Dai Queen alla stereoscopia, la vita 3D di un fotografo in camice
Almir Haliti di professione fa il dentista a Padova ma è appassionato di fotografia, un po’ perché strumento necessario per il proprio lavoro un po’ perché la trova un’arte espressiva stimolante.
Durante la pandemia legge il libro “Queen in 3-D” in cui lo storico chitarrista della band, Brian May, racconta la storia dei Queen attraverso 300 fotografie, scattate da lui, pubblicate con la tecnica della stereoscopia.
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Con gli occhiali anni 80 rossi e blu è possibile vedere nella gallery sottostante l’effetto 3d
“E’ una tecnica che non conoscevo”, dice Haliti, “mi sono incuriosito ho studiato, mi sono appassionato ho trovato sui social una grossa community di fotografia 3D ed ho cominciato a seguire per capire ed imparare. Brian May è uno dei “guru” di questa tecnica fotografica”.
La stereoscopia, è una tecnica che permette di dare un’illusione di tridimensionalità alle immagini, funziona sfruttando il principio della visione binoculare umana. “I nostri occhi percepiscono due immagini leggermente diverse a causa della loro posizione nella testa. Il cervello le combina poi in un’unica immagine tridimensionale”, spiega il fotografo in camice.
Per ottenere questo effetto vengono scattate due fotografie dello stesso soggetto da due punti di vista leggermente diversi ma sullo stesso asse, simulando la visione dei nostri occhi. Le immagini vengono poi poste vicine, ci sono programmi che lo fanno in automatico, e visualizzate con appositi visori. “Volendo si può incrociare gli occhi, con il sinistro guardiamo la foto di destra con il destro quella di sinistra ottenendo la tridimensionalità della foto. Le prime volte gira un pochino la testa, però poi ci si fa l’abitudine”, ammette Haliti.
Indubbiamente il visore è lo strumento più comodo, l’effetto ottenuto è la tridimensionalità della foto. “Con questa tecnica si colgono particolari che con la foto tradizionale non si coglierebbero”.
Nel suo scattare, sperimentare e confrontarsi con altri che utilizzano la tecnica, il dott. Haliti si imbatte in un annuncio con il quale la London Stereoscopic and Photographic Company cercava delle fotografie scattate proprio nel periodo del lockdown.
“Ne ho mandate alcune, tra cui una di Roma della fontana dei quattro fiumi di piazza Navona”.
“Dopo qualche tempo ricevo una mail in cui mi informano che la foto era stata selezionata per essere inserita nel libro “Stereoscopy is good for you”, libro edito proprio da Brian May.
“Ma non solo”, continua l’odontoiatra-fotografo, “la foto era anche stata selezionata per la mostra di presentazione del libro organizzata a Londra alla Proud Gallery, una famosa galleria d’arte specializzata in fotografia”.
Con la notizia della pubblicazione arriva anche l’invito a presenziare e pochi giorni prima anche una inaspettata mail, quella di Brian May.
“Una mail con un video in cui May diceva: ciao, la prima cosa che voglio dirti è che sarò presente all’inaugurazione del libro. Sarà un evento privato solamente per noi. Ci sarò io, i miei collaboratori e voi che avete contribuito al libro”.
“Con la mia fidanzata siamo partiti per Londra ed abbiamo incontrato May, chiacchierato, scambiato qualche impressione, fatto qualche foto insieme e, ovviamente, chiesto l’autografato sul libro. Un’occasione unica, ho conosciuto gli altri autori che arrivavano da tutto il mondo, ci siamo scambiati impressioni, contatti, una esperienza indimenticabile”.
Qualche consiglio da dare ai nostri lettori che vogliono approcciarsi alla tecnica della stereofotografia?
“E’ una tecnica che si può utilizzare in varie situazioni, panorami, ritratti ma anche macro. Si scattano 2 foto con la stessa angolazione a circa 6 cm una dall’altra. Consiglio di scattare la prima foto e poi fare un passetto laterale e scattarne un’altra mantenendo la camera orientata sempre frontalmente. Poi con un programma si affiancano due foto alla distanza corretta.
L’immagine composta si può stampare e visualizzare con degli appositi visori, Brian May ne ha prodotto uno molto bello ma se ne trovano in rete tantissimi a prezzi molto contenuti. Oppure utilizzando un visore per smartphone, ma ci sono anche della App che inquadrando la foto con il telefonino la rendono visibile in 3D esaltandone i particolari. Consiglio di provare è una tecnica che dà molte soddisfazioni”.
Norberto Maccagno