I pensionati che curano gli emarginati

Un’associazione di medici che da quindici anni si occupa di tutti coloro che non possono accedere alle cure. Tra questi immigrati irregolari e persone che vivono ai margini del contesto sociale. Circa tremila pazienti l’anno

 

Con il camice bianco anche dopo la pensione. A Milano l’associazione ‘Medici volontari italiani’ ha aperto un poliambulatorio per curare senzatetto, immigrati e altri che non si rivolgerebbero altrimenti alle strutture del Servizio sanitario nazionale. Nella struttura, che ha aperto i battenti a fine giugno, vengono eseguite visite di medicina di base e pediatrica, visite specialistiche di dermatologia, ginecologia, psichiatria, psicologia, ortopedia e la consulenza chirurgica. L’attività clinica è integrata dal servizio di farmacia: i farmaci sono distribuiti unicamente su disposizione dei medici dell’associazione.

54 medici volontari tra i quali tanti specialisti che consentono un’ampia copertura delle diverse patologie mediche

Faustino Boioli, presidente dei medici volontari italiani

Le visite, le consulenze e i farmaci sono completamente gratuite. “I nostri medici non usufruiscono neanche di un rimborso”, specifica Boioli presidente di ‘Medici volontari italiani’. L’attività sanitaria nel nuovo poliambulatorio è rivolta unicamente a utenti ambulatoriali: sono dunque escluse le urgenze e le prestazioni di pronto soccorso. I pazienti dei ‘Medici volontari italiani’ sono persone che, per qualsiasi motivo, sono escluse dalle prestazioni del sistema di assistenza sanitaria: immigrati, extra comunitari irregolari, senza tetto, nomadi, alcolisti, tante persone che, per cause diverse, vivono in grave stato di emarginazione. Non rientrano pertanto nelle prestazioni le persone regolarmente iscritte al Ssn che hanno il loro medico di famiglia.

Il dottor Faustino Boioli (nella foto qui a fianco), medico radiologo oggi in pensione, è il presidente dell’associazione: “Per il nuovo poliambulatorio abbiamo scelto la zona di Via Padova – dice – perché tutte le associazioni che a Milano svolgono un’attività come la nostra si trovano nella parte centro sud della città, mentre Via Padova, che si trova nella zona nord-est, è un’area multietnica sguarnita di strutture assistenziali rivolte ai soggetti marginali. Tra i nostri pazienti ci sono prevalentemente sud-americani, magrebini e persone provenienti da Paesi dell’Europa dell’est. In quest’ultimo caso parliamo in particolare dei rumeni che, nonostante che siano comunitari, spesso non sono in grado di accedere al servizio sanitario nazionale per problemi burocratici; significativa anche la presenza di italiani spinti ai margini della società”.

La struttura di via Padova è costata 240mila euro. Anche i volontari si sono tassati

L’assistenza che l’associazione dei medici volontari conta di offrire nel nuovo ambulatorio parte dalla medicina di base: “Per queste persone intendiamo principalmente svolgere l’attività del medico di famiglia che è il primo baluardo per la tutela della salute e un aiuto con le cosiddette specialità di base tra le quali l’ortopedia, la ginecologia, la psichiatria, la dermatologia”. Una volta arrivati alla diagnosi si procede alla terapia grazie ad un armadio farmaceutico che permette, sulle patologie più elementari, di intervenire direttamente.

Nel breve arco di tempo intercorso dall’apertura del poliambulatorio a oggi, già si accavallano le storie di pazienti ‘particolari’. Tra questi un rumeno con una forma di osteomielite ‘aperta’ alla gamba destra. “L’uomo tirava su i pantaloni – racconta Boioli – e si vedeva una lesione con l’osso eroso. Ambulatorio 4Parallelamente era affetto da un linfedema per cui presentava un’elefantiasi dal lato sinistro. Lo abbiamo fatto accogliere in un centro specialistico. È uno dei tanti nostri pazienti, una persona che vive per la strada affetta da patologie che, come in questo caso, possono anche mettere a rischio la vita della persona”.

L’associazione medici volontari nasce formalmente nel 1994, ma è dal ’99 che Boioli e i suoi colleghi vi lavorano. Da allora sono trascorsi 15 anni e il bilancio parla di circa tremila pazienti all’anno curati grazie ai due camper dell’onlus e nei centri accoglienza invernali del comune di Milano. Oggi si aggiunge il poliambulatorio di Via Padova, una struttura a norma Asl con ufficio, sala di attesa, due studi medici, la farmacia e la sala riunioni. “La struttura – dice il presidente – è costata 240mila euro. La spesa – comprensiva della messa a norma Asl, degli impianti e degli arredi – è stata sostenuta anche grazie ai contributi della Cassa di risparmio di Milano, 30mila euro, e della Fondazione Enel Cuore, 35mila euro. Ci siamo anche tassati tra di noi volontari e abbiamo coinvolto amici e conoscenti mettendo insieme circa 95mila euro. Il resto è derivato dai ‘risparmi’ dell’associazione”.

(di Carlo Ciocci)