo n. 509/1994).
Per la funzione pubblica svolta e l’obbligatorietà della contribuzione dei professionisti, l’Enpam è soggetto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, di concerto con quello dell’Economia e delle Finanze, nonché al controllo generale della Corte dei Conti. Dal 2011 la Covip vigila altresì sugli investimenti finanziari e sulla composizione del patrimonio (decreto legge 6 luglio 2011, n. 98 convertito con modifiche dalla legge 15 luglio 2011, n.111). La sentenza n. 7 del 2017 della Corte costituzionale ha messo in evidenza come il compito dell’Enpam, al pari delle altre casse privatizzate, sia quello di gestire i contributi versati da ciascun professionista iscritto prima della quiescenza così che il lavoratore possa ritirare il proprio montante contributivo, cioè quanto versato sino al momento della pensione, maggiorato dai coefficienti di trasformazione. Il collegamento (proporzionalità) chiaro e indefettibile, fra volume dei contributi versati e livello delle prestazioni rese, comporta una importante responsabilità del gestore in ordine al loro impiego; dalla buona amministrazione dei contributi dipende in buona sostanza il mantenimento di questo sistema previdenziale che, per legge, non può avvantaggiarsi di contributi a carico dello Stato (cioè della fiscalità generale). Secondo la Corte Costituzionale la scelta di “realizzare un assetto organizzativo autonomo basato sul principio mutualistico” non è l’unica opzione possibile, ma “una volta scelta tale soluzione, il relativo assetto organizzativo e finanziario deve essere preservato in modo coerente con l’assunto dell’autosufficienza economica, dell’equilibrio, della gestione e del vincolo di destinazione tra contributi e prestazioni”. La Fondazione, inoltre, controlla interamente la società Enpam Real Estate Srl, alla quale ha affidato la manutenzione e la gestione del proprio patrimonio immobiliare, per il tramite di apposito contratto di servizio.

 

Enpam nella Costituzione italiana

L’Enpam assicura l’assistenza pensionistica e previdenziale ai medici e agli odontoiatri impegnati in prima persona a rendere effettivo, per ogni individuo, il godimento del diritto alla salute proclamato dall’articolo 32 della Costituzione, favorendo, nel contempo, il dovere di ogni cittadino di concorrere al progresso della società (articolo 4, comma 2, della Costituzione). Le prestazioni previdenziali vengono erogate ai medici, agli odontoiatri e alle loro famiglie in adempimento a quanto previsto dall’articolo 38 della Costituzione.
Tali prestazioni non gravano sulla fiscalità generale ma vengono finanziate dalla comunità degli iscritti. Pur non essendo un ente pubblico, l’Enpam assicura un servizio di interesse della collettività. Non è infatti necessario che interessi generali siano affidati (solo) alle cure di una pubblica amministrazione ben potendo, in applicazione del principio di sussidiarietà “orizzontale” (articolo 118, comma 4, della Costituzione), consentire ai professionisti destinatari delle prestazioni previdenziali di gestire direttamente, in modo prudente ed efficiente, le risorse del contributo obbligatorio che essi versano e che, in ragione della sua natura di salario differito, riavranno al termine dell’attività lavorativa o, in caso di bisogno proprio o della famiglia, sotto forma di assistenza. I medici e gli odontoiatri, pagando regolarmente le tasse sui proventi
dell’attività professionale, a un tempo base del prelievo fiscale e della contribuzione previdenziale, concorrono ad accrescere le entrate dello Stato alle quali attingono per “le spese pubbliche” (articolo 53 della Costituzione). Le risorse amministrate dall’Enpam servono, inoltre, a realizzare, tra i professionisti, quell’uguaglianza sostanziale prevista dall’articolo 3 della Costituzione: attraverso tali risorse, infatti, è possibile prevedere una serie di aiuti in caso di difficoltà o di maggiore necessità dei professionisti e nelle situazioni in cui il reddito di questi diminuisce o è discontinuo. Si pensi alle pensioni di invalidità o a quelle per i familiari in caso di decesso dell’iscritto, all’indennità di maternità, di gravidanza a rischio (articolo 37 della Costituzione), e ai sussidi per nascita o adozione di un figlio (in coerenza con gli obiettivi dell’articolo 31 della Costituzione), al sostegno economico in caso di invalidità temporanea, agli aiuti per disagio o danni da calamità naturale (come il terremoto dell’agosto 2016) o ancora alle agevolazioni per l’acquisto della prima casa (articolo 47 della Costituzione). A queste prestazioni si aggiungono le iniziative del welfare integrativo che accompagnano i medici e gli odontoiatri durante la vita lavorativa come l’accesso al credito agevolato, la ricerca di forme assicurative per i rischi professionali e la tutela gratuita in caso di perdita dell’autosufficienza (long term care). Le risorse della Fondazione sono orientate anche al perseguimento di obiettivi di interesse sociale generale (articolo 41 della Costituzione) e a promuovere lo sviluppo dell’economia del Paese, cominciando dai giovani che aspirano ad esercitare la professione medica. In coerenza con l’articolo 34 della Costituzione e realizzando un patto tra generazioni, è stata prevista l’estensione delle coperture previdenziali e assistenziali agli iscritti al V e VI anno della facoltà di Medicina e chirurgia consentendo loro, con una sorta di prestito d’onore, di non pagare subito i relativi contributi. L’Enpam investe, altresì, risorse per realizzare strutture sanitarie e sociosanitarie, ove i medici e gli odontoiatri possono trovare occasione di lavoro, accrescendo al contempo l’offerta di servizi sanitari e sociali nel Paese (articolo 41 della Costituzione: attività economica privata a fini sociali). Nella prospettiva di contribuire alla prevenzione della malattia e nel solco degli obiettivi di salute del Servizio sanitario nazionale, la Fondazione ha recentemente intrapreso iniziative che promuovono una sana alimentazione e stili di vita corretti, anzitutto tra i giovani, indirizzandoli all’attività sportiva (articolo 31 della Costituzione).

