Inps, disavanzo in continua crescita

Lo Stato continua ad andare in soccorso dell’istituto di previdenza, che nonostante un generoso sostegno alla spesa vede aumentare il proprio disavanzo fino alla soglia degli 8 miliardi di euro.

In pratica un terzo delle prestazioni erogate dall’Inps diventano un ulteriore peso sulle spalle e sulle tasche dei cittadini.

Il quadro emerge dal 18esimo rapporto annuale dell’Inps, relativo alla situazione 2018, che il presidente, Pasquale Tridico, ha presentato il 10 luglio alle Camere.

In merito alle condizioni economiche dell’Inps, pur affermando che nel suo complesso il sistema pensionistico appare solido, Tridico ha rilevato che i trasferimenti dello Stato all’istituto ammontano a circa 105 miliardi a fronte di una spesa totale di 318 miliardi di euro.

In termini pratici, l’istituto previdenziale per pareggiare il suo bilancio ha bisogno, ogni anno, di un contributo pubblico superiore a un terzo delle sue necessità

In termini pratici, l’istituto previdenziale per pareggiare il suo bilancio ha bisogno, ogni anno, di un contributo pubblico superiore a un terzo delle sue necessità. Contributo pubblico, ovviamente, proveniente dal sistema fiscale per cui i lavoratori e gli stessi pensionati, oltre a pagare e aver pagato i contributi previdenziali, devono intervenire con le proprie risorse fiscali a ripianare il costante disavanzo dell’ente.

Voragine da 8 miliardi

Come accennato, nonostante questa sostanziosa iniezione di fondi il disavanzo dell’Inps è pari a 7 miliardi 839 milioni euro nel 2018, in peggioramento di 855 milioni rispetto al 2017, quando il risultato economico d’esercizio si era attestato in ‘rosso’ per 6 miliardi 984 milioni.

La spesa pensionistica di competenza previdenziale, passa dal 12,13 per cento del Pil nel 2016 al 12,01 per cento del 2018. In generale, nel 2018, l’Inps ha visto un avanzo finanziario di competenza complessivo migliorato di 60.393 milioni rispetto al 2017 e un avanzo di amministrazione di 103.218 milioni, in crescita sul 2017.

Un dato, seppure di modesta positività, è rappresentato dall’incremento del patrimonio netto, che oltrepassa la soglia dei 47 milioni, in aumento di quasi 53 milioni, rispetto al 2017, quando era stato indicato in passivo di circa 6 milioni di euro.

Pensione ‘magra’ per un terzo degli italiani 

In Italia un pensionato su tre riceve meno di mille euro al mese. È uno dei dati significativi indicati nella relazione, relativi alle condizioni dei pensionati pubblici. Nel dettaglio, su una platea di 15.426.847 di pensionati, oltre 5,3 milioni percepiscono un assegno mensile lordo inferiore ai mille euro. E di questi, oltre 1,6 milioni ricevono una pensione inferiore ai 500 euro mensili.

Sulla spesa pensionistica del 2018 hanno influito le nuove pensioni accolte e liquidate, le ricostituzioni sulle pensioni vigenti, le pensioni eliminate e gli incrementi per perequazione automatica.

La ‘carta’ del fondo integrativo pubblico

Nel corso della propria relazione, il presidente dell’Inps ha proposto la costituzione di un fondo integrativo gestito dallo stesso istituto di previdenza. Tridico ha considerato il fatto che in Italia, a differenza di altri paesi, non sia presente una soluzione di previdenza complementare pubblica. Tale ‘vuoto’ potrebbe essere colmato attraverso la creazione di una forma complementare pubblica gestita dall’Inps, volontaria e alternativa alle forme complementari private, superando l’attuale residualità di partecipazione a FondInps.

Claudio Testuzza