Maratoneta per passione

Catherine Bertone, pediatra ospedaliera, ha corso la maratona olimpica di Rio 2016. Un traguardo raggiunto a 44 anni grazie a costanza e dedizione, senza tralasciare il suo lavoro

Rio de Janeiro 14/08/2016 Olimpiadi Estive Rio2016,Olympics Game Rio 2016 Atletica, Nella foto: la maratona Femminile dei Giochi Olimpici di Rio 2016 - Foto di Giancarlo Colombo/A.G.Giancarlo Colombo - Vietato uso Pubblicitario

Catherine Bertone lavora come pediatra presso l’ospedale di Aosta, ha due figlie e una passione per la corsa. Lo scorso 14 agosto, all’età di 44 anni, Catherine ha corso e concluso la maratona alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, sebbene fino a un mese prima non fosse ancora certa della convocazione. Nelle cronache della XXXI edizione dei Giochi olimpici, la dottoressa Bertone è passata alla storia come 25esima classificata, risultato ottenuto con il tempo di 2 ore, 33 minuti e 29 secondi. “Sono riuscita ad arrivare in una posizione che mi ero prefissata. Capire all’ultimo chilometro di aver centrato l’obiettivo – dice la Bertone – è stato emozionante tanto quanto rendersi conto dopo metà gara che stavo correndo con le migliori al mondo”.

Niente lunghi ritiri di preparazione per la maratoneta-pediatra, che anzi ha smesso di lavorare solo venti giorni prima della gara olimpica. “La mia è stata una convocazione sofferta – ricorda – . Fino al 14 luglio non sapevo se avrei partecipato o no, motivo per cui ho lavorato fino al 26 luglio”. Quello che per un’atleta professionista sarebbe stato un problema insormontabile, a Catherine non ha procurato neanche un’esitazione. Cresciuta fin da piccola con la passione per la corsa e lo sport, oggi l’ha trasmessa anche alle sue figlie di 7 e 10 anni. E dopo l’esperienza olimpica, le bambine sono ancora più convinte di potere raggiungere gli stessi livelli della mamma: “Una di loro ha corso la sua prima maratona nella mia pancia”. Una famiglia di sportivi per cui vincere non è l’unico obiettivo: “Se va bene, bene; altrimenti andrà bene la prossima volta. Intanto ci siamo divertiti con gli amici”.

Dall’esperienza olimpica la Bertone ha riportato in Italia anche ricordi che non hanno a che fare con la competizione: “Mi sono divertita e mi ha arricchito molto il rapporto con le atlete degli altri Paesi all’interno del villaggio olimpico”. Per arrivare a conquistarsi una convocazione ai Giochi ci vuole impegno costante, ma il termine che ricorre di frequente nella conversazione con la pediatra valdostana è “compatibilmente”. “Mi alleno una volta al giorno compatibilmente con i turni. Da gennaio il mio primario mi aveva concesso di lavorare di pomeriggio e di notte, in modo da potermi allenare al mattino”. Ora sua figlia più grande ha cominciato le scuole medie e ha già chiesto alla madre di non fare troppe gare quest’autunno, per seguirla negli studi. Tutto si farà, compatibilmente.

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Laura Petri

@FondazioneEnpam