66 anni dopo la laurea si ritrovano per ricordare il professore
Un gruppo di “ex universitari” – oggi stimati professori, ricercatori e professionisti di primo piano nell’ambito della Medicina – si è ritrovato a Torino per celebrare con una cerimonia pubblica la figura del loro professore di Anatomia, nella stessa Università e aula che frequentarono 70 anni fa.
L’iniziativa si deve a una dozzina di allievi “laureati del ‘58” (così si definiscono), che si sono attivati affinché nella mattina dell’ 11 maggio venisse scoperta una targa in nome del loro ex stimatissimo professore, Rodolfo Amprino.
Di quei “laureati del ‘58”, due in particolare si sono fatti parte diligente nell’organizzare un evento che ha richiamato all’Università autorità accademiche e cittadine.
Il 90enne Damaso Caprioglio, già titolare di due cattedre universitarie, tra i maestri e pionieri della Ortognatodonzia Italiana, Autore di un corposo libro che circola anche nelle Università straniere. E Annibale Crosignani, psichiatra insignito del “Sigillo civico della Città di Torino” e “basagliano ante litteram”, essendosi ribellato alle condizioni miserande dei malati di mente una decina d’anni prima che venisse emanata la celeberrima Legge che ha cambiato la storia della malattia mentale (1979).
PREDILETTO DI LEVI
A questo punto verrebbe quasi da dire, scimmiottando il noto proverbio, che “buon insegnamento… non mente”.
Perché Rodolfo Amprino fu a sua volta allievo prediletto di un’altra grande didatta, ossia di Giuseppe Levi, titolare a Torino della cattedra di Anatomia umana dal 1919 al ’48, salvo il periodo d’allontanamento impostogli dalle leggi razziali. Altrimenti definito “il più grande biologo del secolo”, Levi è stato il capostipite della Scuola da cui scaturirono tre futuri premi Nobel : Salvatore Luria, Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini, oltre a numerosi e illustri cattedratici.
L’onore (e l’onere) di commentare la carriera di docente e di scienziato di Amprino, è toccato ad Antonio Barasa, ex cattedratico di Istologia a Veterinaria e suo ex allievo nonché stretto collaboratore. Barasa ha tratteggiato le tappe della sfolgorante carriera del suo Maestro: dapprima a Torino, poi a Bari ma anche a Chicago, Stoccolma, a Strasburgo e Berlino, dove Amprino tenne vari stage di formazione, misurandosi sul campo della embriologia e della cartilagine.
Risultato? Le sue ricerche, il suo rigore scientifico, hanno contribuito in modo fondamentale alla conoscenza dell’anatomia, fisiologia e patologia del tessuto osseo.
Non solo conoscenza, tuttavia, ma anche etica. ”Era il primo a entrare in istituto al mattino, l’ultimo a lasciarlo alla sera” ricordano ancora i suoi ex.
Ezio Giacobini, altro suo ex allievo (nel 1948), neuroscienziato di fama internazionale, ha citato anch’egli un aneddoto sul Maestro. “Alla prima lezione, entrando in aula, alle matricole non mancava mai di proclamare ‘Ricordatevi che se voi siete qui, non è per merito vostro, ma per i sacrifici dei vostri genitori’”.
Anche nella cerchia di Amprino, brillano figure illustri, quasi a dimostrare l’ereditarietà, per così dire, delle qualità conoscitive e didattiche da trasmettere di generazione in generazione. Basterebbero i nomi di Achille Mario Dogliotti e di Michele Torre, che, pur non essendo allievi diretti di Amprino, sono fedele espressione della sua Scuola.
CONDANNATO A MORTE DAI FASCISTI
Infine, forse meno noto ma di pari valore, è stato ricordato un altro aspetto del celebre Maestro, ossia l’impegno che mise nella lotta della Resistenza.
Inquadrato nel movimento di “Giustizia e Libertà”, Amprino fu un attivo patriota, ricercato dai fascisti per aver occultato nell’Istituto di Anatomia giornali, volantini e altri documenti falsificabili. Alla notizia che era stato spiccato l’ordine di catturarlo e ucciderlo, riuscì a sottrarsi alle camicie nere dandosi alla clandestinità.
A coronamento di una mattinata di ricordi e di valori, il momento clou è stato lo scoprimento della targa da parte di Giorgio Cottrau, suo nipote, cattedratico anch’egli, ma di Giurisprudenza. Rivolta ai banchi vibranti del suo ricordo, così recita:
“IN QUESTA AULA DAL 1944 AL 1953 TENNE IL CORSO DI ISTOLOGIA IL PROF. RODOLFO. AMPRINO ECCEZIONALE UOMO DI SCIENZA E MAESTRO DI VITA.
CON GRATITUDINE E AFFETTO.
I laureati in Medicina e Chirurgia dell’anno 1958″
Massimo Boccaletti