Lettere al Presidente: il Tfs e la Casa comune del medico

Caro Presidente, ti ho conosciuto qualche anno fa a Napoli ad un convegno della Cimo e ti chiesi quando l’Enpam riattivava i mutui per i medici dopo tanti anni di “sofferenza” con gli interessi bancari. Sei stato di parola. Mi dicesti che ci stavate lavorando difatti li avete di nuovo resi operativi per noi.

Adesso da pensionato ti chiedo che intervento puoi programmare per questa palese ingiustizia del” sequestro” del Tfs di noi dipendenti statali.

Con la forza e solidità del nostro Ente può essere attivata una soluzione che ci consenta di avere anticipato dall’Enpam il Tfs corrispondendo un minimo, annullando questa assurda ingiustizia tutta italiana di aspettare 1-2-3 anni per avere i propri sudati soldi?

L’Enpam farebbe una grande operazione di immagine e concretezza e la Corte Costituzionale che dovrà pronunciarsi sul “sequestro Tfs ” avrà un elemento di riflessione in più. Grazie per l’attenzione.


Giuseppe Cioffi

 

Caro collega,

mi ricordo del nostro colloquio e ti ringrazio per la stima che mi riservi. Purtroppo il Tfs è un problema annoso.

Ce ne siamo occupati anche nel Giornale della previdenza (ti riporto a titolo esemplificativo il contributo più recente: Se la liquidazione arriva troppo tardi ).

Al momento la tua richiesta non può avere un seguito perché, come immaginerai, non possiamo anticipare soldi per conto dell’Inps, per giunta per un trattamento che non gestiamo.

A ben vedere il pasticcio del Tfs è un’altra conseguenza dell’aver accettato, a suo tempo, che la Cassa pensione sanitari confluisse prima nell’Inpdap e poi nell’Inps, anziché attivarsi per farla confluire nell’Enpam.

Da tempo sostengo che ai fini della previdenza obbligatoria dovrebbe far premio l’essere medico piuttosto che il tipo di rapporto di lavoro instaurato. Come la pensione, infatti, anche il Tfs è una forma di differimento del salario che deriva dall’esercizio della nostra professione.

Se realizzassimo un’unica Casa comune del medico, potremmo considerare l’eventualità come Enpam di farci parte diligente nella risoluzione di questa vicenda che riguarda i dipendenti pubblici.

Del resto una via già esiste: quella percorsa dagli ex convenzionati che sono transitati alla dipendenza ottenendo però di continuare a versare i contributi all’Enpam.Grazie quindi anche per questa tua sollecitazione che contribuisce a tenere desta l’attenzione su un obiettivo di arrivare a una Casa comune del medico, che non può rimanere solo nei propositi.

 

Alberto Oliveti
Presidente Fondazione Enpam