Niente più incarichi dopo la pensione

Per i pensionati incarichi di consulenza o dirigenziali in ambito pubblico esclusivamente a titolo gratuito. Lo prevede il decreto di riforma della pubblica amministrazione. L’impatto delle norme sui medici

ridottiIl decreto legge sulla riforma della pubblica amministrazione ha introdotto il divieto per i pensionati di avere incarichi di consulenza, dirigenziali o di vertice in qualsiasi pubblica amministrazione, sia che la pensione sia pubblica sia privata.
A prevederlo è il decreto legge n. 90 del 2014. Il divieto entrerà in vigore soltanto a partire dai prossimi rinnovi degli incarichi e di conseguenza tutti coloro che attualmente ricoprono queste posizioni rimarranno al loro posto.

Sarà ancora possibile affidarsi a pensionati nel caso i lavori vengano assegnati a titolo gratuito.

Michele Poerio, presidente della Federazione sanitari pensionati e vedove (Federspev), sottolinea che si tratta di un decreto legge e pertanto si potranno verificare profondi mutamenti durante la sua conversione definitiva. “In materia previdenziale – aggiunge Poerio – il decreto prevede all’art.1 l’abolizione dei trattenimenti in servizio in essere, a partire dal 31 ottobre 2014, dei dipendenti pubblici che hanno maturato i requisiti per la pensione. Per salvaguardare l’operatività della giustizia e della difesa è previsto che tali trattenimenti per i magistrati, gli avvocati dello Stato e i militari cesseranno al massimo entro il 31 dicembre 2015. Perché – si chiede il presidente della Federspev – non anche per i medici al fine di salvaguardare l’operatività delle strutture sanitarie già in grave carenza organica?”.

Il divieto entrerà in vigore soltanto a partire dai prossimi rinnovi degli incarichi

“Il decreto – dice il vice segretario nazionale Anaao Assomed Giorgio Cavallero – produrrà certamente un notevole ricambio generazionale negli organi di vertice di aziende sanitarie (non rinnovabili se pensionati direttori generali, sanitari ed amministrativi) nonché in numerosi consigli d’amministrazione. Come tutte le norme generate con la logica dei tagli lineari nel contesto di una legislazione per decreto, la norma mette sullo stesso piano incarichi apicali e attività marginali: non è infatti previsto alcun limite di emolumento e neppure di reddito del pensionato. Per esempio – specifica Cavallero – un pensionato che è andato in pensione solo presso il fondo generale Enpam, percependo magari una pensione di 200 euro al mese, risulta interdetto da qualunque attività lavorativa retribuita con enti, anche se marginale. Infine non è prevista alcuna limitazione per le attività nel privato accreditato”.

Positivo invece il commento di FederSpecializzandi: “Il decreto sulla pubblica amministrazione fornisce alcune iniziali risposte all’emergenza occupazionale dei giovani medici grazie alle misure volte al ricambio generazionale, alla flessibilità del turn-over, all’impossibilità per il personale in quiescenza di assumere incarichi retribuiti – dice il presidente Cristiano Alicino –. Tuttavia a nostro giudizio è necessario mettere in campo ulteriori risorse e strategie più coraggiose per favorire un reale ricambio del personale delle strutture sanitarie e fornire una risposta risolutiva”.

(di Carlo Ciocci)