 

Enpam ai tempi del coronavirus
Nonostante l’emergenza coronovirus si sia manifestata in Italia dal febbraio 2020, si è ritenuto opportuno inserire un breve paragrafo che, oltre che contestualizzare il presente bilancio in un differente momento storico, racconti in sintesi alcune prime misure messe in campo dalla Fondazione. I suddetti interventi e altri che presumibilmente nel corso dell’anno si potranno aggiungere verranno illustrati in modo più ampio nel prossimo bilancio sociale che rendiconterà il 2020.
La risposta di Enpam all’emergenza Covid-19, che come noto ha colpito in maniera drammatica il personale medico e sanitario, è stata tempestiva e articolata.
Per quanto riguarda le misure dirette dell’Enpam si va dal rinvio dei contributi previdenziali (oltre la scadenza prevista dalla legge), passando per i provvedimenti a favore dei liberi professionisti e i convenzionati messi in quarantena, agli ulteriori interventi per aiutare coloro che hanno visto una forte riduzione del reddito a causa del Covid-19.
In primis 1.000 euro al mese, per un massimo di tre mesi, ai liberi professionisti che hanno avuto un significativo calo del reddito, un’indennità che l’Enpam versa – con propri fondi – a tutti i medici e odontoiatri che svolgono la libera professione, ma anche a chi la fa in parallelo ad attività in convenzione o come dipendente (es: chi fa intramoenia). L’aiuto può essere richiesto da tutti gli iscritti, senza limiti di reddito.
In aggiunta all’indennità di mille euro, gli iscritti che svolgono esclusivamente attività libero professionale, potranno chiedere all’Enpam un acconto sulla pensione maturata sulla Gestione “Quota B”. Questa seconda misura è stata varata in via eccezionale e approvata nel Consiglio di amministrazione “d’emergenza” che si è svolto il 26 marzo 2020, resosi necessario per raccogliere il grido d’aiuto lanciato dai professionisti e dare loro risposte concrete. Grazie a tale decisione “ad hoc”, i camici bianchi possono avere a disposizione liquidità utile a tamponare le perdite causate dal brusco stop lavorativo che ha colpito duramente la libera professione. Detta misura è, al momento della redazione del presente bilancio, ancora in attesa dell’approvazione da parte dei ministeri vigilanti che dovranno esprimersi anche su ulteriori tutele previste ad aprile, quali quelle per gli immunodepressi e quelle a sostegno dei famigliari di iscritti deceduti a causa del Covid-19.
Inoltre, è bene evidenziare come alcune misure adottate dal Governo siano il frutto di una azione congiunta che ha visto importanti iniziative anche di Adepp, l’associazione degli enti previdenziali privati di cui Enpam è capofila, anche in virtù della presidenza dell’associazione. Il decreto legge “Cura Italia” contiene infatti alcune disposizioni dello Stato che vanno a vantaggio anche degli iscritti Enpam, Nel provvedimento d’urgenza adottato dal Governo ci sono ad esempio alcune misure che riguardano direttamente i liberi professionisti. Si va dal bonus per servizi di baby-sitting alle sospensioni delle rate sui mutui, misura anch’essa esplicitamente prevista da Enpam. Senza dimenticare la cassa integrazione in deroga, che è stata estesa fino alle microimprese con un solo dipendente, e l’accesso al credito con la garanzia del Fondo pubblico per le piccole e medie imprese e i professionisti, ma anche “un credito di imposta, nella misura del
50% delle spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro sostenute e documentate fino a un massimo di 20mila euro”.
Il 1° aprile l’Enpam ha quindi aperto il modulo online anche per richiedere l’indennizzo statale di 600 euro previsto dal decreto legge Cura Italia, cumulabile con il bonus di 1.000 euro al mese che la Fondazione ha deliberato per i liberi professionisti.
Per quanto riguarda la sanità integrativa, SaluteMia, società di mutuo soccorso dei medici e degli odontoiatri legata indissolubilmente alla Fondazione Enpam, ha annunciato che le proprie coperture dei piani valgono anche in caso di contagio da Coronavirus. Ovvero spese per visite specialistiche o esami diagnostici, indennità giornaliera da ricovero, indennità giornaliera da convalescenza, spese per ospedalizzazione domiciliare post ricovero. Non solo, SaluteMia ha anche deciso di introdurre un contributo fino a 5.000 euro per i medici che dovessero ammalarsi di Covid-19, come indennità di convalescenza post terapia intensiva o sub-intensiva.
È anche possibile proteggersi con un’assicurazione contro gli infortuni specifica per i professionisti, i quali a fronte di contributi aggiuntivi potranno personalizzare la propria polizza, ottenendo, tra le altre cose, una copertura in caso di inabilità temporanea da malattia. La polizza è messa a disposizione da Emapi, ente di mutua assistenza al quale Enpam aderisce.
Infine, una decisione unanime del Consiglio di amministrazione Enpam, per rendere onore ai tanti medici venuti a mancare durante questa epocale emergenza sanitaria, tra cui il Presidente dell’Ordine di Varese Roberto Stella. Sarà intitolata proprio al Dottor Stella, e con lui a tutti i medici deceduti, il nuovo auditorium della Fondazione in fase di ultimazione.

