In rosso il patrimonio dell’Inps

La Corte dei Conti nella relazione sulla gestione finanziaria 2015 dell’istituto previdenziale pubblico ha segnalato che il patrimonio dell’Inps, per la prima volta, va in rosso mostrando un disavanzo di ben un miliardo e 700 milioni di euro. Ma il deficit dell’istituto non è una evenienza improvvisa.

Da alcuni anni, in specie dal momento dell’inglobamento dell’Inpdap, il patrimonio si è sempre più assottigliato a causa del deficit del conto economico che, ovviamente, si è scaricato sul conto patrimoniale mandandolo in rosso.

La determinazione della Corte elenca i numeri chiave della gestione finanziaria 2015 dell’Inps. Lo scostamento tra i saldi finanziari e quelli economici è dovuto principalmente all’andamento dei residui attivi.

Il conto economico espone, al netto dell’accantonamento a riserva legale per 2,95 miliardi,un risultato di esercizio negativo per 16,3 miliardi (-12,48 miliardi nel 2014), condizionato da un accantonamento al fondo rischi crediti contributivi per 13,09 miliardi (4,97 miliardi nel 2014). In conseguenza di ciò, il patrimonio netto è pari a 5,87 miliardi, con un decremento sul 2014 di 12,54 miliardi.

A questo riguardo è da rilevare come, per effetto di un peggioramento dei risultati previsionali assestati del 2016 ,con un risultato economico negativo che si attesta su 7,65 miliardi, il patrimonio netto passi, in territorio negativo per 1,73 miliardi. Andando ancora oltre nel tempo e scontando il bilancio di previsione per il 2017, adottato dal presidente Boeri il 27 dicembre 2016, si mostra un risultato economico di esercizio negativo per 6,152 miliardi e un patrimonio netto che si attesta a meno 7,863 miliardi!

Nel periodo di riferimento 2015 le entrate contributive segnano un incremento di 3,32 miliardi sul precedente esercizio e risultano pari a 214,79 miliardi. La spesa per prestazioni istituzionali ammonta a 307,83 miliardi, con un incremento rispetto all’anno precedente di 4,43 miliardi dovuto principalmente all’aumento della spesa per pensioni ( +4,26 miliardi ), pari in valore assoluto a 273,07 miliardi.

Le pensioni vigenti sono oltre 21 milioni, di cui circa l’82 per cento previdenziali. Nel corso del 2015 sono state liquidate 671.934 nuove prestazioni previdenziali e 571.386 nuove prestazioni assistenziali, con un incremento rispettivamente dell’8,5 per cento e del 6,2 per cento rispetto al 2014.

La gestione finanziaria di competenza dell’Istituto si chiude, invece, con un avanzo di 1,43 miliardi, determinata dalla somma algebrica di un risultato di parte corrente negativo per 3,43 miliardi e di parte capitale positivo per 4,86 miliardi. Ma al risultato contribuisce l’apporto dello Stato a titolo di trasferimenti pari ad oltre 103,7 miliardi, in aumento sul precedente esercizio di circa 5,3 miliardi.

La Corte ricorda, infatti, che i numeri della gestione economico-patrimoniale e di quella finanziaria sono diversi per la diversa natura delle rilevazioni contabili, in particolare da riferire alle poste economiche che non danno luogo a movimentazioni finanziarie e in particolare agli accantonamenti al fondo di svalutazione dei crediti contributivi.

Quanto al governo dell’Ente, la Corte ribadisce “la necessità di una riforma della governance dell’Inps che parta dalla revisione di funzioni e compiti dei tre principali organi – di indirizzo e vigilanza, di rappresentanza legale dell’ente, di indirizzo politico-amministrativo – che, insieme al direttore generale, compongono quel particolare assetto duale disegnato dal legislatore per gli enti previdenziali pubblici”.

Il presidente dell’Inps, Tito Boeri è intervenuto minimizzando : “La Corte dei Conti non lancia alcun allarme. Si tratta di una mera questione contabile. Bisogna ricordare che Inps opera per conto dello Stato e il disavanzo deriva da ritardi nei trasferimenti dello Stato che vengono anticipati dall’Inps e poi ripianati di nuovo dallo Stato”.

