Il trasporto dei malati infettivi, un’impresa da Generale

È stato a capo del “Gruppo di Biocontenimento”, eccellenza dell’Aeronautica Militare deputata al trasporto sanitario aereo di pazienti altamente contagiosi, occupandosi anche dei due casi di italiani infettati dal virus Ebola.

Per il servizio svolto in questa attività, il Brigadiere Generale del Corpo sanitario dell’Aeronautica, Natale Ceccarelli, medico e da sempre grande appassionato di volo, è stato nominato Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal presidente Sergio Mattarella.

“L’ente che comandavo – racconta – si occupava del trasporto sanitario con mezzo aereo, sia dei militari, sia dei cittadini civili fuori dal territorio nazionale che avevano bisogno urgente di essere riportati in patria per motivi di salute”.

Questo tipo di trasporto degli ammalati prevede l’impiego di particolari sistemi d’isolamento avio-trasportabili e di personale altamente qualificato e addestrato. L’Aeronautica Militare ha sviluppato la capacità di evacuazione aero-medica sin dal 2005 ed è l’unica forza aerea europea, insieme alla Royal Air Force britannica, ad avere una competenza simile.

L’Aeronautica Militare ha sviluppato la capacità di evacuazione aero-medica sin dal 2005 ed è l’unica forza aerea europea, insieme alla Royal Air Force britannica, ad avere una competenza simile

Per evitare il rischio che il paziente possa infettare il mezzo e il personale di volo, spiega Ceccarelli “utilizziamo delle speciali barelle che garantiscono il trasporto in pieno isolamento del paziente”.

L’EMERGENZA EBOLA

Dopo una vita trascorsa a soccorrere i militari italiani inviati nei principali teatri di guerra, il Brigadiere medico ha diretto l’infermeria principale di Pratica di Mare a partire dal 2014, un periodo clou per l’epidemia di Ebola.

“Proprio allora, io e i miei sottoposti, abbiamo rimesso in piedi e reso efficiente il servizio di trasporto di biocontenimento. Abbiamo lavorato così bene che abbiamo ricevuto un plauso internazionale, anche del dipartimento di Stato americano secondo il quale in Europa siamo stati i migliori”.

Ceccarelli ricorda il lavoro effettuato per il trasporto, all’Ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma, del medico e dell’infermiere italiani – poi guariti – che avevano contratto il virus in Sierra Leone.  “Se avessimo commesso anche un solo un piccolo errore saremmo stati la chiave d’accesso dell’infezione in Italia e in Europa”.

Nella memoria del medico è rimasto un altro episodio, sempre risalente al 2014. “Su una nave militare, in Sicilia, ci fu un’ipotesi diagnostica di vaiolo delle scimmie per uno di quei poveri migranti che dall’Africa tentano di venire in Italia”.

In quel caso “insieme ad altri due colleghi abbiamo raggiunto l’imbarcazione in navigazione, prelevato il sangue e portato il paziente con urgenza a Roma grazie a una piccola barella di contenimento. Lì poi fortunatamente si è scoperto che la diagnosi era un’altra”.

Oggi il Gruppo di Biocontenimento di Pratica di Mare è un polo di eccellenza di livello internazionale, anche e soprattutto grazie al suo lavoro.

“Al mio arrivo, facemmo rimettere in uso tutte le barelle che non funzionavano bene: alcune sono state rifatte ex novo solo ed esclusivamente da ditte italiane che hanno poi cominciato a fornirle a tutto il mondo. Ora, ad esempio, anche in Giappone stanno facendo un contratto di acquisto per queste lettighe”.

Maria Chiara Furlò

 

 

 

 

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