Il bilancio della nostra credibilità

Oliveti EditorialeEnpam ha pubblicato il suo bilancio sociale. L’avevamo promesso in occasione della chiusura dei conti del 2014, alla conclusione del mandato del precedente Consiglio di amministrazione, ed eccolo puntuale appena passata l’estate.

Il documento, che si basa su dati certificati da una società indipendente, dimostra l’impegno dell’Ente verso una tutela sempre più mirata alle esigenze degli iscritti. Le sue pagine delineano il profilo di una Fondazione che segue i medici, i dentisti e i loro familiari durante tutto l’arco della loro vita, con un welfare che non viene finanziato a debito, sulle spalle delle generazioni future, ma che è realizzato da un Ente privato che se lo può permettere perché è sostenibile, oggi, come nel prossimo mezzo secolo.

Le nuove iniziative lanciate hanno un riscontro positivo, come dimostra il successo dell’operazione dei mutui, che l’Enpam ha ripreso a concedere dopo decenni di interruzione. Il giorno successivo al click day, quando si sono aperti i termini per le domande, erano stati già prenotati oltre metà degli stanziamenti messi a disposizione, con il 70 per cento di richiedenti di età inferiore a 45 anni.

Cioè c’è stato un pieno riscontro da quella fascia d’età che ci eravamo prefissi di favorire appena possibile, per riequilibrare i sacrifici chiesti al momento della riforma delle pensioni. Allo stesso tempo, fedeli al patto tra generazioni che è alla base del nostro sistema, abbiamo dato l’opportunità anche a tutti gli altri iscritti di accedere a un mutuo a condizioni competitive.

Ai medici e agli odontoiatri l’Enpam dà risposte e punti fermi, su cui possono costruire un futuro. Un altro esempio è dato dal tema dell’uscita anticipata dal lavoro: basta leggere i giornali, che pubblicano di continuo notizie su nuove ipotesi che permetterebbero agli iscritti all’Inps di andare in pensione prima del tempo, con balletti di percentuali (le decurtazioni per i lavoratori) e di simulazioni di costo (per lo Stato). Si farà? Forse. Quando? Al momento non si sa.

All’Enpam invece la possibilità di un’uscita flessibile è una certezza: ogni convenzionato e libero professionista che abbia 35 anni di contributi e 30 anni di laurea può decidere di andare in pensione fino a sei anni prima dell’età della vecchiaia. In questi casi l’assegno viene calcolato con dei coefficienti, disponibili sul sito web della Fondazione già da anni, che sono stati determinati dagli attuari tenendo conto dell’aspettativa di vita.

Semplice, matematico, equo. Ma non vogliamo fermarci qui. È per questo che abbiamo messo sul tavolo anche la proposta di una staffetta generazionale che consentirebbe ai medici di medicina generale di ritirarsi progressivamente dal lavoro prendendo metà stipendio e metà pensione, con un’iniziativa che darebbe subito ai giovani colleghi un’occupazione stabile e redditizia, oltre che un prezioso bagaglio di esperienza.

Tutte le iniziative illustrate sono sostenibili. Enpam in questo senso è la conferma di come i medici e i dentisti sanno gestire bene la loro autonomia, mettendo insieme l’approccio scientifico basato sulle evidenze con la necessità di far tornare i conti. Con il conforto dei numeri e dei risultati raggiunti, questo è il bilancio della nostra credibilità.

Enpam è la conferma di come i medici e i dentisti sanno gestire bene la loro autonomia, mettendo insieme l’approccio scientifico basato sulle evidenze con la necessità di far tornare i conti

Alberto Oliveti*

*Presidente della Fondazione Enpam

@FondazioneEnpam