L’inossidabile Boranga torna in campo a 75 anni

Lamberto Boranga, medico ed ex calciatore professionista, giocherà in terza categoria con la Marottese: “Non mi sono pentito di avere lasciato la Serie A per il camice”

Dice di avere attorno ai 50 anni e a quell’età sarebbe già un’impresa giocare un campionato di calcio. Quella dichiarata corrisponde tuttavia “all’età biologica”, come la chiama il medico e supersportivo folignate.

Lamberto Boranga all’anagrafe conta 75 anni di forma fisica, esperienza e forza di volontà, che gli sono valsi un contratto, appena firmato, per giocare come portiere nella Marottese, in terza categoria.

Un ingaggio di metà stagione per la formazione seconda in classifica, che punta a vincere il campionato marchigiano.

In attesa di capire se si tratti di un altro record mondiale collezionato, il professionista specializzato in medicina dello sport, interna e cardiologia, ha già contattato il suo preparatore per studiare un programma e trovare la condizione fisica adatta al ruolo.

Appena tornato dagli europei di atletica leggera master di Madrid, dove è arrivato primo nel salto in alto, è pronto per iniziare il nuovo percorso di allenamento. “Questa volta ho gareggiato solo per una disciplina – spiega al telefono l’atleta sempreverde – mentre in campionato conto di giocare dai primi di maggio”.

Se non è lo scorrere del tempo a spaventare il camice ultrasportivo non saranno certo gli avversari, dopo aver difeso i pali contro leggende del calcio come George Best, la farfalla granata Luigi Meroni o Gigi Riva.

“Ho odiato gli attaccanti – ricorda – ma solo perché erano avversari e avevano l’obiettivo opposto al mio. Riva in particolare era un rompiscatole, voleva sempre segnare e a quel tempo era uno dei migliori del mondo”.

Le cronache raccontano di un battibecco tra l’attaccante del Cagliari e quell’omone scapigliato coi baffoni. Nei ricordi di una carriera, invece, la  parata più spettacolare è “su un tiro di Cappellini in Fiorentina-Inter”.

Classe 1942, tra gli anni ’60 e ’70 Boranga ha vestito in seria A le maglie di Fiorentina, Brescia e Cesena. Acrobatico e muscolare (“ero molto più bravo a parare l’impossibile che le palle normali”) Boranga era anche diventato uno degli introvabili delle figurine Panini, perché da riserva del Cesena, a inizio stagione, i fotografi non gli avevano dato il credito che poi dimostrò di meritare.

“Ero un calciatore diverso. Studiavo medicina – racconta – e questa di per sé era una stranezza a quel tempo. Non era una cosa ben vista, perché sul piano culturale ero capace di mettere in difficolta un allenatore.

Anche il Milan si interessò a me, ma ero percepito come uno che non poteva completamente dedicarsi alla carriera e la cosa non andò avanti”.

Qualche rimpianto? “Non mi sono pentito, da medico ho acquisito una professionalità e ho avuto una lunga e soddisfacente carriera che il calcio difficilmente mi avrebbe dato”. E di certo, sarebbe da aggiungere, non ha dovuto rinunciare allo sport.

“Pratico anche nuoto, atletica, ciclismo e vado in palestra. Essere medico – ammette poi, alzando appena il velo sul segreto della sua longevità sportiva – mi ha aiutato, anche a trovare il migliore regime alimentare per la mia condizione fisica”.

Anche cosí sono arrivati i record mondiali di salto in lungo e triplo nella categoria over 70.

Quella dalla Marottese è stata una “delle tante richieste che ancora mi arrivano”, spiega Boranga. Sarà uno dei tanti ritorni in campo – a 50 anni aveva indossato i guanti per salvare il Bastardo (in Promozione umbra) dalla retrocessione, poi ancora l’Ammeto ed il Papiano – ed è annunciato come l’ultimo.

“Ho iniziato in terza categoria – dice – e là vado a finire”. Da esordiente aveva giocato sotto falso nome perché i suoi 15 anni non erano sufficienti. Adesso non avrà certo bisogno.

Antioco Fois