Previdenza a sostegno della professione

di Alberto Oliveti, Presidente della Fondazione Enpam

Tutelare il rischio salute degli iscritti è fondamentale per sostenere la professione. Dopo aver consolidato le fondamenta del nostro sistema pensionistico, garantendone la sostenibilità con riforme importanti, oggi arriviamo al traguardo di aver reso un diritto previdenziale (cioè per tutti) l’indennizzo delle assenze lunghe per infortuni o malattie.

Sono sempre stato convinto che la previdenza non debba interessarsi soltanto del periodo post-lavorativo, ma debba essere anche pro-lavorativa. In questo senso al medico, come all’odontoiatra, dobbiamo offrire un welfare che gli dia tranquillità durante la vita professionale.

Non a caso una delle prime iniziative adottate dal Consiglio di amministrazione durante questo mandato è stato coprire tutti i lavoratori con una polizza gratuita sulle cure di lungo periodo (Long term care).
Inoltre ci siamo fatti promotori di forme di sanità integrative del Ssn mettendole a disposizione di tutti i nostri iscritti. Abbiamo poi potenziato la protezione assicurativa per infortunio e malattia dei medici di medicina generale.

Adesso, con quest’ultima riforma portiamo sotto l’ombrello previdenziale anche l’inabilità temporanea dei liberi professionisti, dimezzando i tempi di carenza e raddoppiando gli aiuti possibili.

Tutto questo lo abbiamo fatto mantenendo altissima l’attenzione sulla fase post-lavorativa, intesa sia come quiescenza sia come impossibilità definitiva di lavorare.

Non è un caso che in parallelo alle tutele per chi lavora abbiamo ampliato la platea di coloro che possono accedere alle tutele assistenziali offerte tradizionalmente dall’Enpam, alzando i limiti di reddito per case di riposo e assistenza domiciliare e riconoscendo il peso vero dell’invalidità nel bilancio familiare.

Accanto al welfare della tranquillità abbiamo anche sviluppato un welfare che consenta agli iscritti di cogliere le opportunità che si presentano durante la vita professionale.

In questo senso vanno inquadrati gli sforzi per facilitare l’accesso al credito: all’iscritto diamo la tranquillità di potersi comprare la casa, ma anche l’opportunità di accendere un mutuo per farsi un proprio studio
professionale. Anche questo è essere pro-lavorativi.

Come lo è attivarsi – cosa che faremo – per facilitare i professionisti nell’acquisire e migliorare le abilità trasversali necessarie per competere in un mondo senza più frontiere e sempre più caratterizzato dal lavoro delle macchine e dell’intelligenza artificiale.

Una previdenza pro-lavorativa è infine quella che accorcia gli anelli della catena generazionale. Per questo abbiamo inserito gli studenti, facendoli iscrivere già dal 5° anno di università e offrendo loro la tranquillità delle nostre tutele, a partire da quelle per la maternità, con la possibilità di aumentare l’anzianità contributiva, come se riscattassero due anni di laurea al costo di 113 euro l’anno.

All’orizzonte c’è poi la concretizzazione dell’App, l’anticipazione della prestazione pensionistica che permetterà ai convenzionati più anziani di avviarsi verso la pensione in maniera morbida, dando però ai giovani l’opportunità di inserirsi da subito a pieno titolo nel mondo del lavoro.

Ecco il nostro sostegno alla professione.