La pensione è una scelta che si costruisce
Prima di diventare dipendente di un ospedale pubblico, sono stato titolare di convenzione di medicina generale (dal 1987 fino al 1991). Gli anni di quest’ultimo periodo possono essere utilizzati a fini pensionistici?
Lettera firmata
Gentile Collega,
certamente sì, perché la previdenza dell’Enpam si basa sul principio che i contributi versati sono sempre valorizzati. Su come possono essere messi a frutto si aprono diverse strade che potrai percorrere sulla base della tua convenienza.
Prima di tutto potresti considerare di lasciare le cose così come sono. Quel breve periodo sulla gestione della medicina generale non rappresenta un problema, perché non raggiungendo i requisiti minimi in termini di anni di versamenti per un’attività che è cessata (cioè meno di 15 anni), l’Enpam ti restituirà le somme con gli interessi (4,5% annuo), al netto di una quota di solidarietà (12%) che serve a finanziare le pensioni di invalidità e quelle ai coniugi superstiti e agli orfani.
Così facendo quindi al momento del pensionamento avrai la pensione dall’Inps – non avrai problemi di requisiti vista la tua posizione stabile in ospedale dal ’91 – mentre l’Enpam ti pagherà la pensione di Quota A e di Quota B più l’assegno in capitale per i contributi versati come medico di medicina generale; la restituzione di questi ultimi va chiesta con un modulo specifico a 68 anni insieme alla pensione.
Oppure potresti valutare di ricongiungere i contributi della medicina generale all’Inps. La domanda non è vincolante e ti dà l’opportunità di soppesare costi e benefici di quest’operazione anche in considerazione del fatto che il periodo della medicina generale si andrebbe a collocare nella quota di pensione che l’Inps calcola con il retributivo.
Altra strada può essere il cumulo gratuito. In questo modo potrai giocarti un vantaggio nel caso ti servisse sull’anzianità, ma non sull’importo perché ciascun ente calcolerà la pensione secondo i propri criteri. In questo caso non avrai due assegni di pensione distinti, ma un’unica pensione versata dall’Inps anche per la parte che riguarda l’Enpam per cui l’ente pubblico farà da “intermediario”. L’assegno unico però sarà soggetto alle regole pubbliche che, ad esempio, riconoscono una percentuale inferiore in caso di reversibilità.
Il mio consiglio è di valutare queste opzioni per tempo per poterti costruire consapevolmente e con lungimiranza il futuro benessere finanziario tuo e della tua famiglia.
Alberto Oliveti
Presidente Fondazione Enpam