Scongiurato l’aumento della doppia tassazione

Il Senato mantiene al 20 per cento la tassazione sulle rendite finanziarie delle Casse di previdenza. L’incremento al 26 per cento avrebbe penalizzato le pensioni di due milioni di professionisti.

Altrove quest’imposta è pari a zero, in Italia invece rischiava di salire fino al 26 per cento. Il Senato ha però sterilizzato la tassazione sulle rendite finanziarie per le Casse di previdenza lasciandola al 20 per cento.

La battaglia, promossa dall’Adepp, l’associazione degli enti privati di cui l’Enpam fa parte, è andata a buon  fine grazie a un emendamento dei relatori Cecilia Guerra (Pd) e Antonio D’Alì (Ncd).

“È un primo passo positivo e doveroso verso i professionisti italiani,” ha dichiarato il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti. “Altrove in Europa la tassazione sulle rendite finanziarie degli enti di previdenza è pari a  zero. Ciò significa che i professionisti stranieri hanno un vantaggio sugli italiani che, per potersi conquistare una pensione dignitosa, sono costretti ad alzare le parcelle. Per sostenere la competitività dei professionisti in Europa occorre avere coraggio eliminando questa tassazione che penalizza gli italiani”.

“Piuttosto, con i loro investimenti in Italia, gli enti di previdenza potrebbero sostenere il sistema Paese e creare un effetto volano sul lavoro e un ritorno fiscale ben superiore alle tasse che si andrebbero a togliere”.

Per compensare il mancato aumento per gli enti di previdenza obbligatoria, salirà dello 0,5 per cento l’imposta sostitutiva a carico dei fondi pensione complementari, che raggiungerà gli 11,5 punti percentuali.