 

Organi della Fondazione

Secondo quanto previsto dalla Statuto (art. 10), gli organi di governo della Fondazione sono:
• l’Assemblea nazionale
• il Consiglio di amministrazione
• il Presidente
• il Collegio dei sindaci.

Le funzioni attribuite ai suddetti organi sono definite nello Statuto (https://www.enpam.it/la-fondazione/lostatuto) agli art. 11 e seguenti.

 

Organi collegiali

Presso la Fondazione sono costituiti quattro comitati consultivi, uno per ciascuna delle seguenti quattro gestioni previdenziali della Fondazione:
• libera professione – “quota B” del Fondo di previdenza generale;
• medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e addetti ai servizi di continuità assistenziale ed emergenza territoriale e transitati alla dipendenza;
• specialisti ambulatoriali e degli addetti alla medicina dei servizi e transitati alla dipendenza;
• specialisti esterni in regime di accreditamento.

Sono altresì previsti una commissione per la disamina dei ricorsi amministrativi e due osservatori: l’osservatorio dei pensionati e quello dei giovani.

 

 

Il modello organizzativo della Fondazione e la sua evoluzione

La Fondazione, dal momento della prima adozione del modello organizzativo, ha attuato una politica volta al continuo miglioramento dello stesso, finalizzato a rendere quanto più efficiente possibile il sistema di controllo interno e di corporate governance già esistente. L’obiettivo principale è quello di creare un sistema organico e strutturato di principi e procedure di controllo, atto a prevenire la commissione di reati o comportamenti illeciti, costituendo il fondamento di un sistema di governo nonché strumento per la diffusione di una cultura improntata alla correttezza, alla trasparenza e alla legalità. La Fondazione, a tale scopo, attua un programma continuo di analisi dei propri strumenti organizzativi di gestione e controllo, per verificare la corrispondenza delle procedure aziendali già esistenti rispetto all’evoluzione del quadro giuridico di riferimento ma anche alle scelte organizzative attuate. Infatti, l’attenzione prestata dalla Fondazione all’evoluzione del modello organizzativo deriva dalla maggiore consapevolezza che lo sviluppo di equilibri di lungo periodo possano essere perseguiti solo attraverso una politica coerente e consapevole di gestione e controllo di tutti i rischi a cui è sottoposta nel suo operare. La Fondazione, nel corso degli ultimi anni, ha avviato un processo di revisione e aggiornamento formale del proprio modello organizzativo che, partendo dall’attenzione al miglioramento continuo della qualità dei servizi erogati ai propri iscritti in sintonia con i cambiamenti normativi, ha adottato nel tempo una serie di scelte evolutive della struttura organizzativa, del sistema dei controlli interni definendo e aggiornando le procedure operative sia al fine di assicurare efficienza, efficacia e trasparenza nella gestione delle attività e nell’attribuzione delle correlate responsabilità, sia allo scopo di ridurre al minimo disfunzioni, malfunzionamenti ed irregolarità. Il modello viene costantemente sottoposto a verifica e aggiornamento nel momento in cui vengono rilevate eventuali criticità oppure si verificano discontinuità o mutamenti della struttura organizzativa o dell’operatività aziendale e/o della normativa vigente. In ragione di quanto sopra esposto, il modello organizzativo è stato adeguato nel 2019, in merito all’attività svolta dalla Fondazione nell’operare una ulteriore sistematizzazione della materia del conflitto d’interessi. Infatti, nell’ottobre 2019 la Fondazione ha adottato un disciplinare per la gestione del conflitto d’interessi, con lo scopo di regolamentare ulteriormente l’individuazione, la gestione, il monitoraggio ed il controllo delle situazioni di conflitto di interesse nell’ambito delle attività poste in essere dalla stessa a seguito delle evoluzioni organizzative nel frattempo verificatesi.

