Professioni: Cassa Ragionieri, in pensione con 800 euro. Audizione Pagliuca, per colleghi con retributivo circa 3.500

(ANSA) – ROMA, 2 OTT – I ragionieri versano un contributo previdenziale ”del 15% con tendenza a crescere. E, se e quando andremo in pensione, lo faremo con un assegno di 800 euro. I colleghi che hanno destinato, col sistema retributivo, circa l’8%, l’altro anno hanno invece chiuso l’attivita’ con almeno 3.500 euro mensili”.

A sostenerlo Luigi Pagliuca, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri, nel corso di un’audizione oggi in Commissione bicamerale di controllo sugli enti previdenziali.

Eppure, ha aggiunto Pagliuca, la Cassazione, con una recente sentenza, “ha dato maggior peso ai diritti acquisiti, che a quelli sostenibili”, ponendo un freno alla riduzione delle prestazioni calcolate con il piu’ generoso metodo retributivo. Quando infatti si calcolava l’assegno col meccanismo retributivo (sulla media della rivalutazione dei redditi), “era facile – ha spiegato il presidente della Cassa dei ragionieri – poter mantenere con 4 lavoratori attivi il singolo pensionato, oggi che i lavoratori attivi sono 2 ed il pensionato e’ uno solo, o bisogna dimezzare le pensioni, o
raddoppiare i contributi”.
Il pronunciamento della Suprema Corte (17892/2014), disconoscendo una norma della Legge di Stabilita’ sulla possibilita’ degli enti di intervenire sulle prestazioni aggirando il principio del “pro-rata” (quanto maturato dall’iscritto), secondo il numero uno della Cassa “non crea problemi solo al nostro istituto, che ha una crescita ridotta di iscrizioni, ma a breve riguardera’ l’intero sistema previdenziale privato. Siamo il laboratorio di quel che potrebbe succedere a livello nazionale, se non si cambia orientamento”, ha sottolineato, dinanzi alla Commissione.

Nel corso dell’audizione presso la Bicamerale di controllo sugli enti previdenziali, presieduta da Lello Di Gioia, i vertici della Cassa dei ragionieri, il presidente Luigi Pagliuca e il direttore generale Angelo Di Piazza, hanno dichiarato che l’istituto previdenziale ha deciso di “non affidare piu’ la gestione degli investimenti a soggetti autonomi”, perche’ “stiamo adottando un disciplinare in materia, che sottoporremo presto all’attenzione dei Ministeri vigilanti.

Sara’ una novita’ nel mondo delle Casse, che ricalca quanto stabilito dal decreto ministeriale 03/96 su fondi della previdenza complementare, ma – hanno concluso – con limiti ancora piu’ stretti di quelli previsti”.

(ANSA). Y50 02-OTT-14 16:04