Come non perdere i soldi versati all’Inps
Che fine farebbero 14 anni versati all’Inps come dipendente, se li lasciassi lì? Vorrei un suo parere sulla mia futura situazione pensionistica.
Sono iscritta alla Quota A dell’Enpam dal 1998. Mi sono poi specializzata ai sensi del decreto legislativo n. 257/91. Dal 2016 sono specialista ambulatoriale interno nella branca di Radiodiagnostica e verso i contributi all’Enpam.
Prima di questo periodo sono stata dipendente ospedaliera come dirigente medico di Radiodiagnostica. Qual è l’opzione migliore per valorizzare i periodi contributivi maturati come dipendente? Se volessi ricongiungere quegli anni dovrei sostenere dei costi?
Se scegliessi il cumulo dovrei pagare? Potrei già chiedere presso l’Enpam il riscatto degli anni di laurea e/o di specializzazione?
Marina Minciullo, Patti (Messina)
Gentile Collega,
non ti consiglio di lasciare così come sono i tuoi 14 anni di contributi accreditati all’Inps come dipendente. Se non te ne curassi, correresti il rischio di vederli andare completamente perduti. All’Inps, infatti, il requisito minimo per avere diritto a pensione come dipendente sono vent’anni e non è prevista la restituzione dei contributi, diversamente da quanto fa l’Enpam.
Per non perdere i soldi versati all’Inps hai diverse opzioni: non ne esiste una più vantaggiosa di un’altra in assoluto, ma la più conveniente è sempre frutto di una valutazione soggettiva.
Puoi per esempio decidere di trasferire quei contributi in Enpam con la ricongiunzione, come se li avessi versati da sempre alla Fondazione e non all’Inps. Il vantaggio è che otterresti un’unica pensione calcolata con il sistema dell’Enpam, che è più conveniente del contributivo puro della previdenza pubblica. La ricongiunzione, sia verso l’Enpam sia verso l’Inps, ha un costo che dipende anche dall’età in cui si fa domanda, meglio quindi non farla troppo in avanti negli anni. La spesa però è interamente deducibile dal reddito. Tieni anche presente che in alcuni casi i contributi trasferiti coprono interamente l’onere della ricongiunzione e quindi non si paga nulla. L’unico modo per conoscere nel dettaglio costi e vantaggi è fare domanda, tenendo presente che non sei obbligata ad accettare.
Un altro modo per recuperare i contributi dell’Inps è con il cumulo gratuito. A quel punto metteresti insieme le due “strade”, quella nella previdenza pubblica e quella nell’Enpam, per ottenere il diritto a pensione con l’Inps. In questo caso prenderesti due pensioni anche se per legge è l’Inps l’ente pagatore, che trasferisce all’iscritto anche la quota di pensione versata dall’Enpam. Il cumulo ha il vantaggio che è gratuito ma ci sono aspetti che lo rendono meno conveniente, come per esempio la reversibilità che verrebbe garantita secondo le regole della previdenza pubblica anche per la quota che spetta all’Enpam. E questo perché la legge ha stabilito che sia l’Inps l’ente che mantiene il rapporto finale con il pensionato in caso di cumulo.
Se fossi orientata verso il cumulo, però, dovrai fare estrema attenzione. La domanda si può presentare solo se non si è andati in pensione in nessuna gestione. Ad esempio: non potrai, a 65 anni, andare in pensione di Quota A e poi, dopo qualche anno, chiedere il cumulo per ottenere le altre quote, in questo modo infatti i tuoi 14 anni in Inps andrebbero persi.
Quanto infine al riscatto degli anni di studi universitari con cui potresti aumentare l’anzianità contributiva, se decidi di non utilizzarlo con l’Inps, tieni presente che per chiederlo all’Enpam sono necessari dieci anni di contribuzione nella gestione presso cui lo chiedi. Anche in questo caso per conoscere nel dettaglio costi e benefici dell’operazione potrai fare domanda, che non è vincolante, quando ne avrai i requisiti.
Alberto Oliveti
Presidente Fondazione Enpam