Oliveti: Vogliamo investire in Italia, ma in autonomia

“L’Enpam vuole investire nelle infrastrutture del Paese, abbiamo tutto l’interesse perché qui hanno origine i nostri contributi da lavoro. Però vogliamo farlo in autonomia e nel rispetto delle prerogative nostre e delle nostre platee”. Lo ha detto il presidente dell’Adepp Alberto Oliveti, all’incontro organizzato l’8 marzo a Roma dalla Febaf, Federazione banche, assicurazione e finanza presieduta da Luigi Abete.

All’evento erano presenti anche Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del ministero dell’Economia e delle Finanze e Stefano Firpo, dirigente generale per la politica industriale del Mise. Pagani ha rivendicato i risultati raggiunti negli ultimi tre anni dal governo grazie al mix congiunto a base di politiche di bilancio, riforme strutturali e miglioramento del business environment, sottolineando in particolare l’azione svolta per spingere l’imprenditoria verso il mercato dei capitali. Firpo ha ribadito il ruolo fondamentale degli investimenti per il rilancio dell’economia italiana, sottolineando l’esigenza ineludibile di creare un ponte forte tra finanza e impresa.

Oliveti da parte sua ha espresso apprezzamento per lo sgravio del 5 per cento sugli investimenti previsti nell’ultima legge di Bilancio, sottolineando il valore aggiunto alle politiche di investimento nazionali dato dall’autonomia gestionale delle Casse.

“Crediamo sia importante – ha detto Oliveti – cogliere la specificità di composizione delle Casse. Faccio un esempio banale: la cassa dei biologi, fatta soprattutto di biologhe, donne, sotto i 40 anni, credo che debba avere dei profili e delle aspettative di investimento diverse rispetto a una cassa magari fatta da maschi più vicini ai 60 che ai 50. Caratteristiche e tipologie di composizione della platea delle Casse che dovrebbero permettere e giustificare politiche di investimento adattate alle esigenze attuali e future di quella composizione”.

Oliveti ha fatto riferimento in particolare all’atteso decreto sugli investimenti. “Alcuni principi portati in esso non ci convincono molto – ha detto il presidente dell’Adepp – . Primo perché è un decreto in cui in alcuni passaggi si parla di limiti, di tetti di divieti e crediamo sia ormai una di evidenza comune che bisogna cavalcare le opportunità, valutare che ci siano gli assett corretti, che ci sia una gestione del rischio corretta e che ci siano i presupposti per poter effettuare gli investimenti, ma non delle limitazioni. Abbiamo un codice di autoregolamentazione e siamo vigilati dai ministeri. Il codice degli appalti ingesserebbe il sistema”.