AMBIENTE: ISS, PIU’ 15% MORTALITA’ IN SITI CONTAMINATI
”La mortalita’ nei siti contaminati e’ risultata del 15% piu’ elevata di quella media regionale per le cause di morte correlate al rischio ambientale”. A dirlo Enrico Garaci, presidente dell’Istituto sanitario di sanita’ (Iss), in relazione ai risultati dello studio sui 44 territori a rischio inquinamento che hanno riscontrato un eccesso di mortalita’ complessivo di circa 1200 casi l’anno, particolarmente evidente nei siti inquinati dell’Italia meridionale.(ANSA). Lo studio, presentato al 35esimo congresso annuale dell’Associazione italiana di epidemiologia – coordinato dall’Iss in collaborazione con l’universita’ di Roma La Sapienza, il Centro europeo ambiente e salute dell’Oms, il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio e l’Istituto di fisiologia clinica del Cnr, nell’ambito del Programma nazionale strategico ‘Ambiente e salute’ promosso dal ministero della Salute – e’ durato cinque anni. Secondo Garaci si tratta di una conferma di precedenti indagini in cui si mostra come ”lo stato di salute delle popolazioni residenti nei siti esaminati appare risentire di effetti avversi piu’ marcati rispetto alle regioni di appartenenza” anche se, a parte rare eccezioni, ci sono vari fattori alla base della mortalita’ presa in esame. ”La correlazione e’ certa – spiega Pietro Comba, direttore del reparto di Epidemiologia ambientale dell’Iss – pero’ solo nel caso del mesotelioma pleurico da amianto”: circa 400 casi in eccesso rispetto a quelli attesi. ”Nei poli petrolchimici si sono osservati eccessi di morte per tumore polmonare e per malattie respiratorie non tumorali”, osserva ancora Comba. Altri dati significativi riguardano l’incremento di mortalita’ per linfomi non Hodgkin nei siti contaminati da Pcb, mentre nei siti contaminati da piombo, mercurio e solventi organoclorurati è stato osservato un aumento delle malattie neurologiche.