Babylon, se l’app sostituisce il medico di famiglia

In Gran Bretagna i pazienti che rinunciano al medico del servizio sanitario pubblico possono ricevere consulti gratuiti tramite una piattaforma informatica.

Il servizio è frutto di una collaborazione tra National Health Service e l’app Babylon Health.

In questa prima fase, l’Nhs paga alla società che gestisce l’app una quota capitaria di 60 sterline, che a sua volta ne dà 90mila al medico inserito nel network.

L’esempio dell’accordo tra Nhs e Babylon è stato illustrato da padre Paolo Benanti, frate francescano e docente di Etica delle tecnologie alla Pontificia università gregoriana di Roma, che ospite a “Omnibus” su La7 ha tracciato un quadro di come i sistemi informatici incideranno sul mondo del lavoro e sulla nostra società.

Il caso scelto dal docente dimostra come l’applicazione dell’intelligenza artificiale, se non gestita nella giusta maniera a livello politico ed etico, rischia di trasformare i medici in operatori di call center.

COME FUNZIONA

“Il sistema sanitario inglese ha dei costi molto alti e a Londra – spiega in trasmissione Benanti – è possibile utilizzare un nuovo servizio di medici di base, che stanno in contatto con i pazienti tramite un software”.

Una sorta di videochiamata intelligente, col medico di una qualsiasi parte del mondo che dialoga col paziente avvalendosi di un assistente digitale, che gli suggerisce le domande da porre per fare diagnosi e una statistica con la possibile patologia del malato.

“Sostanzialmente un compito ad alta redditività, che necessita di un lungo percorso di studi come il medico, si sta trasformando in qualcosa che costa molto meno per lo Stato. Una sorta di operatore di call center”, dice il docente, che sulla questione è stato convocato dalla Camera dei Lord.

Se prima un medico esercitava “in funzione del proprio titolo di studi – continua Benanti – adesso dovrà fare un abbonamento a Babylon Health per stare su questo mercato e poter rispondere h24, 7 giorni su 7 alle domande dei pazienti. È evidente che un sistema come questo permette ad un medico di lavorare molto di più e costare molto meno”.

Di fatto, in Gran Bretagna si sta delineando una forma di appalto dell’assistenza sanitaria di base ad una società terza, che a sua volta acquisisce un’enorme mole di dati sui pazienti britannici e costringe i camici bianchi inglesi a competere, ad esempio, “con un medico di Bangalore che è pagato molto meno, per ora, eppure ha la stessa competenza tecnica”.

È chiaro che l’incedere delle nuove tecnologie può portare grandissimi vantaggi, come supporto tecnico al servizio del medico o ambienti di lavoro più sicuri in ambienti industriali. Ma il punto è che il lavoro sta cambiando.

Anche quello “dei colletti bianchi, che si basa sui dati, connesso all’informazione. Il terziario – precisa il religioso e docente – il settore maggiormente toccato e minacciato da questi scenari dell’automazione”.

Per Benanti la questione è più ampia del semplice aspetto tecnico ed è prioritaria una classe politica preparata ad affrontare nuove tematiche come quella di intelligenza artificiale e lavoro.

Come sono necessari “nuovi spazi di discussione e confronto, dove si facciano domande etiche, sul futuro strategico della Nazione e che sappiano anticipare le trasformazioni”.

A. F.

 

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