Claudio Testuzza
@FondazioneEnpam

Nello stesso anno analizzato dalla Corte dei Conti (2015), l’Enpam invece ha registrato un avanzo di 1,046 miliardi di euro e un patrimonio in crescita di 17,2 miliardi di euro. Le riserve hanno raggiunto 12,8 volte il livello delle pensioni erogate nell’ultimo anno.

Nel 2016 il patrimonio Enpam, valutato secondo criteri di mercato, ha superato i 19 miliardi di euro.

 

ANSA martedì 21 febbraio 2017, 20.57.41

CIV BOCCIA BILANCIO PREVENTIVO INPS,’CARENZE RILEVANTI’

D.g. Di Michele, motivi strumentali. Poletti, nessun rischio

(ANSA) – ROMA, 21 FEB – Nuove fibrillazioni in casa Inps. Il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Istituto di previdenza non ha approvato il bilancio preventivo per il 2017, non rinvenendo l’attuazione degli indirizzi dati ed evidenziando “carenze di risposte” su punti “rilevanti”, come sui crediti contributivi ed il patrimonio immobiliare.

Dall’Istituto replica il direttore generale, Gabriella Di Michele, sostenendo che le motivazioni a supporto della bocciatura sono “strumentali” e, al contempo, assicura che non vi è alcun allarme: “Le prestazioni sono garantite” dallo Stato. Stessa rassicurazione arriva dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti: la decisione del Civ “non ha conseguenze sui cittadini che percepiscono la pensione. Non c’è alcun problema neanche sulla stabilità e sostenibilità del sistema previdenziale italiano”, per il quale dunque non sono necessari interventi, rimarca. Ora il bilancio dell’Inps, come prevede la legge, va all’esame dello stesso ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Che, come spiegato da Poletti, si metterà subito al lavoro “per raccogliere tutte le informazioni necessarie”.

A breve, inoltre, il governo avvierà il confronto con i sindacati sul tema della governance dell’Inps, sulla cui riforma Cgil, Cisl e Uil insistono da tempo, “da tre anni”. “Finalmente” il tema è all’ordine del giorno, commentano i leader sindacali, al termine dell’incontro con Poletti che ha portato alla definizione di un calendario dei prossimi appuntamenti, a partire dall’attuazione dell’Ape (l’Anticipo pensionistico, su cui il governo conferma l’impegno all’avvio puntuale da maggio) fissato per il primo marzo. E, poi, del confronto sulla cosiddetta fase due sulla previdenza (guardando ai giovani) e sul lavoro (dalle politiche attive agli ammortizzatori sociali).

I segretari generali Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo hanno, intanto, consegnato al ministro un documento unitario sulla previdenza ed in particolare sull’attuazione delle norme contenute nella legge di bilancio per il 2017 che recepiscono i contenuti del verbale siglato con il governo il 28 settembre scorso. Già nei giorni scorsi l’Inps era tornato al centro dell’attenzione, dopo la relazione della Corte dei Conti che certificava nel 2016 il patrimonio netto dell’Istituto, per la prima volta dalla sua nascita, in negativo per 1,73 miliardi di euro. Secondo le cifre contenute nella determinazione sul bilancio preventivo trasmessa al Civ per l’approvazione dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, a fine dicembre, il risultato economico di esercizio per il 2017 e’ atteso negativo per 6,1 miliardi e il disavanzo patrimoniale in rosso per 7,8 miliardi.

“Le motivazioni per il no” del Civ “mi sembrano strumentali. Noi applichiamo la legge”, ha detto Di Michele, sottolineando che la decisione di votare no potrebbe essere legata anche ad una “non coincidente opinione sulle modalità di gestione dell’ente pubblico” a partire dalla recente riorganizzazione. “Noi eroghiamo le prestazioni come prevede la legge – ha detto – queste restano garantite”. Inoltre, ha aggiunto la dg dell’Inps riferendosi in particolare alle motivazioni sui crediti, “negli ultimi anni il Civ ha sempre approvato il bilancio. Quest’anno i risultati delle entrate sono positivi e c’è un recupero crediti che aumenta del 6%”. (ANSA).