La maratoneta di Mosca

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Emma Quaglia, atleta azzurra, parla di sé: dai successi dell’atletica alla passione per la medicina. Non dimenticando quando ha dovuto vestire i panni della paziente

Classificarsi sesti alla maratona che si corre ai mondiali di atletica è un tale sforzo che viene quasi da dire che sia più faticoso di prendersi una laurea. “In uno sport come questo – dice Emma Quaglia, 33 anni, medico e maratoneta – basta che vada di traverso un sorso d’acqua al ristoro e si mandano al diavolo i mesi di sacrifici fatti”.

Quaglia ha indossato la prima maglia azzurra nel 2003. Ha iniziato sulle distanze brevi: correva i 3 mila siepi dove ha vinto tre titoli italiani assoluti e stabilito il record italiano. A trenta anni, poi, è passata alla maratona: ne ha corse cinque con il miglior tempo personale di 2.28’,15’’ fatto registrare a Torino nel 2012 e il sesto posto a Mosca in occasione dei campionati del mondo che si sono svolti la scorsa estate.

La scorsa estate ai mondiali organizzati a Mosca ha sfiorato il podio piazzandosi sesta

Quando parla di sé non nasconde l’emozione per essersi imposta in competizioni tanto prestigiose, ma non dimentica che nel suo cuore c’è spazio abbastanza per ospitare anche un’altra passione: la medicina. L’atleta azzurra, infatti, si è laureata in medicina e specializzata in medicina dello sport presso l’università di Genova.

“E’ complesso portare avanti le carriere di sportivo e medico – dice –. Sicuramente ci vuole una forte dose di impegno, tenacia e perseveranza. Io ammiro i medici e spero di diventare un bravo medico mettendo in campo anche la mia esperienza di atleta”.

In questo periodo Emma Quaglia si sta allenando per la maratona che si correrà ad agosto, a Zurigo, in occasione degli europei. L’appuntamento è importante perché l’atleta viene dal sesto posto conquistato alla maratona di Mosca e un’altra affermazione significherebbe una bella riconferma.

“Il mondiale che ho corso l’estate passata è stato il momento più bello della mia carriera sportiva – dice -. Sono arrivata lì da outsider, ma grazie a una intelligente condotta di gara sono riuscita a recuperare ben 31 posizioni, senza mai essere sorpassata da nessuno”.

Ma non è tutto rose e fiori: nella vita di Emma Quaglia ci sono stati anche momenti che l’hanno costretta a tirare il freno a mano. All’età di 24 anni si è trovata a fare i conti con un problema alla tiroide: “Avevo 24 anni – racconta – correvo forte e studiavo. Era tutto a posto.

Da un momento all’altro ho preso la mononucleosi che mi ha latentizzato il morbo di Basedov e da lì un carcinoma della tiroide. Mi sono dovuta mettere a letto e ho fatto la malata per due anni. In questo arco di tempo, ovviamente, ho dovuto stare lontana dalle corse e dallo studio. Non sapevo neanche se sarei potuta tornata a correre”.

In attesa della maratona di Zurigo apprendiamo che la corsa e la medicina non sono più i soli interessi della dottoressa Quaglia: “Alla mia età mi viene anche di pensare di mettere su famiglia”.

(Carlo Ciocci)