Medicina, i conti non tornano

Confermate le anticipazioni del Giornale della Previdenza: lo scorso anno in diversi atenei non sono stati assegnati interamente i posti disponibili. E per l’anno accademico alle porte il ministero rivede al ribasso il numero chiuso, mentre aumenta leggermente quello per Odontoiatria.

medicina aperturaIscrizioni ai corsi di laurea in Medicina chiuse a febbraio su indicazione del ministero, nonostante ci fossero ancora posti disponibili e candidati in attesa, sentenze del Consiglio di Stato arrivate quando le lezioni erano ormai finite. È questo l’intricato quadro nel quale si sono ritrovati undici atenei italiani, e che
conferma l’esistenza di un disallineamento, evidenziato dall’inchiesta pubblicata sullo scorso numero del Giornale della Previdenza, tra posti coperti e messi a bando.

Le cause
Il meccanismo di selezione prevede che in base al risultato del test di ingresso i candidati ai posti di Medicina indichino la sede preferita, dove sosterranno la prova, e una lista di atenei in ordine di preferenza nel caso in cui non riuscissero ad accedere nell’università indicata come prima scelta. Dal momento della pubblicazione dei risultati, a ottobre, la graduatoria scorre di settimana in settimana in base alle decisioni dei candidati in tutta Italia, fino al momento
in cui il ministero dell’Università decreta lo stop alle iscrizioni. Lo scorso anno questa data è stata fissata al 10 febbraio, con una decisione che alcuni candidati in attesa hanno contestato e che il Consiglio di Stato ha considerato illegittima intimando alle undici università coinvolte (tra cui la Sapienza di Roma e la Statale di Milano) di riesaminare le domande di immatricolazione.

infografica posti bandoVasi non comunicanti
Un aspetto del ricorso riguarda i posti messi a bando per studenti provenienti da paesi extracomunitari: nel caso rimangano vacanti il ministero non li assegna ai residenti in Italia in lista d’attesa. Un’altra ragione, questa, per cui il Consiglio di Stato ha ordinato la riapertura delle graduatorie. Nel testo della sentenza infatti viene citata “l’asserita documentata esistenza di un totale di 792 posti liberi per l’anno accademico 2015/16”: i posti previsti per non comunitari non residenti erano 586, e di conseguenza se la cifra fosse esatta anche i 9.530 posti per studenti comunitari non sarebbero stati pienamente assegnati.
I dati raccolti dal Giornale della Previdenza direttamente presso le 41 università italiane e pubblicati sul numero 3/2016 rilevano in effetti come in nove casi gli stessi atenei abbiano comunicato di aver avuto un numero di iscritti inferiore a quello fissato dal bando.
(Medicina e Odontoiatria: i posti a bando nel 2016/2017 – clicca qui per l’infografica)

Prossimo anno
Per l’anno accademico che sta per iniziare il Miur ha messo a bando un numero di posti inferiore a quelli dell’anno scorso di circa 300 unità per Medicina, mentre per Odontoiatria si passa dai 792 posti dello scorso anno ai 908 per il prossimo. Lo scorso anno i candidati iscritti ai test di ammissione sono stati circa 64.500.

Camici bianchi, così si fissa il numero chiuso

L’accordo che determina il fabbisogno di camici bianchi per il Servizio sanitario nazionale è stato siglato lo scorso 9 giugno da Governo e Regioni. Con un documento di 21 pagine in cui viene descritto il modello utilizzato per arrivare alla definizione del numero, gli enti locali avevano chiesto di prevedere per il prossimo anno accademico 9.937 posti a Medicina e chirurgia e 947 a Odontoiatria. Il ministero invece aveva proposto rispettivamente 8.700 e 850 posti.
La forbice si è ristretta nelle ultime settimane: per Medicina si è arrivati alla cifra definitiva di 9.224 unità, mentre per Odontoiatria la disponibilità ha raggiunto i 908 posti.

Aggiornamenti e rettifiche

L’università di Chieti ha rettificato il dato sugli iscritti all’anno accademico 2015/16 che aveva precedentemente comunicato al Giornale della Previdenza. Nel 2015 gli immatricolati nell’ateneo abruzzese sono stati 181 su 180 posti disponibili mentre 122 erano i laureati nel 2015. “Sono state ricevute 1.280 domande nelle quali Chieti era indicata come sede di prima scelta – ha comunicato l’ateneo – da cui si evince che il corso di laurea in Medicina e chirurgia ha conservato l’attrattività e la reputazione costruite nel tempo”.
Per quanto riguarda invece l’università di Sassari, era stato erroneamente indicato un numero di laureati nel 2015 pari a zero, mentre la cifra effettiva era di 108. Ce ne scusiamo con gli interessati e i lettori. I dati corretti sono disponibili a questo link.