L’impresa di trovare casa

Più che un ostacolo, una vera sfida

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25729377450_ac4b774ea4_oElena Garelli, 31 anni, medico chirurgo toracico, Lugo, Emilia Romagna “Sono venuta a Parigi negli ultimi sei mesi di specializzazione e non sono più tornata a casa. Ora lavoro all’ospedale Cochin in chirurgia toracica in veste di Ffi (Faisant fonctionne d’interne) che equivale al nostro specializzando. Da novembre però avrò un posto da chef de clinique, un gradino in più, per due anni”. A raccontare la sua esperienza è la 31enne Elena Garelli, 31 anni, medico chirurgo toracico, originaria di Lugo, Emilia Romagna. “Ho deciso di trascorrere un periodo all’estero per conoscere, crescere e confrontarmi con una realtà diversa. È una sorta di investimento per il futuro” dice Garelli. “La scelta di Parigi – racconta – è stata casuale, ho conosciuto un collega che aveva fatto la stessa esperienza qui e che mi ha messo in contatto con l’ospedale. Iniziare a lavorare non è stato difficile. Questa è una città dinamica, ben organizzata e piena di opportunità. Gli ospedali universitari francesi sono abituati ad accogliere medici stranieri: la burocrazia è semplice, snella e standardizzata”. Trovare un alloggio è stato il primo ostacolo da superare una volta arrivata. “Più che un ostacolo lo definirei una vera e propria sfida. Dall’Italia è praticamente impossibile perché viene richiesto di dimostrare che hai un salario pari al triplo dell’affitto e gli affitti parigini non sono proprio economici. Serve qualcuno, meglio se francese, che faccia da garante. Alla fine – dice – ho risolto grazie al passaparola: ho contattato conoscenti, amici, amici di amici, e grazie a una vera e propria catena di solidarietà sono riuscita a sistemarmi”. “Nonostante tutto io – conclude – credo che la facoltà italiana di Medicina rimanga una buona facoltà, anche se molto teorica e poco pratica. È per questo che in genere si tende a trasferirsi all’estero durante la specializzazione o al termine di essa”.

L’offerta spesso è penosa

Eleonora Fortunato, 30 anni, specializzanda in medicina generale, Roma “In Italia studenti e specializzandi non vengono sfruttati adeguatamente, le responsabilità restano nelle mani dei capi troppo a lungo e quando poi ci si trova a dover prendere una decisione si finisce per non saper fare le scelte giuste. Esattamente il contrario del metodo francese grazie al quale però si diventa davvero competenti e capaci di prendersi delle responsabilità”. Eleonora Fortunato ha 30 anni è originaria di Roma e si sta specializzando in medicina generale a Parigi presso l’ospedale di Versailles. “Integrarsi con i francesi, soprattutto quando si lavora in ospedale e si è a contatto 24 ore al giorno sette giorni su sette, non è affatto difficile. Ovvio però che se si viene qui per ricostituire il proprio nucleo italiano, spostato appena di qualche chilometro, si parte col piede sbagliato”. Anche per la Fortunato trovare un alloggio non è stato facile. “A Parigi è il tasto dolente, costa tutto troppo e l’offerta spesso è penosa. Se si è fortunati si può trovare qualcosa di carino, tendenzialmente molto piccolo, ma magari in una zona ben servita. Oppure ci si può orientare verso la ricerca di una piccola stanza in affitto in un appartamento condiviso con più inquilini: anche in questo caso però la domanda rispetto all’offerta è spropositata. Solo dopo il primo appartamento e il primo impiego tutto fila più liscio”. L’esperienza francese è comunque positiva. “A livello professionale come medici si hanno più diritti e garanzie. Come ritmi siamo come su quelli italiani, forse un po’ meglio. Si lavora tantissimo. Tutta la settimana 10 ore al giorno, più guardie la notte e nel week end… ma sicuramente è tutto molto più efficiente”.

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