 

Il sistema di controlli della Fondazione

La Fondazione Enpam è sottoposta a un complesso sistema di controlli atto a garantire la correttezza, la tracciabilità e la trasparenza delle attività svolte, tutelando gli interessi degli iscritti e monitorando l’efficienza e l’efficacia del modello organizzativo. Questo sistema è articolato in controlli interni, stabiliti dalla Fondazione e condotti da attori interni all’Ente, cui si affiancano i controlli esterni, previsti dalla normativa in vigore ed esercitati da organismi terzi. Il controllo interno è strutturato come segue:

CONTROLLI  INTERNI

TIPOLOGIA
DI CONTROLLO

NATURA DEL CONTROLLO

ATTORI COINVOLTI

Controlli permanenti
di I livello

Controlli di completezza/conformità, eseguiti dal personale operativo nello svolgimento della propria attività e dai responsabili gerarchici

Strutture/Aree Servizi

Controlli permanenti
di II livello

Controlli di corretta esecuzione e trasparenza eseguiti da funzioni specializzate indipendenti dalle strutture operative

Struttura Programmazione,
Controllo e Processi
Servizio Controllo di Gestione

Controlli periodici
di III livello

Controlli che forniscono una assurance indipendente sul disegno e sul funzionamento del complessivo sistema, cui si affiancano piani di miglioramento definiti dal management

Organi statutari
Comitato di Controllo Interno
Collegio sindacale

 

Il controllo permanente (sia di I che di II livello) riguarda la corretta applicazione di procedure operative che possono risultare:
• trasversali, cioè comuni a tutta l’organizzazione (ad esempio: procedura sul rispetto della privacy, procedura sul conflitto di interessi);
• verticali, cioè specifiche per determinati uffici dell’organizzazione (ad esempio: procedura di investimento in un particolare prodotto finanziario, procedura di dismissione di un dato immobile).
I controlli esterni sono, in prima istanza, distinti secondo la loro natura (privatistica o pubblicistica). Nel dettaglio, il controllo esterno risulta così organizzato:

CONTROLLI ESTERNI

ATTORI

FUNZIONE

Controlli privatistici

Società di revisione

Svolge revisione indipendente e certificazione dei bilanci della Fondazione

Controlli Pubblicistici

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Approva lo Statuto e i regolamenti della Fondazione e le delibere in materia di contributi e prestazioni

Formula rilievi motivati su bilanci preventivi e consuntivi, sui criteri di individuazione e di ripartizione dei rischi connessi alla scelta degli investimenti

Controlla la sussistenza dell’equilibrio del bilancio di gestione dei fondi amministrati

Ministero dell’Economia
e delle Finanze

Svolge attività di co-vigilanza di concerto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Corte dei Conti

Svolge un controllo periodico sulla gestione finanziaria dell’Ente

Covip
(Commissione di vigilanza sui fondi pensione)

Svolge un controllo sugli investimenti delle risorse finanziarie e sulla composizione del patrimonio dell’Ente

ANAC
(Autorità Nazionale
Anticorruzione)

Vigila sui processi di acquisto e sui contratti stipulati con i fornitori,verificando la trasparenza della spesa

Vigila sugli approvvigionamenti informatici effettuati al di fuori dell’ambito di Consip Spa

Garante
per la protezione
dei dati personali

Controlla che i trattamenti di dati personali siano conformi a leggi e regolamenti e, eventualmente, prescrive ai titolari o ai responsabili dei trattamenti le misure da adottare per svolgere correttamente il trattamento

Commissione parlamentare
di controllo
sulle attività

degli enti gestori
di forme di previdenza
e assistenza sociale

Vigila sull’efficienza del servizio in relazione alle esigenze degli utenti, sull’equilibrio delle gestioni e sull’utilizzo dei fondi disponibili, anche con finalità di finanziamento e sostegno del settore pubblico e con riferimento all’intero settore previdenziale e assistenziale

Vigila sulla programmazione dell’attività dell’ente e sui risultati di gestione in relazione alle esigenze dell’utenza

Vigila sull’operatività delle leggi in materia previdenziale e sulla coerenza del sistema previdenziale allargato con le linee di sviluppo dell’economia nazionale

AgID
(Agenzia per l’Italia
Digitale)

Esercita controlli in materia di firma digitale, posta elettronica certificata, fatturazione elettronica e trasparenza nella gestione della spesa

Per gli approvvigionamenti informatici effettuati al di fuori dell’ambito di Consip Spa, è destinataria delle medesime comunicazioni inviate all’Anac

Dipartimento
della Funzione
pubblica
della Presidenza

del Consiglio dei ministri

Effettua un controllo in materia di spesa per il personale e costo del lavoro

 

