Chi me l’ha fatto fare di pagare
Siamo sicuri che siano fake news o che invece è la sacrosanta verità: quella di “un latrocinio legalizzato” che si ripete da tantissimi anni? Per essere chiaro, queste osservazioni provengono da un collega di 69 anni che ha lavorato per ben 42 anni in ospedale.
Innanzitutto sottolineo che ho dovuto, ripeto dovuto, pagare la Quota Enpam sin dal 1977 sino al febbraio 2019, anno in cui ho compiuto i 68 anni di età, per un totale di 42 anni. I contributi versati in questi anni da conti fatti risultano essere, 58mila euro tra Quota A e Quota B, da cui sottrarre l’irrisoria quota annuale dalla dichiarazione dei redditi.
Ebbene l’attuale pensione Enpam che percepisco è di 225,18 euro netti. Piccolo e veloce conto, per recuperare i 58 mila euro, dovrò vivere ancora altri 23 anni, quindi 69+23 = 92. Solo dopo questa data comincerò ad avere un introito positivo versatomi dall’Enpam.
Chiaramente lo auguro a tutti, compreso il sottoscritto, di arrivare a quell’età, ma nello stesso tempo mi chiedo: chi me l’ha fatto fare a pagare tutti quei soldi?
Antonio Filoni
Gentile Collega,
intanto, numeri alla mano, risulta che in 42 anni hai versato all’Enpam 41mila euro circa di contributi tra Quota A e Quota B (non 58mila come scrivi). Forse nei tuoi calcoli hai sommato le quote di iscrizione all’Ordine, che però non hanno nulla a che vedere con la pensione.
Facendo una media (la Quota A come sai si paga per intero dopo i 40 anni) hai versato all’Enpam 976 euro all’anno di contributi, che oggi ti rendono una pensione di 5.392 euro lordi. Questo vuol dire che in 7 anni e sei mesi dal pensionamento recupererai l’intera somma versata. Riprenderai quindi tutti i soldi a 75 anni e sei mesi, 16 anni prima dei tuoi calcoli, senza considerare l’eventuale reversibilità della tua pensione.
Per quanto riguarda la contribuzione, tieni presente che è obbligatoria per legge. Non perché esiste l’Enpam.
Facendo un esempio concreto, puoi considerare l’ultimo anno di dichiarazione del reddito libero professionale prima del tuo pensionamento. Se non fosse esistita l’Enpam avresti comunque avuto l’obbligo di versare i contributi (in questo caso alla Gestione separata Inps), pagando però circa 700 euro in più di quello che invece hai accantonato presso la Fondazione. Inoltre non avresti avuto tutte le garanzie che invece la Quota A ti dà: un’assicurazione interamente gratuita in caso di perdita di autosufficienza con un assegno mensile di 1200 euro esentasse, i sussidi per danni subiti a causa di calamità naturali, gli aiuti economici in caso di disagio, o per l’assistenza domiciliare, solo per citarne alcuni.
Alberto Oliveti
Presidente Fondazione Enpam