Social impact bond per creare nuovi medici

Gli strumenti di finanza sociale potrebbero essere usati per pagare la formazione dei prossimi medici di famiglia. Ecco come

Finanziare le borse di studio in medicina generale con i Social investment bond (Sib) si può fare, basta definirne bene gli obiettivi e monitorare effetti e risparmio, dicono gli esperti. Il settore sanitario è fra quelli che possono beneficiare maggiormente degli strumenti di finanza sociale e quello della formazione dei medici potrebbe diventare un caso di successo, seguendo però dei parametri specifici. Nell’analisi di questa possibilità, partiamo dalla definizione dell’investimento.

COME FUNZIONANO

Si tratta di una forma di ‘pagamento per risultati’ che si concentra sugli investimenti sociali. Questi ultimi vengono finanziati direttamente sul mercato dei capitali e vanno così a coprire le richieste derivanti dai tagli ai budget pubblici. Per ‘investimento sociale’ si intende un investimento finanziario in un’iniziativa che garantisca un ritorno economico all’investitore e allo stesso tempo produca servizi di welfare pubblico. Questi strumenti implicano un accordo tra i vari stakeholder: il Governo (o un ente pubblico), il fornitore del servizio e l’investitore.

Il rimborso del capitale all’investitore viene pagato con i risparmi che derivano dal conseguimento dei risultati. Il successo di un Sib sta nel suo impatto sociale, anche se misurarlo è forse la parte più difficile dell’operazione.

 

MISURARE I RISULTATI

Proprio quello delle misurazioni potrebbe essere uno dei problemi da affrontare per utilizzare questo strumento per sovvenzionare le borse di studio per la formazione dei medici di famiglia (ipotesi lanciata dal presidente dell’Enpam Alberto Oliveti dopo un incontro tenutosi nell’estate con la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli).

“Il campo sanitario ben si presta all’utilizzo dei social investment bond, ci sono già dei programmi ben identificabili, ma bisogna avere chiaro l’obiettivo che si vuole raggiungere”. A dirlo è Mario La Torre professore dell’Università Sapienza di Roma che spiega come la difficoltà dei programmi di finanza sociale sia quella della misurazione degli impatti, ma anche che specialmente in questo caso, può essere risolta stabilendo con precisione i parametri da utilizzare per il monitoraggio dell’investimento.

Ad esempio, “un medico più formato può intervenire prima e abbassare i costi sanitari questa però è un’impostazione di tipo generico, servono parametri specifici come il numero di farmaci prescritti inutilmente o gli assistiti che non sono stati curati bene”, ha continuato citando i fattori che potrebbero essere ridotti con una maggiore formazione dei medici e quindi portare un risparmio con cui ricompensare gli investitori. “Utilizzare i Sib in questo settore può essere utile, l’essenziale è capire quali sono gli obiettivi che si vogliono realizzare”, ha aggiunto.

ESEMPI

In campo sanitario, sono diversi gli esempi di utilizzo della finanza sociale. “Quelli più noti fanno riferimento ad alcune malattie, ad esempio il diabete”, ha ricordato La Torre spiegando che in questi casi il principio alla base dei Sib “è che se si riescono a implementare dei programmi – soprattutto a livello preventivo e poi anche di cure – con cui si riduce l’impatto di una patologia, il costo sociale della spesa pubblica legata a queste malattie si riduce e quindi con quel risparmio vengono remunerati gli investitori”.

Alla fine dei conti, così sono tutti contenti: “L’amministrazione ha un risparmio di spesa, una parte di quel risparmio serve a remunerare gli investitori, e così si raggiunge sia l’impatto sociale (in termini di salute della popolazione) che quello economico per l’amministrazione e gli investitori”, conclude La Torre.

Un altro operatore del settore fa notare che una dinamica da non sottovalutare è anche quella del tempo. Per gli investitori è infatti fondamentale che ci sia un ritorno in termini economici al massimo nell’arco di 3-5 anni e che questo tipo di progetti di formazione difficilmente potrebbe rientrare in un periodo di tempo così ristretto.

La finanza a impatto sociale potrebbe funzionare in ambito sanitario, per esempio nella ricerca su farmaci particolarmente costosi per le casse dello Stato (es: cura per epatite C), immagina Filippo Addarii, co-fondatore della società PlusValue. Secondo Addarii però un un Sib dedicato alla formazione di medici di medicina generale in sé sarebbe un’iniziativa “molto nobile, filantropica, che creerebbe sicuramente un impatto positivo, ma non genererebbe un meccanismo finanziario perché manca una correlazione chiara e diretta tra risparmio e ripagamento dell’investitore”. L’esperto cita allora dei possibili utilizzi alternativi su progetti in grado di ridurre i costi della lungo degenza negli ospedali e dell’affollamento delle strutture di pronto soccorso. Insomma una misurazione basata non tanto sul numero di medici formati ma sull’impatto del loro lavoro.

Maria Chiara Furlò

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