Odontoiatra e scrittrice, vincitrice del premio Strega
Donatella Di Pietrantonio è stata proclamata, lo scorso 4 luglio, vincitrice della 78esima edizione del premio Strega, il più influente riconoscimento letterario italiano.
Per il suo romanzo “L’età fragile”, edito da Einaudi, ha ottenuto 189 voti prevalendo sul secondo classificato Dario Voltolini, autore di “Invernale” (La nave di Teseo) che ne ha conseguiti 46 in meno.
ODONTOIATRA E SCRITTRICE
La dottoressa Di Pietrantonio è nata nel ’62 ad Arsita, un minuscolo borgo di 700 abitanti, nel Teramano. Vive ed esercita a Penne, in provincia di Pescara, come specialista in odontoiatria pediatrica. Ha esordito nella narrativa all’età di 50 anni, nel 2011, con l’opera “Mia madre è un fiume” (Premio Tropea), incentrata sul legame indissolubile tra una madre in balia dell’Alzheimer ed una figlia, che oscilla tra amore e odio, nostalgia e rifiuto.
Da allora colleziona un premio dietro l’altro: nel 2014 partecipa per la prima volta allo Strega con “Bella mia”, la storia di una donna che nel dopo terremoto del 2009 a L’Aquila dovrà inventarsi madre. Vince il premio Brancati.
Tre anni fa, ormai autrice di best-seller, aveva sfiorato la vittoria arrivando seconda con la sua opera “Borgo Sud”, dopo Emanuele Trevi con “Due vite”.
DALLA NARRATIVA AL CINEMA
A renderla celebre nel mondo è “L’Arminuta”, tradotto in 30 lingue, e pluripremiato (Campiello, Napoli, Alassio). La scrittrice ne fa un film per la regia di Giuseppe Bonito, adattando la sceneggiatura insieme a Monica Zapelli, con la quale vincerà il David di Donatello.
L’amato paesaggio abruzzese affiora con prepotenza in tutte le opere di Donatella Pietrantonio. Anche ne “L’età fragile”, una storia ispirata ad uno sconvolgente episodio di violenza di genere: il delitto del Morrone, nel 1997, quando furono trucidate due ragazze che facevano un’escursione sulla Maiella.
“Dedico il mio libro a tutte le sopravvissute, a tutte quelle donne che hanno vissuto grandi traumi ma anche, in generale, a tutte le piccole cose a cui le donne, quotidianamente, devono ancora sopravvivere”, ha dichiarato la scrittrice.
Nella lunga vita dello Strega, che prende il nome dal mitico liquore beneventano giallo oro, oltre a Donatella Di Pietrantonio, tra gli scrittori “stregati” in camice si annoverano Mario Tobino vincitore con “Il clandestino” nel ’62 e Andrea Vitali finalista nel 2009 con “Almeno il cappello”.