Specializzandi e raccolta sangue, occhio ai contributi
Un emendamento del Milleproroghe ha temporaneamente risolto l’ingorgo normativo che aveva fatto sparire la possibilità di retribuzione per gli specializzandi che collaborano con le associazioni impegnate nella raccolta sangue. Il testo approvato in questi giorni ha inoltre esteso la possibilità di collaborazione ai medici abilitati e ai camici che frequentano i corsi di formazione in medicina generale.
Prima di ripercorrere la vicenda e fare il punto è bene richiamare l’attenzione su una parte fondamentale degli introiti dei medici in formazione: i contributi. La contribuzione prodotta attraverso queste attività deve infatti essere versata alla Quota B dell’Enpam e non alla Gestione separata Inps.
VIA LIBERA PER TUTTO IL 2024
A sbloccare la possibilità di collaborazione retribuita per tutto l’anno in corso è, come accennato, un emendamento del Milleproroghe, il cui testo è stato approvato in settimana ed è diventato legge.
L’opportunità, per i medici in formazione, di avere entrate extra collaborando con enti e associazioni “che, senza scopo di lucro, svolgono attività di raccolta sangue ed emocomponenti” era stata citata espressamente dalla conversione in legge del ‘decreto bollette’ (legge 56/2023). Il testo parlava di “collaborazione volontaria e occasionale, con contratto libero-professionale”, al di fuori dell’orario formativo. A distanza di poche settimane, un regolamento interministeriale (decreto156/23) rientrava sull’argomento, ma citando solamente la “collaborazione volontaria a titolo gratuito ed occasionale”. In pratica spariva la possibilità di collaborazione “con contratto libero-professionale” e con essa i relativi compensi per il lavoro svolto.
Adesso l’ultimo intervento legislativo mette da parte il regolamento interministeriale, dando il via libera ai “laureati in medicina e chirurgia abilitati, anche durante la loro iscrizione ai corsi di specializzazione o ai corsi di formazione specifica in medicina generale” per la “collaborazione volontaria e occasionale, a titolo gratuito o con contratto libero-professionale”, nell’attività di raccolta di sangue ed emocomponenti. Collaborazione che deve ricadere “al di fuori dell’orario dedicato alla formazione specialistica e fermo restando l’assolvimento degli obblighi formativi” e deve inoltre essere inquadrata “sulla base di convenzioni stipulate con le regioni o con gli enti del Servizio sanitario nazionale”.
La misura ha trovato il plauso del Settore giovanile dell’Anaao Assomed e dell’Associazione Als liberi specializzandi, che a loro volta suggeriscono alle associazioni di raccolta di emocomponenti “di elaborare un form nazionale dove i medici specializzandi possano candidarsi per manifestare formalmente la loro disponibilità a lavorare nei centri di raccolta, al fine di minimizzare la carenza di personale medico in tali attività”.
“La norma – esprime soddisfazione Federspecializzandi – offre l’occasione per una reciproca valorizzazione dei medici specializzandi e degli Enti di raccolta di sangue ed emoderivati, offrendo una opportunità lavorativa remunerata a supporto di un servizio essenziale e strategico per il Paese”.
DOVE VANNO I TUOI CONTRIBUTI
Le attività libero professionali che gli specializzandi prestano al di fuori della loro formazione generano contributi che vanno versati all’Enpam. Prima di tutto, i medici in formazione specialistica devono ricordarsi di dichiararli all’Enpam, attraverso il modello D online, per poi versarli alla Quota B.
Questi contributi non vanno quindi versati alla Gestione separata Inps, dal momento che per i medici tale eccezione riguarda soltanto i contributi maturati attraverso il contratto di formazione professionale degli specializzandi.
Af