Nubifragio nel cosentino – Il racconto dei colleghi “Abbiamo rischiato la tragedia”

Una bomba d’acqua che dalla collina si è riversata su Rossano e Corigliano, travolgendo tutto quel che incontrava sulla sua strada

Eugenio Corcioni, presidente dell’Ordine di Cosenza, racconta quanto sucrossanocesso tra la notte e la mattinata del 12 agosto, quando un violento nubifragio si è abbattuto sui due comuni calabresi. “Una muraglia d’acqua, fango e detriti ha sommerso strade e case provocando parecchi danni, specie nelle frazioni dello scalo e marine, anche a studi e abitazioni di colleghi”.

Poche ore dopo il presidente dell’Ordine si era già attivato per raccogliere le richieste di assistenza di medici e dentisti dei comuni dello Jonio cosentino, a cui il 27 agosto scorso è stato riconosciuto lo stato di emergenza. “Dopo un’intera notte di pioggia – racconta Alfonso Reale, 67 anni di Corigliano Calabro, medico di medicina generale – ho cercato di raggiungere lo studio in mattinata, ma non mi è stato possibile. Se mi fossi messo in auto, avrei rischiato d’essere trascinato via. Il giorno seguente ho trovato la serranda piegata dalle acque e il meccanismo elettrico danneggiato. Dentro una marea di fango che non si riusciva neppure a camminare. Abbiamo lavorato tutto il giorno e solo a mezzanotte, grazie all’aiuto di alcuni volontari parenti e amici, siamo riusciti a liberare i locali. Per renderli agibili sono poi serviti altri due giorni”.

20150814_162842“Ho avuto danni sia alla casa che allo studio – racconta Giulio Aleotti, 38 anni, dentista – . Mi sono trovato l’abitazione sommersa da 70 centimetri d’acqua: dalla cucina al soggiorno fino alla camera da letto, è andato tutto danneggiato, abbiamo buttato via tutto. Ora siamo costretti a prendere una casa in affitto in centro, per necessità ma anche per evitare di vivere con il patema: ho una bambina di appena otto mesi e lo spavento è stato grande. Anche lo studio è stato allagato. Per fortuna la solidarietà delle persone è stata meravigliosa: dai vicini ai villeggianti, tutti i cittadini ci sono stati di grande aiuto”.

Anche Pietro nunzio Aquilino, 57 anni, medico di medicina generale, e la moglie Ermelinda Antonietta Marino, 57 anni, pediatra, hanno subito danni pur riuscendo a limitare i disagi per i pazienti. “Lo studio di mia moglie è stato invaso dall’acqua alta – racconta Aquilino – . Per non costringerla ad interrompere l’attività l’ho ospitata nel mio, fortunatamente risparmiato dal nubifragio”. “Abbiamo rischiato la tragedia – racconta Anna Maria Teresa Di Leo, 55 anni, ginecologa all’Ospedale di Rossano – . La tavernetta del seminterrato, dove ospitavo una collega con la figlia, in meno di mezz’ora è stata sommersa da un metro e trenta d’acqua. Fosse successo durante la notte non so come sarebbe finita. Ora le mura sono danneggiate, mobili ed elettrodomestici sono da buttare. L’unica nota positiva sono quegli ‘angeli’, compagni di scuola dei nostri figli o volontari, che hanno lavorato tutto il giorno per spalare il fango”.

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Marco Fantini

@FondazioneEnpam