Specialisti esterni, il reddito va dichiarato nel modello D
Lavoro come specialista esterno presso una struttura accreditata con il Ssn. Mi sembra di capire che nel Modello D devo dichiarare il reddito professionale scorporando i compensi che ho ricevuto dalla struttura per le prestazioni in convenzione. È così?
Quesito sui social
Gentile Dottore,
solo gli specialisti esterni accreditati ad personam (cioè solo coloro che vengono pagati direttamente dalle Asl) non devono inserire il reddito nel modello D. Si tratta però di un caso raro: in tutta Italia ne sono rimasti in attività solo 482 (dato 2023).
Invece tutti gli altri specialisti esterni (quasi 14.000) che collaborano con le strutture accreditate sulla base di un contratto di prestazione d’opera libero professionale devono inserire nel modello D tutto il reddito, al netto delle spese, senza scorporare nulla.
Il motivo del diverso trattamento è semplice: gli specialisti cosiddetti accreditati ad personam vengono remunerati direttamente dalle Asl per le prestazioni rese in convenzione. Su questi compensi sono già stati conteggiati e versati i contributi previdenziali alla gestione Enpam degli specialisti esterni. Le Asl infatti trattengono per la branca a visita il 26% dei contributi previdenziali (metà a carico del medico e metà a carico del Ssn) e il 20% per la branca a prestazione (metà a carico del medico e l’altra metà a carico dell’azienda).
Gli specialisti esterni liberi professionisti, invece, sui loro compensi devono pagare di propria iniziativa i contributi che risultano dopo la compilazione del modello D (quindi l’eventuale Quota B Enpam, intera o dimezzata). In più avranno diritto a un 2% sul fatturato a carico della struttura accreditata per cui lavorano, oltre all’ormai noto 4%. Proprio perché esistono questi contributi del 2% e del 4%, gli specialisti esterni liberi professionisti possono scegliere di pagare la Quota B dimezzata: una riduzione a cui altrimenti non avrebbero avuto diritto.
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N.B. Le risposte sono curate dalla redazione del Giornale della Previdenza dei Medici e degli Odontoiatri e non riflettono necessariamente il punto di vista dell’editore Fondazione Enpam.