Vent’anni di missioni

L’avventura delle postazioni informative Enpam dura da due decenni. Tappe in tutta Italia per dare consulenza previdenziale agli iscritti

Ottobre 1998. In una sala del Jolly Hotel di Roma irrompe il segretario del sindacato Sumai Benito Meledandri. “Venne di persona a richiamare i medici per farli ritornare ai lavori del congresso”, ricorda Mauro Mennuti, funzionario dell’Enpam.

L’aneddoto risale alla prima postazione informativa organizzata dall’ente. Con un voluminoso computer portato dall’ufficio, un modem e una linea telefonica analogica, fu realizzato il primo collegamento esterno agli archivi informatici della Fondazione.

Chi era presente racconta che fu una sorpresa per tutti. Tanti i medici incuriositi dalla possibilità, mai sperimentata prima di allora, di poter conoscere in diretta l’importo della propria pensione futura.

In vent’anni di missioni di acqua sotto i ponti ne è passata. “All’inizio il computer consentiva solo di stampare l’estratto conto del singolo medico ma poi bisognava ricavare i redditi percepiti in ogni singolo anno, calcolare le rivalutazioni e infine applicare i coefficienti di rendimento in vigore nei diversi periodi.

Solo alla fine si poteva fare un’ipotesi di pensione, con la calcolatrice”, spiega Franco Andreozzi, oggi dirigente.

“Ben presto abbiamo cominciato a impostare delle formule su Excel per velocizzare il lavoro – ricorda il direttore della previdenza Vittorio Pulci –, innovando anno dopo anno fino ad arrivare all’automatizzazione attuale.

Oggi le procedure informatiche consentono di conoscere in tempo reale l’importo della maggior parte delle pensioni di vecchiaia”.

In pochi anni le missioni sul territorio sono diventate un impegno sempre più costante e serrato. Basti pensare che nel 2003 gli appuntamenti in giro per l’Italia furono 27 per diventare 48 nel 2013, l’anno in cui è entrata in vigore la riforma delle pensioni.

Nel 2017 i medici e gli odontoiatri serviti alle postazioni Enpam sono stati oltre 2mila, ma quest’anno si preventiva già che questa soglia verrà superata.

Oggi, grazie agli automatismi, il tempo è dedicato soprattutto alla consulenza. I funzionari Enpam entrano in campo per determinare quando l’iscritto maturerà il requisito per andare in pensione, nel caso volesse andarci in anticipo, e consigliarlo affinché possa fare scelte oculate.

Le domande sono diventate sempre più articolate e mirano a valutare le conseguenze degli istituti più nuovi come cumulo e totalizzazione, oltre che di quelli tradizionali, come riscatti e ricongiunzioni.

“Nel corso di una consulenza personalizzata è possibile anche dare un’idea di massima sull’eventuale costo di un riscatto”, racconta Laura Battistini. Un’opportunità che viene valutata sia per aumentare l’importo della pensione sia per poterci andare qualche anno prima del tempo.

Insomma, se agli albori le domande riguardavano solo il quanto, adesso i medici vogliono sapere il quando, come e a che costo.

“Prima una delle domande più frequenti riguardava la possibilità di rimanere al lavoro anche oltre i 70 anni – racconta un dipendente Enpam abituato al contatto con gli iscritti –. Oggi sono sempre di più i medici che manifestano stanchezza e frustrazione. Hanno perso la passione, vogliono smettere il prima possibile”.

Così la consulenza diventa occasione di sfogo, e qualche volta di ricarica emotiva: “Li incoraggiamo, e alcuni ci ripensano”. Vent’anni di missioni, vent’anni di entuasiamo.

(Gabriele Discepoli)