Lo psichiatra italiano ‘cavia’ per il vaccino
Non sa ancora se nelle sue vene circoli il vaccino anti-coronavirus o un placebo, ma assicura di stare bene, anzi benissimo.
Antonio Metastasio, psichiatra del National health service britannico residente a Cambridge, ha appena iniziato il percorso di sperimentazione del vaccino sviluppato con fondi Ue da Jenner Institute e Università di Oxford, che una volta pronto sarà replicato su ampia scala dalla Irbm di Pomezia.
Germania, Francia, Olanda e Italia – attraverso un accordo con Astrazeneca – ne hanno già assicurato 400 milioni di dosi alla popolazione europea, con una campagna di vaccinazioni che potrebbe prendere il via dall’inizio del 2021.
VIA AL TRIAL CLINICO
“Sono molto ottimista e conto di poter raccontare ai miei nipoti di aver fatto la mia parte per sconfiggere l’epidemia di coronavirus”, spiega il camice 44 enne, ternano di nascita con una carriera avviata in Inghilterra nel 2005, che intanto racconta la sua esperienza di tester al Giornale della previdenza.
Metastasio lavora a Londra, sia da privato che nel pubblico. L’ospedale dove presta servizio è l’Highgate Mental Health Centre dell’azienda ospedaliera Camden and Islington NHS Foundation Trust che afferisce alla UCL University College London.
“Ho fatto ieri (lunedì, ndr) il vaccino in ospedale a Cambridge, nell’ambito di un trial clinico che deve arruolare 10 mila persone”, aggiunge il medico arruolato per la terza fase della sperimentazione, che ha appena preso il via dopo i test svolti su molecole animali e su un altro gruppo di volontari per escludere il pericolo di tossicità.
“Ho fatto domanda una decina di giorni fa – continua il dottore – e sono stato chiamato per prelievo del sangue, del dna e per il test sierologico per il Covid-19, che ha dato esito negativo”.
Lo studio dovrebbe durare un anno, anche se l’obiettivo è concludere le sperimentazioni entro l’autunno, mentre la prima visita dopo la somministrazione del vaccino è prevista dopo quattro settimane, per verificare la produzione di anticorpi.
L’ENIGMA DEL ‘DOPPIO CIECO’
Semplificando quanto basta, il principio del vaccino consiste in un adenovirus reso incapace di infettare e “riempito” della proteina Spike, che permette al Covid-19 di penetrare nelle cellule umane.
Non è però detto che l’organismo dello psichiatra italiano sia alle prese con il composto per stimolare la produzione di anticorpi contro il Sars-CoV-2, perché la sperimentazione viene condotta col sistema del ‘doppio cieco’. Al gruppo di controllo, costituito dalla metà dei volontari, è stato somministrato il vaccino per la meningite come placebo attivo.
CAMICI IN FILA PER IL TEST
“Per ora non ho alcun sintomo o effetto collaterale”, diceva ieri lo psichiatra italiano all’indomani della somministrazione del vaccino, raccontando di essere uno delle centinaia di operatori sanitari a partecipare alla sperimentazione.
“Mi sono sottoposto al test sia come cittadino sia come medico. Ho visto pazienti malati, molti membri dello staff medico sono morti e sento di non poter seguire la responsabilità professionale solo in orari d’ufficio. Sto dicendo che ho voluto dare l’esempio in prima persona, anche contro le assurde polemiche antivacciniste”, sottolinea Metastasio.
All’auspicio di avere un vaccino efficace in pochi mesi, lo psichiatra aggiunge quello di poter tornare presto in Italia. Non solo per visitare amici e parenti, ma anche “per avere la possibilità di portare il know how acquisito qua. Ho molta stima dei colleghi italiani – conclude – molto raffinati nella diagnosi, ma spesso costretti a lavorare in contesti complicati. In ogni modo, confrontando i servizi sanitari italiano e britannico, mi viene da dire che se proprio dovessi ammalarmi, lo dico da medico e da paziente, preferirei ammalarmi in Italia”.
Antioco Fois