“La sanità non può ridursi a commercio”

È l’invito di Papa Francesco ai partecipanti all’assemblea della Pontificia Accademia della vita

Un appello a tutti coloro che operano nel campo della salvaguardia della vita umana, affinché non antepongano mai l’interesse al rispetto dell’etica della vita. È questo in sintesi l’invito rivolto da Papa Francesco ai partecipanti all’assemblea plenaria della Pontificia Accademia della vita, in occasione dell’incontro del 3 marzo scorso. “Oggi – ha detto il Pontefice – sono molte le istituzioni impegnate nel servizio alla vita, a titolo di ricerca o di assistenza; esse promuovono non solo azioni buone, ma anche la passione per il bene. Ma ci sono anche tante strutture preoccupate più dell’interesse economico che del bene comune”. Il Papa ha quindi affrontato l’importanza del ruolo giocato dagli operatori della sanità. “Sono le virtù di chi opera nella promozione della vita, l’ultima garanzia che il bene verrà realmente rispettato […] i medici e tutti gli operatori sanitari non tralascino mai di coniugare scienza, tecnica e umanità […] e invito i direttori delle strutture sanitarie e di ricerca a far sì che i dipendenti considerino parte integrante del loro qualificato servizio anche il tratto umano”.

 

IL COMMENTO

Più valore alla persona e meno al denaro

renzoRimettere al centro la persona e il diritto costituzionale della salute e delle cure in sicurezza”. È l’appello con cui abbiamo recentemente invitato i colleghi a diffidare di coloro che vogliono piegare la professione agli interessi economici e dei ‘commercianti della salute’ che considerano le strutture sanitarie alla stregua di ‘pezzi’ di un mercato delle prestazioni o dei servizi. Le esortazioni del Santo Padre vanno accolte e applicate con senso etico e con responsabilità. L’ambito sanitario non può essere soggetto a logiche esclusive di mercato come l’ingresso dei grandi capitali finanziari non deve stravolgere i principi, lo spirito e il mandato umanitario. Detto in altre parole, i nuovi capitali non possono e non devono essere prevalenti sull’aspetto professionale. Da qui la richiesta giusta, che il controllo delle Società sia nelle mani di chi opera per promuovere la vita, come ultima garanzia che il bene verrà realmente rispettato. I recenti arresti nel mondo della sanità lombarda sono un’esemplificazione, certo da non generalizzare, di tutti quei casi, troppi, in cui a rimetterci è la salute del paziente. Alle nostre datate segnalazioni sui possibili rischi derivanti dall’ingresso di capitali nel sistema, si sono adesso aggiunte le denunce pubbliche più autorevoli del procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, che in occasione della sua audizione in 10a Commissione al Senato sul Ddl Concorrenza ha denunciato il rischio di infiltrazioni mafiose. La politica che in questi giorni si interroga sulla necessità di riscrivere le regole a favore di questo o di un altro interesse, dia ascolto al nostro appello e creda di più al valore della ‘persona’ e meno a quello del denaro.

Giuseppe Renzo*

*Presidente CAO

@FondazioneEnpam