Pensioni Enpam rivalutate ogni anno
Sono un medico in pensione da sette anni e in tutto questo lungo periodo non c’è stato mai un sia pure simbolico adeguamento della pensione al fluttuare dei costi della vita, alle svalutazioni o ai vari panieri Istat. Capisco e apprezzo tutti gli sforzi già fatti per mantenere l’indipendenza gestionale del nostro ente previdenziale; non consentire che i nostri sacrifici vengano fagocitati dall’Inps, richiede un’attenzione continua. Ciò posto, però, non credo che questa strategia autorizzi a creare un totem fine a se stesso, un carrozzone che finisce col dimenticare il fine ultimo per cui esiste e cioè il Medico.
Nicola De Leo, Bari
Gentile Collega,
in realtà le pensioni Enpam vengono rivalutate ogni anno, a differenza di quanto accade nel sistema pubblico, che – per effetto di leggi – si è distinto per blocchi, sospensioni e tagli.
Per vedere quanto prendi di rivalutazione puoi guardare la voce “Integrazione Istat” nel tuo cedolino.
La Fondazione rivaluta le pensioni in misura pari al 75 per cento dell’indice dell’inflazione fino al limite di 4 volte il trattamento minimo Inps e del 50 per cento dell’indice per la quota che supera questo limite. Il meccanismo di calcolo funziona a fasce, per cui la percentuale di incremento più alta tocca a tutti gli importi fino a 2000 euro lordi circa al mese, quella più bassa viene invece applicata a partire dalla quota che eventualmente eccede la prima fascia.
La rivalutazione decorre dal 1° gennaio di ciascun anno, e viene materialmente pagata a partire dalla pensione di marzo con gli arretrati dei due mesi precedenti. Nel 2021, però, l’Enpam non ha potuto assegnare la rivalutazione perché il 2020 è stato un anno di cosiddetta deflazione con un indice Istat sotto lo zero, per cui non c’è stata inflazione da recuperare.
In questi ultimi dieci anni proprio grazie alla nostra autonomia, le pensioni dell’Enpam non hanno subito il blocco della perequazione, né tanto meno la sospensione del meccanismo di calcolo a fasce, più vantaggioso di quello che applica la percentuale di incremento sull’importo totale com’è invece previsto per gli assegni Inps per lo meno fino al 2021, o addirittura i tagli agli assegni cosiddetti d’oro. Tutte misure che invece sono toccate alle pensioni Inps e che, di fatto, nonostante i parziali recuperi successivi, hanno penalizzato l’adeguamento degli importi al caro vita.
Alberto Oliveti
Presidente Fondazione Enpam