Il controllo analogo 

La Fondazione, nell’esercizio della propria autonomia gestionale e organizzativa, in conformità con quanto previsto dalla normativa applicabile e con quanto disposto dallo Statuto, detta norme organizzative e regole comportamentali uniformi a valere per le società controllate, in particolare Enpam Real Estate, tenuto conto del carattere pubblicistico della propria attività istituzionale e nel rispetto dell’autonomia gestionale delle società controllate. A tal proposito l’Ente disciplina i rapporti con le Società Controllate, ivi incluse le modalità con cui esercita l’attività di direzione e coordinamento ai sensi degli articoli 2497 e seguenti del codice civile ovvero nell’ambito del controllo analogo; il tutto, in coerenza con i principi del proprio Codice Etico e con il proprio modello organizzativo, anche nell’ottica del recepimento delle best practice nazionali ed internazionali. A tale scopo sono state adottate delle “linee guida per la disciplina dei rapporti con le società controllate”, rispetto alle quali sono state definite Misure Attuative e Policy per l’implementazione delle stesse nelle specifiche realtà societarie soggette al potere di indirizzo e coordinamento della Fondazione.
Elemento centrale nella gestione delle società cd. “in house”, quale Enpam RE, è il concetto del “controllo analogo”, che si caratterizza per la particolare incisività, effettività e concretezza del suo esercizio e che si sostanzia in una forma di controllo, analogo a quello esercitato sui propri servizi, che la società controllante esercita sulla società in house attraverso un’influenza determinante sia sugli obiettivi strategici che sulle decisioni significative della società, che si estrinseca in un potere assoluto di direzione, coordinamento e controllo dell’attività della società e che incide sui più importanti atti di gestione, determinando un modello organizzativo meramente interno qualificabile in termini di delegazione interorganica.

 

Il Comitato di Controllo Interno e il Risk management

Nell’ambito del citato sistema dei controlli interni, è stato istituito un Comitato di controllo interno che nasce come funzione esterna e indipendente, ausiliario agli organi della Fondazione, per il monitoraggio dei processi aziendali, nonché per l’adempimento degli obblighi informativi e per l’applicazione delle procedure operative. È composto da tre membri, dei quali uno con funzione di Presidente. Il comitato, nell’ambito dell’attività propria di verifica delle procedure interne, nel 2019 è stata impegnato in particolare anche sul nuovo disciplinare inerente le modalità di alienazione del patrimonio immobiliare diretto. La procedura menzionata garantisce i principi di tracciabilità, standardizzazione e pubblicità a cui la Fondazione ha scelto di conformarsi.

 

Il codice etico

I valori che ispirano l’operatività di Enpam sono riportati nel suo codice etico, documento che impegna i componenti del Consiglio di amministrazione, i dirigenti e tutto il personale dipendente, i collaboratori esterni e i fornitori a “favorire il buon funzionamento, l’affidabilità e la reputazione della Fondazione”. L’Enpam, nell’esercizio delle sue attività e nelle relazioni con i portatori di interesse, si interfaccia con realtà complesse e deve necessariamente affrontare, in via preventiva, temi importanti quali anticorruzione, antiriciclaggio, protocolli di legalità, scelta e verifica dei fornitori e collaboratori, etc. Il codice etico affronta e norma, al di là della cogenza legislativa, queste e altre fattispecie. Per garantire la conformità al codice etico anche da parte dei fornitori di Enpam, è presente una specifica clausola nelle condizioni generali di fornitura.

 

Il codice della trasparenza e la sua evoluzione in Enpam

Nell’ambito della normativa in materia di prevenzione e contrasto della corruzione, di rilievo è il concetto di trasparenza amministrativa, che costituisce il livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera m, della Costituzione ed a cui, in prosecuzione con l’opera intrapresa dalla L.190/2012, viene data attuazione mediante il d. lgs. n. 33/2013, recante il “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”.
Negli anni si sono succedute modifiche normative e la stessa Anac ha emanato numerose delibere in materia, in funzione delle quali la Fondazione Enpam ha adottato tutte le azioni necessarie a rendere il proprio operato conforme al mutato quadro normativo.
In particolare, si è reso inoltre necessario un aggiornamento del vigente Codice della Trasparenza al fine di renderlo conforme alle nuove prescrizioni normative, salvaguardandone, ove possibile, la coerenza anche con le “Linee guida per l’adozione di un codice per la trasparenza” già adottate da Adepp nel maggio 2015.
Il nuovo Codice della Trasparenza indica puntualmente tutti i dati e le informazioni alla cui pubblicazione la Fondazione Enpam è tenuta, in virtù di obblighi normativi con riferimento alle attività di pubblico interesse svolte, nonché gli ulteriori atti e informazioni ai quali ritiene volontariamente di dare pubblicità, in ossequio al principio di trasparenza, in via generale e nei confronti degli iscritti, come anche sancito nello Statuto.

 

Digitalizzazione del sistema di gestione documentale

All’interno di un quadro normativo complesso e in continua evoluzione, con particolare attenzione alla privacy e alla sicurezza delle informazioni, Enpam ha avviato un ampio progetto di studio e lavoro finalizzato all’adeguamento del sistema di gestione documentale alla normativa vigente, nonché ai più recenti standard tecnologici internazionali, coerentemente con il percorso già intrapreso di progressiva estensione del sistema di qualità ai differenti ambiti di operatività della Fondazione. A tal riguardo si tenga conto anche di quanto disposto dall’ AgID, che definisce la dematerializzazione come “progressivo incremento della gestione documentale informatizzata – all’interno delle strutture amministrative pubbliche e private – e la conseguente sostituzione dei supporti tradizionali della documentazione amministrativa in favore del documento informatico”, specificando che “la normativa vigente riconosce pieno valore giuridico al documento informatico”. Le attività progettuali avviate dalla Fondazione fanno dunque leva sulla dematerializzazione con il fine di perseguire obiettivi di efficacia ed efficienza sia nel funzionamento interno che nei rapporti con gli iscritti, massimizzando così anche la qualità e sicurezza del dato.

