Non fateci pagare i contributi Enpam
“Il Covid-19 ha ridotto le nostre entrate, non le ha rinviate. Perché quindi invece di rinviare i contributi previdenziali non ce li cancellate per quest’anno e magari anche per l’anno prossimo?”
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Gentile Collega,
se per assurdo lo Stato ci consentisse di farlo, cancellare dei contributi previdenziali significherebbe provocare dei buchi contributivi e la perdita di anni di anzianità per la pensione. Tradotto: una pensione più bassa, che per giunta arriverebbe più tardi.
In Italia, per obbligo di legge, a ogni reddito da lavoro deve corrispondere il pagamento di contributi previdenziali. Ma al di là dei vincoli normativi, come accennato, c’è un tema di convenienza ad avere una carriera contributiva senza interruzioni.
Per questo Enpam ha agito fin da subito su due binari. Da un lato la Fondazione, in aggiunta a quelli statali, ha varato degli aiuti straordinari (Bonus Enpam e Bonus Enpam+) per sostenere il reddito dei professionisti danneggiati dalla crisi. Dall’altro l’Enpam ha subito rinviato la riscossione dei contributi rimandandola a un momento in cui, grazie alla ripresa dell’attività professionale, le difficoltà finanziarie si sarebbero verosimilmente attenuate.
A marzo il Cda ha deliberato un rinvio delle scadenze a partire dal 30 settembre. E ora, sfruttando tutte le possibilità che ci vengono consentite dalle leggi, stiamo lavorando a un ulteriore posticipo.
Alberto Oliveti
Presidente Fondazione Enpam