Quota A, via libera alla riforma dai ministeri vigilanti

(Foto: ©Kobus Louw/GettyImages)
Via libera dei ministeri vigilanti al ricalcolo e all’adeguamento della Quota.
Il nuovo regime prevede, per quanto concerne il contributo da versare, una rivalutazione annua che passa dall’1,5 al 3 per cento e che si andrà a sommare al 100 per cento del tasso d’inflazione (invece che il 75 per cento).
La riforma votata dall’assemblea nazionale lo scorso 29 aprile, si è resa necessaria a seguito del manifestarsi degli effetti del progressivo pensionamento di un’intera coorte di medici (vedi Giornale della previdenza 1/2023).
Basti pensare che nell’ultimo anno i nuovi pensionati di Quota A sono stati più di 10mila (10.618) mentre il numero totale dei contribuenti attivi è diminuito di oltre 3mila (-3.148 medici e dentisti).
Un altro dato che incide è la distribuzione delle età dei contribuenti. Rispetto a 10 anni, ad esempio, il numero di coloro che versano la Quota A è aumentato del 3 per cento, ma sono calati del 6 per cento i professionisti con più di 40 anni, quelli che – per intenderci – versano il contributo di importo maggiore.
Ovviamente, poiché la Quota A funziona con i metodo contributivo, all’aumento del versamento corrisponderà un aumento del risparmio accantonato nel proprio salvadanaio previdenziale.
Il pagamento del contributo minimo dà inoltre diritto a una serie di prestazioni di welfare garantite a tutti gli iscritti senza costi aggiuntivi.