Linee guida bloccate tra teoria e realtà

Sarà l’Istituto Superiore di Sanità a valutare le linee guida proposte dalle società scientifiche. Un percorso lungo, con i protagonisti ancora fermi ai blocchi di partenza

Il ministero della Salute ha accreditato 293 società scientifiche all’inizio di novembre. Con quest’atto ufficiale, arrivato 19 mesi dopo l’entrata in vigore della legge Gelli, l’attesa per le linee guida è solo iniziata.La palla a questo punto è nelle mani dell’Istituto superiore di sanità, dicono le società scientifiche.

“Si rende necessaria una rapida definizione, da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, degli standard per l’elaborazione delle raccomandazioni”, ha detto Giuseppe Ettore, delegato della Società italiana di ginecologia e ostetricia in occasione di un incontro con il ministro della Salute Giulia Grillo.

Il percorso che porterà alla pubblicazione delle linee guida è intricato e irto di ostacoli.Il decreto ministeriale del 27 febbraio 2018 spiega che il ministero della Salute ha istituito presso l’Iss il Sistema nazionale linee guida, impegnando l’Istituto a realizzare una piattaforma informatica che le società potranno utilizzare per presentare le proprie proposte.

L’infrastruttura tecnica è stata presentata nel maggio scorso, insieme al manuale operativo che contiene le procedure di valutazione. All’interno si legge che “il lasso di tempo tra la richiesta di valutazione e la sottomissione al Centro nazionale per l’eccellenza clinica (Cnec) non può essere superiore a 2 anni, né inferiore a sei mesi”.

Il Cnec a sua volta ha 30 giorni di tempo per valutare l’eleggibilità della linea guida proposta. Si passa quindi all’analisi del reporting, e in seguito un panel di 3 esperti controlla la qualità metodologica: nel caso in cui uno di questi passaggi evidenziasse qualche carenza, la società proponente ha rispettivamente 30 e 60 giorni di tempo per porre rimedio.

Una volta pronto il giudizio conclusivo, il direttore del Cnec ha un ulteriore mese a disposizione per notificare il risultato finale dell’esame. Solo a questo punto le linee guida proposte saranno ufficialmente approvate, e finalmente a disposizione di tutti.

In conclusione, prima che le linee guida possano essere utilizzate dai magistrati per scriminare i medici indagati, passeranno nella migliore delle ipotesi altri otto mesi e, nella peggiore, oltre due anni o più.

L’Istituto superiore di sanità, contattato dal Giornale della Previdenza, ha preferito non rispondere alle richieste di chiarimenti in quanto la situazione è ancora in evoluzione, riservandosi di comunicare in un prossimo futuro eventuali aggiornamenti.

 

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