Specialisti ambulatoriali a rischio

Nei prossimi cinque anni rischiano di mancare all’appello circa 4mila specialisti ambulatoriali del Servizio sanitario nazionale. La stima arriva da una ricerca dell’università Ca’ Foscari

Specialistica ambulatoriale a rischio, secondo una ricerca realizzata dalla Fondazione Università Ca’ Foscari in collaborazione con il Sumai-Assoprof. I fattori responsabili della diminuzione (meno 4mila specialisti nell’arco di cinque anni) sarebbero il massiccio pensionamento degli ultra sessantenni previsto, unito al fatto che in metà delle regioni italiane è in atto il blocco del turnover e tra i giovani il precariato è galoppante.

La ricerca, presentata nel corso del 47° congresso Sumai, che si è tenuto a Perugia, ha scattato la fotografia di una professione che sta vivendo sulla propria pelle il serio problema del mancato ricambio generazionale con il rischio che a pagarne le conseguenze siano prima di tutto i cittadini.

L’indagine è stata condotta su un campione di 2mila specialisti dei 17mila totali. Quasi il 40 per cento ha un’età compresa fra i 41 e i 45 anni, il restante più di 55.

La quasi totalità degli intervistati lavora esclusivamente per una (o più) azienda sanitaria/ospedaliera.

Inoltre il 65 per cento degli specialisti ambulatoriali lavora come interno da più di dieci anni, il 21 per cento da cinque a dieci anni e il 14 per cento da meno di cinque anni. Per questo il rischio di ‘desertificazione’ riguarderebbe gli ambulatori pubblici di specialistica. ■

(l.p.)

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