Wearable, anche i medici diventano inventori

In futuro potrebbe chiamarsi PocketDoctor o DoctorOrwell per gli amanti delle suggestioni letterarie. Per ora il dispositivo medico indossabile e potenzialmente tuttofare progettato da Mario Salerno è identificato dalle coordinate di un brevetto europeo.

Il 78 enne camice bianco di Palermo, una volta lasciato l’ospedale Vittorio Emanuele di Catania e conclusa l’attività di medico di medicina generale, ha deciso di prendere con sé il proprio bagaglio professionale e investirlo nel campo degli inventori.

L’impresa messa a fuoco nel 2011 e sviluppata con una consulenza multidisciplinare è quella di creare un dispositivo indossabile (wearable device) differente da quelli concepiti finora. Professionale per la sfera medica, ma soprattutto pensato da medici, per i medici.

“Le varie criticità riscontrate nella professione mi hanno spinto a progettare un dispositivo in grado di rilevare e trasmettere dati medici pluriparametrici, con la possibilità di intervenire da remoto”, spiega al Giornale della previdenza il camice bianco specialista in anestesia e rianimazione, malattie del sangue, del ricambio e dell’apparato digerente.

Il concentrato di tecnologia indossabile nel suo primo concept si presenta come una collana, che arriva a toccare e sondare collo e plesso solare. Una volta sviluppato “potrà rilevare sia parametri momentanei che rivelare la storia del paziente.

È progettato per monitorale con il semplice contatto, in maniera non invasiva, la pressione arteriosa, frequenza cardiaca, temperatura cutanea, saturazione dell’ossigeno.

Implementato da un software, potrebbe effettuare esami come elettrocardiogramma, ecocardiografia, ecocolordoppler dei tronchi sovraortici o avere le funzioni di pacemaker transcutaneo temporaneo e defibrillatore da remoto”.

Insomma, uno strumento a metà strada tra un panottico formato camice bianco e un dispositivo made in Silicon Valley, con la possibilità di poter contattare costantemente il proprio medico, sia che ci si trovi su una nave da crociera che in cima ad una montagna.

Una soluzione che l’inventore riassume con la formula “Dove sei, il tuo medico è accanto te” e si propone in primo luogo come strumento per aiutare i medici a mettere a fuoco le criticità in tempi rapidi.

“Il 118 – assicura il medico-inventore – sarà in grado di comunicare da subito all’ospedale la situazione puntuale del paziente in arrivo e fornire anche un ‘fascicolo sanitario’ con tutta la sua storia clinica. Ma sarà valido anche per il monitoraggio a distanza di pazienti cronici o post-operatori”.

Il prossimo, determinante passo per Salerno sarà trovare uno sviluppatore che metta la sua idea sul banco di prova e al vaglio del mercato.

E soprattutto metta a punto un primo prototipo che possa coniugarsi con applicazioni di intelligenza artificiale – per permettere anche la formulazione di diagnosi automatizzate – e sia pronto per cogliere le opportunità dell’era del 5G.

“Se riuscirò con il mio dispositivo – conclude Salerno – ad aiutare anche un solo paziente, a fornire un supporto nelle situazioni critiche dove l’informazione è fondamentale per prendere la giusta decisione che separa la vita dalla morte, avrò raggiunto il mio obiettivo, prima di medico e poi di inventore”.

Antioco Fois