 

Qualità e sicurezza delle informazioni: un sistema di gestione integrato
Al fine di assicurare la qualità del proprio modello organizzativo e gestionale, la Fondazione ha intrapreso dal 2010 un percorso, volto all’implementazione a carattere incrementale del Sistema gestione qualità (norma Iso 9001), che prevede l’applicazione graduale degli standard Iso a tutti i processi organizzativi della Fondazione.
La prima certificazione, relativa a taluni processi, ha costituito la base per il prosieguo dell’estensione del perimetro iniziale. In occasione della nuova emissione della norma 9001:2015, l’Ente ha adeguato il proprio sistema di gestione della qualità ai nuovi requisiti previsti, procedendo inoltre, all’estensione del perimetro di applicazione della norma, mediante la certificazione di nuovi processi.
Nel 2019, anche a seguito della evoluzione normativa in materia (Regolamento dell’Unione europea in materia di trattamento dei dati personali e di privacy, entrato in vigore il 24 maggio 2016), la Fondazione ha conformato il proprio sistema di gestione anche ai requisiti in materia di sicurezza delle informazioni, conseguendo il certificato Iso 27001:2013, realizzando in tal modo un Sistema di gestione integrato.
La crescente digitalizzazione dei processi e la dilagante compenetrazione a tutti i livelli della tecnologia informatica e delle reti di computer hanno infatti comportato, nel corso degli anni, una maggiore complessità sistemica rendendo, da una parte, i servizi erogati più efficaci ed immediati, dall’atra introducendo nuove debolezze e vulnerabilità. Tra queste, il fattore organizzativo è considerato l’anello più debole del sistema. Infatti, è stato stimato che la maggior parte degli incidenti (circa l’80%-90%) sia riconducibile a comportamenti errati delle persone. Se per un lungo periodo la sicurezza delle informazioni è stata affrontata principalmente dal punto di vista tecnico, oggi è sempre più necessario un approccio interdisciplinare. Anche il Gdpr (cui si fa riferimento nel paragrafo che segue) richiede l’implementazione di misure tecniche, organizzative e procedurali idonee per garantire un livello di sicurezza adeguato al rischio. In tale contesto, considerato che la norma internazionale Iso 27001 fornisce le linee guida per implementare, monitorare e aggiornare un Sistema di gestione della sicurezza delle informazioni (Sgsi) e che tale sistema ha l’obiettivo di gestire i rischi legati alla sicurezza delle informazioni (in senso più’ ampio e dunque anche dei dati personali), la Fondazione ha realizzato un progetto di certificazione Iso 27001, parallelamente al progetto di adeguamento al Gdpr, per garantire di aver messo in atto tutte le procedure al fine di proteggersi da minacce e rischi di diversa natura e di salvaguardare i dati personali nonché quelli strategici. Contestualmente, dal punto di vista tecnico, è stato richiesto a una terza parte certificata di effettuare più volte delle verifiche sulla vulnerabilità dei sistemi utilizzati dalla Fondazione come pure di simulare dei tentativi di intrusioni abusive per poter migliorare continuamente il livello di sicurezza e di tutela delle infrastrutture.

 

Privacy

Nel corso degli ultimi anni, in considerazione della rapida e incessante evoluzione tecnologica e sociale, la governance del patrimonio informativo gestito dalla Fondazione è analogamente cresciuta in importanza e complessità, divenendo sempre più centrale anche nell’adempiere alla propria missione istituzionale di previdenza e assistenza in favore degli iscritti; la mole e la criticità delle informazioni sono accresciute in maniera considerevole, analogamente ai potenziali rischi di eventi avversi, accidentali o intenzionali, che possono avere impatto sulla confidenzialità, integrità e disponibilità delle informazioni. Trattare i dati personali garantendone privacy e sicurezza è imprescindibile per rispettare il diritto fondamentale degli iscritti alla protezione dei dati che li riguardano. In tale contesto e nel rispetto del principio di responsabilizzazione introdotto dal Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali 679-2016 (Gdpr), la Fondazione ha dunque ritenuto opportuno istituire uno specifico Ufficio protezione dati (Upd) per rafforzare le attività di presidio sulla privacy e sulla sicurezza e garantire agli iscritti la protezione e il rispetto delle normative di settore nel trattamento delle loro informazioni. Nel corso del 2019, per assicurare agli iscritti il corretto adempimento degli obblighi di legge, sono state effettuate attività di controllo interno e audit sull’attuazione delle politiche e delle procedure relative ai principi cardine della protezione dei dati personali, nonché attività di prevenzione e monitoraggio degli incidenti di sicurezza (data breach). Nel 2019 non si sono verificati casi di perdita o violazioni di dati personali riferiti agli iscritti.

