Perché i pediatri no?
I pediatri guardano con interesse alle nuove tutele sull’assistenza ai figli e la maternità che per il momento, però, sono riservate ai soli medici di medicina generale.
Le misura infatti fa parte del pacchetto “polizza 30 giorni” che è finanziato con una trattenuta dello 0,72 per cento sul cedolino prevista dalla convenzione della medicina generale e che viene riversata all’Enpam.
L’ente a sua volta usa queste somme per sottoscrivere una doppia copertura assicurativa: quella che protegge durante i primi trenta giorni di infortunio/malattia del medico e l’altra, che offre un risarcimento per le conseguenze di lungo periodo (invalidità e morte).
L’ultima gara d’appalto, come già raccontato dal Giornale della Previdenza, ha permesso di ottenere un cospicuo risparmio di risorse, che oggi tornano utili per allargare le tutele.
PEDIATRI
“L’idea della Fimp – racconta il presidente del sindacato dei pediatri, Paolo Biasci – è quella di rientrare sotto la stessa copertura che ha la medicina generale. Un obiettivo che speriamo di realizzare a breve con la firma dell’accordo collettivo nazionale. L’auspicio è che le coperture scattino per tutti i pediatri di libera scelta dal 1° gennaio 2021”.
La convenzione per la pediatria infatti da molto tempo non prevede più una tutela assicurativa automatica. Cosicché chi la vuole deve sottoscrivere una polizza individualmente. I costi per un massimalista (oltre 1.350 assistiti) si aggirano oggi sui 600 euro annui per una copertura che riguarda solo i costi del sostituto e che non prevede indennizzi in caso di invalidità permanente o morte. Con una contrattazione collettiva gli importi potrebbero essere abbattuti e le prestazioni aumentate.