Lettere al Presidente: gli specializzandi vogliono l’Enpam

Sono un medico specializzando molto attento alla situazione previdenziale visto che sono anche iscritto al vostro Fondosanità. Vorrei poter avere un colloquio con voi per parlare di come poter fare, eventualmente, una class action e portare gli specializzandi ad essere esclusivamente iscritti all’Enpam e non pagare più alla Gestione separata dell’Inps. Sarebbe l’attuarsi, come voi sapete, dell’articolo 18, comma 12 del decreto legge n. 98 del 2011 (convertito nella legge n. 111/2011).

Penso che ora, con i nuovi cambi di governo e con la presenza di numerosi gruppi di aggregazione tra specializzandi e giovani medici, possa essere un momento idoneo per questa ‘ventata’ di cambiamenti. Penso, inoltre che, l’Enpam, che da sempre è stato uno dei pochi organi interessati al futuro dei giovani medici, possa interessarsi a questa questione visto anche il grande numero di specializzandi che potrebbero richiedere questo diritto e il riconoscimento del rispetto che meritano i medici in formazione specialistica

Giovanni Noia (Barletta-Andria-Trani)

 

Gentile collega,

ti ringrazio per la tua sollecitazione che mi impegno a non lasciare senza il giusto seguito.

L’anomalia della contribuzione degli specializzandi alla Gestione separata Inps è infatti una questione che sta molto a cuore all’Enpam.

La Fondazione ha intrapreso numerose battaglie percorrendo in questi anni tutti i canali istituzionali possibili per dare agli specializzandi un percorso previdenziale coerente con l’inquadramento normativo della professione medica e odontoiatrica.

Come tu stesso ricordi, la legge 111 del 2011 ha stabilito che sono tenuti all’iscrizione alla Gestione separata Inps solo i lavoratori che per esercitare la professione non debbano iscriversi ad albi specifici, con l’obbligo conseguente di versare agli enti previdenziali privati.

Proprio per superare il problema degli spezzoni contributivi che si è venuto a creare anche a seguito di queste incongruenze, la legge ha di recente introdotto la possibilità di cumulare gratuitamente i periodi maturati presso enti diversi.

Nonostante ciò il malcontento da parte dei colleghi specializzandi non è sopito, e la tua lettera lo testimonia.

Resta alta cioè l’attenzione su un punto centrale e cioè che negli anni della formazione specialistica sarebbe più logico per i medici avere come unico ente previdenziale di riferimento l’Enpam, a cui già versano i contributi di Quota A dal momento dell’iscrizione all’albo, oppure, facoltativamente, ancora prima, dal quinto o sesto anno di università.

In questo senso, la legge sul cumulo, intervenuta anche per mettere a posto questa stortura, sembra più il piano B di un percorso “accidentato”. Piuttosto che cercare soluzioni parziali ai problemi, sarebbe più opportuno ragionare in una logica di sistema.

Tra l’altro un’altra legge di oltre dieci anni fa ha messo nero su bianco, sempre riferendosi alla Gestione separata Inps, che “Il montante maturato è trasferito, a domanda dell’interessato, presso la gestione previdenziale nella quale sia o sia stato iscritto”. (articolo 1, comma 77 della Legge 247/2007).

Speriamo che la legislatura appena iniziata sia l’occasione buona per realizzare quanto già previsto.

Alberto Oliveti
Presidente Fondazione Enpam