 

Attenzione strategica alle risorse umane: un processo continuo di aggiornamento e qualificazione

L’attività della Fondazione è svolta da 501 risorse assunte con contratto di lavoro dipendente, di cui 499 con contratto a tempo indeterminato (Ccnl Adepp).
La gestione del personale, nell’ultimo quinquennio, si ė sviluppata fondamentalmente intorno ai concetti di “people care” e di “people strategy”, paradigmi che esprimono entrambi un modo moderno di fare azienda, nell’accezione di benessere del lavoratore, inteso sia come fonte di competenza che come persona. L’impatto di tali politiche gestionali ė stato positivo sul coinvolgimento partecipativo del personale, migliorandone la motivazione, il senso di appartenenza e la fidelizzazione all’organizzazione in un rapporto fiduciario ad alto valore aggiunto. Lo spazio lavorativo ė divenuto, in modo continuativo, luogo di sviluppo di esperienze, di competenze, di motivazione e di relazioni, perché prendersi cura delle persone non è un sentimento o un’idea, ma è una vera e propria pratica che guarda alle persone sentendosi in connessione con loro, per accogliere le differenti necessità e per agire con fermezza ed assertività, come guida per far sì che le persone possano esprimere al meglio il proprio potenziale. La sensibilità e l’attenzione da parte dell’organizzazione si sono espresse in questo periodo con tutta una serie di attività solidali messe in campo nel corso del tempo, riguardanti l’implementazione dei servizi di comunicazione e informazione interna, rappresentati dalla intranet aziendale, dal 2019 sempre attiva anche da remoto, che fornisce news aggiornate in tempo reale, attinenti sia all’attualità di lavoro che di carattere culturale, dai servizi di welfare, dalla previdenza complementare, dal mobility management, dall’aggiornamento/formazione/qualificazione professionale, dalle agevolazioni per gli studenti lavoratori, ed dal tema dell’equilibrata conciliazione vita e lavoro, di cui fa parte la modalità lavorativa dello smart working. I bisogni professionali e di vita personale hanno trovato in questo modo risposte, al fine di creare benessere e serenità individuale ed organizzativa per le persone che “abitano” l’organizzazione. Lavoro e vita privata non sono considerate in antitesi, infatti trovare un equilibrio fra carriera e vita privata è alla base di un percorso professionale soddisfacente e sereno.
In merito ai programmi formativi, nel 2019 si è raggiunta una sempre maggiore strutturazione della formazione come leva strategica per il personale della Fondazione, con monitoraggio dell’efficienza e dell’efficacia della formazione stessa. L’attività di formazione, a seguito di audit specifici, ha ottenuto anche nel 2019 il riconoscimento di piena conformità ai requisiti standard delle norme e quindi il certificato Iso 9001:2015. Nel dettaglio, il numero dei corsi tradizionali (tra aula e e-elearning) nel 2019 è stato pari a n. 90 di cui 5 tramite formazione finanziata, per complessivi n. 442 partecipanti, di cui 128 con formazione finanziata. La formazione nel 2019 è stata principalmente di tipo specialistico e ha riguardato principalmente le seguenti aree: amministrativo-contabile, previdenza, appalti e informatica.
Inoltre, nell’ambito della formazione finanziata è stato possibile utilizzare i fondi interprofessionali per avviare progetti formativi che hanno superato positivamente la fase di ammissione ai finanziamenti, consentendo un risparmio considerevole per la fondazione.
Accanto alla formazione tradizionale in aula, si è collocata la formazione/autoformazione online capillarmente distribuita al personale, grazie alla costruzione e realizzazione della piattaforma e-learning Noienpam, con notevoli ricadute in termini di risparmio economico, essendo la stessa, oltre che progettata e tenuta internamente da personale interno, fruita direttamente dalle postazioni lavorative senza necessità di costi aggiunti per docenze esterne e per spostamenti. La piattaforma e-learning ha messo a disposizione attività formative, informative e di aggiornamento, per stimolare i processi di apprendimento autodiretto, in modo continuo, interattivo e dinamico via web, in un’ottica di life long learning e di miglioramento culturale e professionale continuo e costante. Nell’ attività di designer del processo formativo permanente la piattaforma ha messo a disposizione spazi di rivisitazione e di aggiornamento culturale, al tempo stesso strumento ed ambiente di stimolo all’autoformazione culturale e professionale, alla conoscenza ed all’approfondimento dei vari argomenti trattati, nonché al senso di appartenenza alla comunità per il personale dell’Enpam, con relativi monitoraggi a sfondo diagnostico-valutativo.
In tema di tirocini (stage) si è proseguito con la tenuta dei rapporti e con i rinnovi con le Università per la stipula di convenzioni, ed in particolare con l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali “Guido Carli” Luiss e l’Università degli Studi “Roma Tre”. Nel 2019 sono stati accolti gratuitamente presso la Fondazione n. 2 tirocinanti curriculari. Parallelamente ai tirocini curriculari, è stato svolto un tirocinio extracurriculare, che prevede un’indennità di partecipazione a fronte del periodo di tirocinio. Infatti, in data 9/8/2017 è stata adottata dalla Regione Lazio la delibera della Giunta regionale n. 533 che ha recepito e attuato le linee guida emanate in materia il 25/5/2017 in sede di Conferenza permanente per i rapporti fra lo Stato, le Regioni e le Provincie autonome, sulla cui base è prevista la corresponsione di un’indennità obbligatoria per la partecipazione al tirocinio pari ad un importo lordo mensile di euro 800.
Nel 2019 nell’ambito del mobility management aziendale, oltre a confermare i servizi al personale dipendente, si è continuato nella ricerca volta ad agevolare gli spostamenti casa-lavoro, ad esempio attraverso la rateizzazione dell’importo per la tessera annuale dei mezzi pubblici cittadini (trattenuta direttamente dalla busta paga), tramite la tenuta dei rapporti con i principali gestori e agenzie della mobilità cittadina e regionale.
Nella seconda metà dell’anno, è stata svolta l’analisi diretta alla realizzazione di un progetto per il piano di incentivazione all’esodo del personale finalizzato al ricambio generazionale dello stesso, che in data 29/11/2019 ha portato alla delibera del consiglio di amministrazione, con cui sono stati autorizzati gli adempimenti relativi alla realizzazione del piano stesso di incentivazione all’esodo, le cui ricadute riguardano l’anno 2020.
Sono stati realizzati nuovi profili orari riferiti alla modalità di esecuzione del rapporto di lavoro in smart working, effettuandone mensilmente il monitoraggio. Lo smart working fino al 2019 ha interessato 8 dipendenti, di cui il 38,5% di genere femminile ed il 61,5% di genere maschile; per il 46% si tratta di lavoratori con anzianità di servizio tra 11 e 20 anni, e per il 46% di lavoratori di età compresa tra i 41 ed i 50 anni di età. L’aver attuato la suddetta modalità lavorativa in tempi non critici ha consentito di affrontare in modo tempestivo e proattivo l’emergenza coronavirus ricorrendo in modo più stabile ed esteso al lavoro agile.
Dal punto di vista della sicurezza, nel 2019, non si sono verificati infortuni gravi sul lavoro, né risultano addebiti in ordine a malattie professionali di dipendenti o ex dipendenti.

