Digitalizzazione, IA, banche dati: l’Ue e la sanità
Digitalizzazione, banche dati, intelligenza artificiale: l’Ue di domani, a poche settimane dalle elezioni del 6-9 giugno, è strettamente connessa al futuro della sanità.
Tra le principali sfide, la creazione dello spazio europeo dei dati sanitari. La strategia europea in materia di dati rappresenta un passo importante verso la creazione di un mercato unico dei dati, a vantaggio di imprese, ricercatori e amministrazioni pubbliche. L’Unione europea ha raggiunto un accordo provvisorio tra Consiglio e Parlamento su una nuova legge finalizzata ad agevolare lo scambio e l’accesso ai dati sanitari a livello comunitario.
Questo regolamento proposto per l’European health data space (Ehds) mira a migliorare l’accesso e il controllo dei cittadini sui propri dati sanitari elettronici, consentendone il riutilizzo scopi di interesse pubblico, supporto alle politiche e ricerca scientifica. Quello che si prevede è un ambiente specifico per i dati sanitari, un mercato unico per i servizi e i prodotti sanitari digitali.
Questo articolo sul portale Tech2Doc approfondisce il tema.
Le istituzioni europee e nazionali sono al lavoro per delineare un quadro di riferimento per lo sviluppo e l’uso responsabile dei sistemi di intelligenza artificiale. Il 13 marzo 2024, il Parlamento europeo ha approvato l’AI Act, che stabilisce regole armonizzate sull’intelligenza artificiale.
Recentemente, nel nostro Paese è stato approvato il disegno di legge sull’Ia. Nel testo è indicato espressamente come l’utilizzo di sistemi di Ia contribuisca al “miglioramento del sistema sanitario” e alla “prevenzione e cura delle malattie, nel rispetto dei diritti, delle libertà e degli interessi della persona, anche in materia di protezione dei dati personali”.
L’intelligenza artificiale e la robotica rivestono un ruolo sempre più importante nella trasformazione digitale del settore sanitario.
Queste tecnologie consentono il monitoraggio remoto dei pazienti e interventi precoci, migliorando l’efficienza dell’assistenza al paziente. In Italia, l’innovazione nel settore sanitario non solo può migliorare la qualità della vita, ma anche ridurre i costi per il sistema sanitario nazionale.
A testimonianza dell’importanza, nel nostro Paese sono emerse 753 nuove imprese del settore tra il 2021 e il 2023. Aziende che però sono tenute a superare sfide e ostacoli per quanto riguarda test e convalida necessari per garantire la sicurezza e l’efficacia delle tecnologie sanitarie.
Questo articolo racconta il programma “Testing and experimentation facility” (tef-health), che mira a semplificare la verifica e la certificazione nel campo dell’intelligenza artificiale e della robotica.
Sul piatto, infine, anche l’attuazione della regolamentazione dell’Health technology assesment (Hta), che consente la valutazione dell’innovazione come un investimento clinico, economico e sociale superando il paradigma del costo. Il mese scorso ha preso il via un progetto europeo a guida italiana, che ha coinvolto 16 partner provenienti da 10 Paesi per sviluppare una piattaforma che valuti in modo obiettivo l’efficacia e l’affidabilità delle tecnologie digitali mediche.
Il progetto, finanziato con 8 milioni di euro nell’ambito di Horizon Europe, è coordinato dall’università Cattolica di Roma, e vede la partecipazione di università, agenzie di Hta, ospedali, associazioni di pazienti, ong specializzate in Hta, l’European Patients’ Forum e l’European health management association.
Obiettivo è creare il primo “framework digitale” di Hta specificamente dedicato alle tecnologie digitali, per valutare telemedicina, app mediche e intelligenza artificiale su diversi livelli istituzionali e territoriali. Questo framework sarà testato in ospedali europei e mira a fornire un sistema che guidi decisioni mirate sull’adozione e l’integrazione delle tecnologie sanitarie digitali nel percorso clinico dei pazienti, nella politica sanitaria e nella gestione ospedaliera.
Ulteriori informazioni sono reperibili in questo articolo.
Claudia Torrisi