Quando il medico (invece) deve fare la fattura elettronica
Si è già detto che medici e dentisti per tutto il 2024 non possono e non devono fare la fattura elettronica per prestazioni sanitarie ai propri pazienti. Rimane però una serie di casi in cui il medico è tenuto a presentare le fatture in formato digitale. Cioè, in tutti gli altri casi.
I professionisti in camice, infatti, possono prestare attività di libera professione ed emettere fattura per una pluralità molto ampia di soggetti, nell’ambito di visite mediche, consulenze, docenze, collaborazioni editoriali e molto altro.
QUANDO LA E-FATTURA È VIETATA
Partiamo da quanto detto nei giorni scorsi e facciamo un breve riepilogo. La novità delle scorse settimane è stato lo slittamento al 2025 dell’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica per le prestazioni sanitarie rivolte ai pazienti privati, alle persone fisiche con solo codice fiscale per dirla in burocratese.
La proroga disposta dal Consiglio dei ministri mantiene infatti in vita per tutto il 2024 la fattura cartacea, solo per tali prestazioni. In questo frangente, la prassi da seguire rimane quella dell’emissione ai pazienti della fattura cartacea e l’invio dei dati al sistema Tessera sanitaria.
QUANDO BISOGNA FARE FATTURA ELETTRONICA
Per tutti gli altri casi, medici e dentisti devono utilizzare fattura elettronica, che transita per il Sistema di interscambio dell’Agenzia delle entrate.
Tra consulenze, perizie, docenze, partecipazione a commissioni e convegni, contributi editoriali, nella miriade di opportunità professionali del medico con partita Iva, possiamo elencare alcuni dei casi in cui è obbligatoria la fatturazione elettronica.
Ad esempio, la fattura elettronica va emessa nei confronti di:
- Cliniche e studi privati
- Tribunale per consulenze e perizie
- Compagnie assicurative
- Ditte e aziende
- Enti pubblici e privati, come ad esempio le Università
- Società, come ad esempio le squadre sportive o le società editoriali
- Altri professionisti
Af