L’Ape in cinque punti

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Quanti sono gli interessati? Chi potrà usufruirne? Chi pagherà e quanto?

La platea potenziale stimata dal Governo per il primo anno di attivazione dell’Ape è di circa 350mila persone. Ma per conoscere i numeri reali di quanti decideranno di attivarla, tutto è rimandato alla prova dei fatti. Al momento in cui il Giornale della Previdenza va in stampa, i parametri sui cui esprimere un giudizio non sono ancora completi, ma alcune certezze permettono di avviare una riflessione: l’anticipo è possibile fino a 3 anni e sette mesi, sarà gratuito per categorie in difficoltà e costoso per il resto dei lavoratori. Il fattore che determinerà o meno il successo della nuova misura sta insomma in una parola: convenienza.

LE FINESTRE PER UOMINI E DONNE

Gli interessati sono tutti coloro che hanno già compiuto 63 anni o li compiranno nel 2017. Se per gli uomini determinare la platea è abbastanza semplice (si tratta dei nati tra le fine del 1950 e il 1954) per le donne il discorso è più complesso. Nel 2017 per le dipendenti del settore privato è prevista ancora l’uscita per vecchiaia a 65 anni e 7 mesi, ma le nate nel 1952 possono già uscire quest’anno con 64 anni di età. Lo scivolo in questo caso è particolarmente ridotto, con il risultato che le quote rosa degli aderenti rischiano di essere più contenute. A meno che, per il 2017, il Governo decida di permettere l’accesso alla pensione a partire dai 62 anni di età.

CATEGORIE A COSTO ZERO

L’anticipo non avrà oneri per disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili, parenti di disabili (non è ancora esplicitato se a prescindere dalla legge 104) e lavoratori occupati in attività particolarmente rischiose e pesanti, come gli operai edili. Per queste categorie ci penserà lo Stato a sopportare l’aggravio economico per le casse, a condizione che l’assegno sia inferiore ai 1.500 euro lordi mensili (circa 1.200 euro netti). Chi invece supera l’importo dovrebbe essere chiamato a restituire solo quanto ottenuto in anticipo, senza il pagamento di interessi o premi assicurativi.

INTERVENTO DELLE AZIENDE

L’Ape ha le caratteristiche per essere proposto ai lavoratori dalle imprese che decidono di riorganizzarsi, attivando le procedure per dichiarare esuberi di personale. In questo caso, ma il meccanismo è ancora tutto da chiarire, l’imprenditore potrebbe utilizzare lo scivolo a fronte di un contributo economico integrativo.

SENZA BONUS, COSTI FINO AL 25 %

Andare in pensione in anticipo non sarà gratis per il lavoratore che opta per questa scelta in base a considerazioni che riguardano unicamente la propria qualità della vita. Per ogni anno di anticipo pagherà circa il 5 e il 6 per cento dell’assegno, da restituire in 20 anni. Se si sceglierà di utilizzare l’Ape pienamente, interrompendo la propria attività 3 anni e 7 mesi prima, la quota oscillerà tra il 15 e il 18 per cento. Oltre al pagamento degli interessi bancari e del premio assicurativo contro la premorienza, per un totale vicino a un quarto dell’assegno complessivo.

LE DOMANDE GESTITE DALL’INPS

Chi richiederà l’anticipo dovrà rivolgersi all’Inps, che assumerà la regia dell’intera operazione. L’Istituto di previdenza calcolerà il prospetto utile al lavoratore per capire la propria convenienza ad aderire. Se chi potrà ottenerla gratis non dovrebbe affrontare particolari imprevisti, gli altri lavoratori dovranno interrogarsi sul rapporto costi-benefici, valutandoli alla luce della propria situazione personale.

Claudio Testuzza

@FondazioneEnpam