 

L’attenzione all’ambiente e alla mitigazione dell’impatto
Enpam, nell’espletamento delle proprie attività, i cui principali impatti ambientali sono riferibili ai consumi energetici e di carta, non ha causato alcun danno all’ambiente e non ha ricevuto sanzioni e/o pene inflitte per reati o danni ambientali. In merito al consumo di carta si segnalano i benefici generati dall’introduzione delle stampanti centralizzate per piano, che consentono un duplice risparmio di tipo economico e di consumo di carta. Al riguardo, si segnala anche che obiettivo della Fondazione è l’introduzione di un sistema automatico di protocollazione delle Pec (nel 2019 circa 100mila), che ne eviti la stampa consentendo un ulteriore importante risparmio. Sempre più frequentemente, per l’aggiudicazione delle procedure di gara per l’acquisizione di beni e servizi è stato utilizzato il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, come indicato nell’articolo 34 del Codice degli appalti. Nell’espletamento delle procedure di affidamento di servizi e lavori, laddove questi abbiano un possibile impatto ambientale, la Fondazione ha scelto di adottare criteri di scelta con il contraente che, oltre a rispettare naturalmente i limiti di legge, siano volti a minimizzare qualsiasi tipo di impatto (ad esempio, nella scelta del fornitore del servizio di pulizie è stato richiesto l’utilizzo di prodotti detergenti con certificazioni eco-ambientali). La Fondazione ha proseguito con Ama (Azienda municipale ambiente Spa Roma) la raccolta differenziata attraverso la suddivisione delle diverse tipologie di rifiuti, al fine di ottenere un corretto riciclo, come previsto dalla normativa in materia. Per tale motivo, si è assistito a una cospicua riduzione dell’importo relativo alla tassa sui rifiuti da parte del Comune di Roma.

 

Osservatorio “Verso rifiuti zero” – l’impegno della Fondazione tra Comune, Municipio e territorio

Il tema del riutilizzo e di una gestione dei rifiuti finalizzata alla riduzione della produzione e allo smaltimento è sempre più sentito in Fondazione. Il Consiglio del Municipio Roma I Centro, area della città nella quale la Fondazione è proprietaria di diversi immobili, tra i quali la propria sede, ha approvato nel 2017 l’istituzione dell’Osservatorio municipale “Verso Rifiuti Zero”. Tale organismo (composto in parti eguali da rappresentanti della Giunta e del Consiglio municipale, da rappresentanti dei cittadini e tecnici dell’azienda municipale Ama) detta linee di indirizzo per il raggiungimento dell’obiettivo “rifiuti zero” nell’auspicio di una sostanziosa
riduzione della produzione di rifiuti pro capite entro il 2020. Nell’ottica di una riqualificazione della zona in cui la Fondazione ha la propria sede, in relazione a quanto espresso e condividendo le proprie competenze professionali su diversi fronti, la Fondazione partecipa ai lavori dell’Osservatorio con proprio personale. Ciò rende possibile avviare una serie di interventi congiunti, al fine di migliorare la qualità del livello di vivibilità dell’intero territorio, partecipando ai diversi meeting sul tema dei rifiuti nel Municipio I. Nel corso del 2019 è stato aperto un tavolo tecnico dedicato all’Esquilino e in particolare all’area di piazza Vittorio, che ha visto diversi incontri aperti, anche presso la sede dell’Enpam.