Ho pagato quanto mia moglie ma prendo il doppio
Egregio signor Presidente,
sono un medico in pensione dall’1/1/21 con 70 anni d’età ed oltre 44 anni di versamenti, (senza alcun riscatto) di cui oltre 35 come massimalista di Mmg (con una media di versamenti di circa 20.000,00 euro annui), le confesso che sono rimasto notevolmente basito dell’importo della pensione che ricevo e del 15% ricevuto. Non mi dica che sono 4500,00 euro mentre in realtà sono sotto i 3000,00 euro.
Perché?
Facendo paragone con quanto percepito da mia moglie insegnante statale (e conosciamo i loro stipendi e versamenti Inps a differenza dei nostri) in pensione con 38 di servizio che prende come pensione oltre il 50% del mio importo per 13 mesi, e che come Tfr ha superato il mio 15%, ed inoltre se faccio paragone con quanto avuto dalla posizione Galeno Base che in virtù di un versamento di circa 750€ annui potevo avere una pensione di circa 250€ mensile (in paragone superiore alla quota A percepita e pagata per 44 anni, con quote superiori) mentre ho preferito un capitale che ha superato il 50% del mio 15%, le chiedo:
- Non sarebbe scelta migliore (lasciando una quota all’Enpam) fare gestire a noi il nostro futuro?
- Se ciò non possibile cambiare i vostri promotori finanziari, per scegliere persone più valide (Galeno insegna)
- Ridurre le spese di gestioni
- Visti i risultati (da voi forniti) non invogliare al riscatto della laurea ma invogliare a fare delle assicurazioni private (in altre promotori o altro) per avere rese migliori (con 6000,00€ annui investiti su Arca i risultati sono stati notevolmente superiori.
- A proposito di quanto detto precedentemente vorrei ringraziare il collega che mi ha convinto a non fare il riscatto di laurea, perché se avessi accettato la vostra proposta di riscatto di laurea che mi costava oltre 90.000,00 euro avrei avuto oggi un aumento solo 300€ circa mensile mentre rifiutando ed investendo in altro ho una proprietà che posso sempre vendere o lasciare in eredità ai miei e che mi rende di più dell’aumento di pensione che avrei percepito.
Come diciamo noi le cose fatte sono fatte e si mangiano come sono venuti ed oggi noi non possiamo più farci nulla e ci resta la delusione. Ma ai colleghi giovani posso dire di non farsi illusioni sul futuro (visti le trattenute Enpam che versiamo) perché le rese sono notevolmente inferiori a quelli immaginabili e di mercato per cui avere idee più chiare e fare investimenti preventivi in altri enti non Enpam visto i risultati o scegliere lavoro dipendente che offre molto di più.
Dr Salvatore Mamazza
Gentile Collega,
ho sempre detto che le affermazioni si dovrebbero basare su numeri e fatti riscontrabili, all’interno del sistema di regole vigenti.
Per questo, prima di risponderti, ho controllato i numeri che mi hai dato. L’unico giusto che ho riscontrato rispetto a quelli che hai dato è l’importo della tua pensione: 4.500 euro lordi al mese, cioè 54mila euro annui, che hai finanziato versando una media di 11.400 euro di contributi all’anno (sempre lordi, da cui hai recuperato le tasse).
Quello che tu hai pagato, per intenderci, corrisponde a quanto accantona per la previdenza un’insegnante con uno stipendio lordo di 30mila euro all’anno. Per i dipendenti, infatti, è prevista una contribuzione previdenziale del 33 per cento, più un’ulteriore quota per finanziare il tfr.
Quindi la tua affermazione va piuttosto ribaltata: avendo tu versato quanto tua moglie, rispetto a lei stai prendendo il doppio di pensione. Questo è un fatto.
Anche i numeri che dai sul riscatto non mi sembrano plausibili, ma non è possibile verificarlo perché all’Enpam non risulta che tu abbia mai fatto domanda di riscatto di laurea.
Vengo ora alle altre tue considerazioni. La valutazione della convenienza o meno del riscatto è sempre individuale e dipende dalla situazione personale. Ad ogni modo nelle nostre comunicazioni incentiviamo a considerare anche altre forme di investimento previdenziale, proprio come tu stesso suggerisci. Infatti non a caso citiamo spesso l’utilità di iscriversi alla previdenza complementare con Fondosanità.
Tralascio, per brevità, considerazioni sul confronto tra la previdenza complementare e la Quota A dell’Enpam, un confronto improprio che ignora tutte le tutele assistenziali che la Quota A garantisce agli iscritti vita natural durante (sussidi per la genitorialità, per i danni dovuti a calamità naturali, sussidi per disagio, assistenza domiciliare, case di riposo, la rendita per non autosufficienza, maggio 2021 solo per ricordare le principali). Alcune di queste tutele peraltro sono estese anche ai familiari che ne hanno diritto.
Quando si investe volontariamente, ad ogni modo, si può scegliere il livello di rischio che si vuole correre (maggiori sono i rendimenti ricercati, più alti sono i rischi), l’Enpam però fa previdenza obbligatoria e deve prima di tutto fare investimenti prudenti allo scopo di dare le prestazioni massime al minor rischio possibile.
A giudicare da quanto prendi di pensione rispetto a tua moglie, direi che non usciamo male dal confronto con la pensione pubblica.
Alberto Oliveti
Presidente Fondazione Enpam