Dal Sudan alle Dolomiti, un film sul dottor Kuel
Medico preparato e stimato, primo richiedente asilo internazionale in Trentino, assessore e consigliere comunale e adesso esempio per i giovani camici bianchi.
La storia singolare di Albino Mayom Kuel ha dato vita al docu-film ‘Nero e bianco’, scritto dal giornalista Paolo Tessadri e prodotto dalla Fondazione Museo storico del Trentino, con il patrocinio della Provincia autonoma di Trento, del locale Ordine dei medici e dei Comuni di Ala e Avio.
Presentato nei giorni scorsi ad Ala, il lungometraggio racconta la vita di Kuel, nato del Sud Sudan e scomparso lo scorso anno, “nero per il colore della pelle e bianco per il camice che ha indossato per tutta una vita al servizio del prossimo”, come recita la voce narrante del documentario.
Oppositore del regime islamico e perseguitato per la sua fede cattolica, grazie all’aiuto del primo vescovo in Sudan, Kuel riesce a raggiungere Padova nel ’62, dove frequenta Medicina al collegio universitario dei medici missionari del Cuamm. Nel ‘69 raggiunge poi l’ospedale di Ala, dove viene assunto come borsista.
Gli anni che seguono oscillano tra lo studio e la lotta alla burocrazia.
Il camice bianco non ha la cittadinanza italiana e non può avere un ruolo strutturato in ospedale. Solo la borsa di studio gli permette di restare in Italia e sul posto di lavoro. E Kuel utilizza le specializzazioni come un salvacondotto personale, ottenendo una collezione di titoli: Medicina interna, Cardiologia, Malattie tropicali, Igiene.
“Era un assiduo partecipante dei corsi di cardiologia. Quello che mi ha colpito di lui – lo ricorda Francesco Furlanello, esperto internazionale di Cardioaritmologia – era la sua umanità, il desiderio di apprendere pur essendo edotto degli argomenti di cui si parlava”.
A pochi giorni dalla scadenza del termine per lasciare l’Italia, nel gennaio ’81, ottiene in extremis la cittadinanza italiana, firmata dal Presidente Pertini. L’anno successivo il Comune di Avio assegna a Kuel una condotta medica.
“Era il medico della mia famiglia, una figura molto amata. Un professionista preparatissimo e umile”, racconta Paolo Tessadri al Giornale della Previdenza. Il ‘dottore venuto dal deserto’ sarà poi il primo consigliere comunale di colore in Trentino, ad Ala, dove diverrà anche assessore, per poi entrare in Consiglio ad Avio.
Riuscirà ad aprire il proprio ambulatorio di cardiologia, ma poco dopo, nel 2005, verrà colpito da un ictus, che lo priverà della parola. Continuerà con l’attività politica, ma dovrà rinunciare al camice bianco e a rivedere il proprio Paese.
Un giorno, un padre percorre col figlioletto una via di Avio e quest’ultimo dice: “Guarda papà, quello è un nero”. E il padre gli risponde: “No, quello è il dottor Kuel”. L’aneddoto ripercorso nel docu-film racconta quanto il medico originario del Sudan fosse entrato nel cuore della comunità che lo aveva accolto.
Adesso il lungometraggio si propone di diventare un esempio per i giovani camici bianchi.
“Proporrò al Consiglio dell’Ordine – spiega Marco Ioppi, presidente dell’Omceo di Trento – di proiettare ‘Nero e bianco’ ai festeggiamenti per il giuramento di oltre 110 iscritti, in programma il 26 ottobre al Teatro sociale di Trento. Kuel è un esempio di dedizione e competenza, un medico che ha puntato sulla formazione, per ottenere una preparazione trasversale.
Un esempio di come affrontare con professionalità, deontologia e umanità la professione medica”.
Antioco Fois